Il primo PlayStation VR aveva sostanzialmente un unico FPS competitivo di valore: Firewall: Zero Hour. Era un gioco incredibile e meraviglioso, forse il migliore del genere in termini assoluti, ma non è mai riuscito a conquistarsi la quantità di pubblico che sono riusciti a raggiungere invece Onward, Contractors e Pavlov sulle altre piattaforme. L’arrivo di PSVR2 si fa quindi veicolo, anche per Sony, per iniziare a proporre le esperienze di cui era rimasta orfana sulla precedente iterazione di visori, partendo proprio da Pavlov: l’FPS PCVR e Quest più scanzonato e arcade del trittico sopracitato. Pavlov è sostanzialmente un incrocio tra Counter Strike, i Call of Duty più faciloni e i giochi di punta dell’internet contemporaneo, in cui entrare in un server a caso e divertirsi senza troppi preamboli sparando come matti ogni singolo bossolo che abbiamo in saccoccia.
Non mancano modalità più ragionate come “search and destroy”, che mette due squadre squadre l’una contro l’altra con l’obiettivo di piazzare o neutralizzare un ordigno esplosivo, ma il vero cuore di Pavlov è il team deathmatch, e tutte quelle modalità che si appoggiano a quella struttura. C’è infatti quella che vi cambierà arma a ogni morte, quella basata sul concept di Among Us, quella in cui si usano esclusivamente armi della seconda guerra mondiale. Insomma, per com’è strutturato e per le vibes che suggerisce, Pavlov è paradossalmente quasi più simile a un Fall Guys, che a un Rainbow Six: Siege; eppure il gunplay – vera anima dell’FPS dall’inizio dei tempi a oggi – è davvero una bomba.
Le armi sono tante, e ognuna restituisce un feeling di fuoco differente, unico e divertentissimo. Per chi viene dal primo PlayStation VR sarà spassoso anche solo ricaricare le singole bocche da fuoco attraverso il loro metodo specifico, percependo un senso di presenza difficilmente mai provato su PlayStation VR, nell’ambito dello sparatutto online. Questo perché Firewall: Zero Hour era sì un capolavoro, ma era legato – per l’appunto – a un hardware che non permetteva di sfruttare il proprio spazio di gioco. In questo caso Pavlov non solo vi permette, ma vi richiede, di giocare in piedi, in uno spazio di almeno due metri per due; sfruttando l’ambiente circostante per muovervi, abbassarvi e allineare le azioni del vostro alter-ego ai vostri movimenti reali.
È un metodo di fruizione inedito per gli utenti PlayStation, che tuttavia si adatta fino a un certo punto a un visore che rimane ancorato nuovamente a un cavo. Ho giocato a Pavlov tantissimo su PC, attraverso le possibilità wireless offerte da Quest 2. Nelle mie partite mi sono sempre mosso in gran velocità, arrivando addirittura a sdraiarmi completamente nella stanza per coprire i miei compagni su una torre, col fucile da cecchino ben saldo all’occhio destro. Su PSVR2 non me la sono sentita, avendo paura che il cavo andasse ad attorcigliarsi troppo alle mie gambe, e rischiando quindi di distruggere malamente la mia fidata PlayStation 5. Vien da sé che, se avete la possibilità, Pavlov su PC in wireless rimane ancora oggi la scelta migliore per godersi un prodotto comunque estremamente godibile anche su PSVR2.
Questo perché, al di là del cavo, la versione PS5 di Pavlov vanta sostanzialmente di tutte le modalità offerte dalla versione PC (tolte chiaramente le mod), e di un impatto tecnico eccellente, forse superiore alla versione per Personal Computer. Risoluzione molto alta, ottime texture ed effetti visivi, e un lavoro sui modelli davvero molto buono fanno di Pavlov uno dei giochi tecnicamente più piacevoli e realistici presenti nel catalogo di lancio di PlayStation VR2, che potrebbe stupire anche chi è abituato a giocarci su piattaforme ben più performanti.
Occhio alla questione motion sickness: chiaramente Pavlov offre soltanto il movimento libero, ed è anche parecchio veloce. Se siete abituati ai videogiochi VR a teletrasporto dovreste andarci piano, e iniziare a giocarlo pochi minuti per volta, fino a quando non vi abituerete completamente. Non è drammatico, ma anche in questo caso è meglio iniziare da prodotti un po’ più adatti per accompagnarvi nel vostro primo viaggio in realtà virtuale.
Un piccolo trafiletto lo dedico poi alla modalità zombie: per ora ancora ridotta all’osso ma estremamente divertente, appassionante e – addirittura – spaventosa, in cui in gruppi fino a quattro giocatori dovrete resistere a orde sempre più agguerrite di morti viventi, probabilmente tutti parenti di Usain Bolt.
Pavlov è uno sparatutto che dovete necessariamente portarvi a casa se siete appassionati di FPS competitivi online: fondamentale per chi si sente orfano di quel Firewall: Ultra che speriamo arrivi entro fine anno, e che probabilmente darà da mangiare parecchia polvere sia al suo predecessore che a questo immortale del mondo VR.
Pavlov è disponibile su PlayStation VR2 dal 22 febbraio 2022 al prezzo di 24,99€
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