Venice Immersive 2023 | Sen: la recensione

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Durante questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia, nel contesto di Venice Immersive, non sono certo mancate le installazioni, e ne sono sinceramente contento.
Se infatti le semplici esperienze VR decontestualizzate è possibile replicarle anche in casa, le installazioni che prevedono props e spazi specifici possono essere proposte solo in un contesto come questo, e di questa specifica categoria fa parte Sen.

L’opera di Keisuke Itoh prevede tre partecipanti, tutti e tre inginocchiati su un cuscino, con un visore per realtà virtuale sulla testa e una ciotola Raku piena di tè tra le mani.
Il bicchiere, oltre a esistere nello spazio fisico, esiste anche in quello virtuale, grazie a un tracker posizionato sullo stesso, e collegato a un orologio che viene legato al polso prima ancora di iniziare l’esperienza. Quest’ultimo misura i battiti del cuore, attivando una vibrazione sulla ciotola che tenta di farci sentire un tutt’uno con lo spazio circostante, e le persone che stanno condividendo la stessa esperienza.

È sostanzialmente una lettura della tradizionale cerimonia del tè giapponese, che si sviluppa poi in uno spettacolo pirotecnico fatto di musica, particellari e un simpatico spirito che ricorda un design facilmente paragonabile a quello di Hayao Myiazaki.

Sen non racconta granché, ma è un’esperienza che merita di esser vissuta solo e soltanto per le sensazioni che riesce a trasmettere con pochi e semplici elementi. Un’opera piccola ma elegante, probabilmente non indimenticabile, ma sicuramente interessante.

 




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