Venice Immersive 2023 | The Imaginary Friend: la recensione

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Daniel ha otto anni e ha bisogno di un amico. Da quando ha perso la madre passa ogni notte con la paura che i mostri che abitano i suoi incubi possano prendere il sopravvento. Ed è per questo che inventa, immagina, dona vita a un protettore alato, capace di tenere a bada i mostri, ma anche di tenergli compagnia durante i momenti difficili. 

Questo protettore, in The Imaginary Friend di Steye Hallema, in concorso all’edizione 2023 di Venice Immersive, è interpretato da noi: con indosso un Meta Quest 2 siamo chiamati a “sbattere le ali” – fisicamente agitando le braccia – per raggiungere Daniel, rispondere alle sue domande – attraverso semplici comandi tramite riconoscimento vocale – e affrontare i temibili mostri da incubo che tormentano Daniel durante un paio di mini-giochi,

The Imaginary Friend tenta di creare una connessione con Daniel mostrandoci il bimbo in Full Motion Video: il giovane attore, che ha recitato davanti a un green screen, è inserito in ambienti completamente modellati in 3D. Purtroppo, l’integrazione tra materiale video e ambienti virtuali è piuttosto grezza, così come sono grezze le sezioni di gioco, lontane anni luce dagli standard cui ci ha abituato il gaming in VR.

The Imaginary Friend – che dura circa 25 minuti – è un’esperienza che può forse funzionare per un pubblico di giovanissimi, dato anche il linguaggio elementare e volutamente semplificato che usa. Dalla sua ha la sincerità e la dolcezza con cui è stato trattato il tema centrale, ma non può sfuggire alle limitazioni tecniche e artistiche di cui soffre.

 




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