“Welcome to my VR simulation, rookie. Time to learn from the big boys!”
Uno dei ricordi più belli e sinceri della mia infanzia da giocatore è, senza dubbio, legato alla saga di Serious Sam. Avevo forse undici anni quando per la prima volta scoprii il primo, indimenticabile, capitolo della saga; quel The First Encounter su cui passai ore e ore rischiando di bruciare il mio mitico Pentium II. Insieme ad amici, affrontando la campagna a quattro mani sulla stessa tastiera, passavo pomeriggi interi tra una battuta di Sam e le urla dei famosi kamikaze senza testa. Da allora sono passati quasi vent’anni, la tecnologia e il medium videoludico si sono evoluti, ma il feeling della saga è rimasto il medesimo.
Croteam non ha mai brillato per originalità, uscendo dalla sua comfort zone solamente con lo splendido The Talos Principle del 2014 e producendo fondamentalmente numerosi seguiti e spin off della sua fortunata saga; arrivando a proporla addirittura su PS2 con Serious Sam: The Next Encounter e su Gameboy Advance con Serious Sam Advance. Tuttavia le radici PC della casa croata si sono rivelate solide, mantenendo una linea coerente con gli aficionados e riuscendo così a costruirsi una delle fanbase più affiatate attualmente in circolazione.
Con l’approdo della realtà virtuale su personal computer, Croteam decide quindi di convertire tutte le sue produzioni più fortunate per HTC Vive ed Oculus Rift, a partire dal primo The First Encounter fino all’ultimo The Talos Principle; aggiungendo però alla lista un ulteriore spinoff in esclusiva VR sulle avventure di Sam Stone.
Il titolo vene lanciato curiosamente in early access nell’ottobre 2016, per uscire ufficialmente l’anno successivo, rifinito in ogni suo aspetto e ricchissimo di contenuti.
Serious Sam VR: The Last Hope, si presenta come il più classico dei wave shooters: forse il genere che ad oggi detiene il maggior numero di produzioni compatibili con i visori PC, poiché chiaramente il più semplice da sviluppare. Nonostante il medesimo si porti dietro una quantità sconcertante di titoli ingiocabili, improvvisati o incompleti, The Last Hope risce invece ad aggiungere qualcosa di più personale al genere, aumentando il senso di velocità ed esagerando i ritmi di gameplay.
La storia, come da tradizione, è solamente un pretesto: il protagonista Sam Stone ci dichiara esplicitamente che quello che andremo ad affrontare sarà una riproduzione di alcune delle sue avventure più ardue, e da cadetti quali siamo non potremo che imparare da lui come trattare con alieni e creature poco amichevoli.
I cinque scenari, divisi in quattro capitoli ciascuno, verranno introdotti da due righe scarse di testo, ricche però dell’umorismo dissacrante che caratterizza la saga. Lanciata la campagna dunque, verremo catapultati immediatamente nel deserto del Cairo, dove capiremo in fretta che le sconfinate orde di mostri a cui ci ha abituato il brand non si faranno attendere e impugnando due armi a scelta saremo pronti a fomentarci, devastando qualsiasi cosa capiti a tiro. E’ subito chiaro come il gameplay del titolo, proprio a causa del genere di appartenenza, assomigli molto di più ad un light gun shooter che a uno sparatutto convenzionale, restituendo un feeling che sta a metà tra i capitoli canonici di Serious Sam e un Time Crisis qualunque. Oltre a premere costantemente il grilletto, potremo in qualsiasi momento cambiare arma, utilizzare speciali skills e attivare degli scudi a tempo posti sulle braccia, da riservare però ai momenti più concitati.
A una prima occhiata, il tutto può sembrare piuttosto scarno, ma quando saremo circondati da centinaia di mostri che corrono in ogni direzione sarà difficile anche solo ricordarsi di avere a disposizione qualcosa in più dell’arma che stiamo impugnando.
Oltretutto la difficoltà standard del titolo è davvero molto alta, fatto che ci costringerà ad approcciare i livelli con un certo ingegno nella sezione preparatoria precedente ad ogni partita. Prima di ogni livello infatti, potremo scegliere tra una grande varietà di bocche da fuoco e skills, spendendo i limitati punti accumulati con il livello precedente.
La meccanica funziona, spingendo il giocatore ad adottare strategie sempre nuove, in costante ricerca del parco armi più efficace a seconda della situazione.
La campagna di The Last Hope a livello medio vi impegnerà difficilmente per più di quattro ore, ma il titolo ha dalla sua molte altre modalità. Oltre alla storia principale potremo affrontare delle orde “endless”, delle arene con ben 20 livelli di difficoltà e alcune particolari missioni giornaliere, tutto anche in compagnia di un amico.
Inoltre potremo divertirci a completare il ricco skill three di Sam, acquisendo un insieme di abilità passive ed attive che andranno a semplificare le missioni in vista degli improponibili livelli di difficoltà “hard” e “serious”. L’insieme degli elementi rende il titolo relativamente vario e longevo, oltre che divertentissimo in cooperativa.
Tecnicamente questa variante per visori di Serious Sam si comporta eccezionalmente bene, con ambienti definiti e modelli poligonali sufficientemente ricchi , oltre che un framerate ancorato a 90fps, anche con le configurazioni meno performanti.
Anche l’audio svolge dignitosamente il suo lavoro, con dei suoni curati che ricalcano fedelmente i precedenti capitoli e una colonna sonora aggressiva e particolarmente azzeccata.
Nonostante il titolo non brilli come altri capitoli del brand a causa dei limiti propri del genere, Serious Sam VR: The Last Hope regala facilmente qualche ora di scanzonato divertimento tra armi gigantesche, battute fuori luogo e mostri di ogni tipo. Chi ama particolarmente il genere degli sparatutto a orde difficilmente ad oggi troverà di meglio sul mercato, ma persino chi preferisce esperienze più libere e stratificate potrà trovare nell’ultima fatica di Croteam elementi appetibili e stuzzicanti.
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