Venice Immersive 2023 | My Name is O90: la recensione

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In una megalopoli al neon, in un futuro non troppo lontano, un cagnolino robotico dotato di intelligenza artificiale, chiamato O90, sfuggito allo smantellamento, cerca di sopravvivere e di mantenere il ricordo di un amico umano che teme lo abbia dimenticato.

È la premessa di My Name is O90, corto di animazione VR di Siyeon Kim, in cui, tra strade nebbiose sovrastate da grattacieli, tunnel abbandonati e canali di scolo, seguiamo l’animale protagonista e ascoltiamo i suoi pensieri e le sue domande.

Cosa significa essere obsoleti? Come può sopravvivere un ricordo, in un mondo in cui la memoria è un flusso di dati digitali pronti a essere cancellati?

In quindici minuti, con limitati momenti di interattività (l’esperienza non prevede l’uso di controller, ma possiamo illuminare gli ambienti tramite una torcia legata al nostro sguardo), esploriamo spazi modellati con gusto e cura, e osserviamo O90 muoversi con semplici animazioni ragionevolmente espressive, viaggiando verso un finale che arriva all’improvviso, spezzando il ritmo contemplativo delle prime scene.

My Name is O90 è un tenero tributo al rapporto tra esseri umani e animali domestici, ma nell’esecuzione sembra più una bozza da rifinire ed espandere piuttosto che un prodotto completo e in grado di approfondire il tema.

 




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