Firewall: Zero Hour – recensione e video recensione

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Le simulazioni videoludiche di stampo militare, denominate recentemente Milsim, mantengono radici – oserei dire – titaniche, che si estendono dall’archeologia del videogioco ad oggi. Come nel cinema e nella letteratura, il racconto basato su azioni di guerra, operazioni militari e conquiste territoriali ha sempre avuto un fascino unico per chi, da centinaia di anni, cerca nell’arte o nello svago qualcosa che lo riempia di adrenalina. Il senso di sopravvivenza è chiaramente un elemento fondamentale di un genere che si è sempre contraddistinto anche per ragioni di legittimità morale, dovute alla simulazione di azioni fortemente realistiche. Ammetto subito che l’FPS di First Contact non cambierà le carte in tavola nel dibattito legato al come proporre il genere nell’ambito videoludico, come invece aveva provato a fare ad esempio il buon Spec Ops: The Line; può però senza dubbio cambiarle nell’ambito dello sparatutto multiplayer in realtà virtuale.

Firewall: Zero Hour è infatti il primo FPS tattico per realtà virtuale ad approdare su Playstation VR e si propone come un’esclusiva imperdibile per tutti gli amanti del genere. C’è subito da dire che il nuovo arrivato in casa Sony è sì il primo del suo genere ad approdare sui caschetti Playstation ma non il primo a scontrarsi con la realtà virtuale.

Su PC abbiamo già avuto il piacere di simulare azioni militari con amici e sconosciuti impugnando un’arma direttamente con le nostre mani; i due esempi più famosi, che dominano tutt’ora il mercato multiplayer su Personal Computer, sono Onward e Pavlov. Due titoli che partono dallo stesso concetto ma che lo coadiuvano infine in modo piuttosto diverso. Se l’obiettivo di entrambi è quello di scontrarsi a squadre composte da quattro giocatori per completare missioni PVP da attaccanti e difensori, il primo ragiona su meccaniche più simulative e ragionate mentre il secondo la butta con più insistenza sull’arcade.

In un certo senso Firewall: Zero Hour prende il meglio di entrambi i titoli, gli butta una spruzzatina evidente di Rainbow Six: Siege e impacchetta il tutto con un’estetica piacevole, tanti sbloccabili e un’ottima implementazione del Playstation AIM. Nonostante tutto ciò, risulta comunque difficile affermare che l’esordio di First Contact sia il più godibile del terzetto; ma andiamo con ordine.

Come accennato in precedenza, Firewall: Zero Hour permette di scontrarsi tra due squadre composte da quattro giocatori l’una, all’interno di una buona varietà di mappe. Durante la fase di loadout potremo scegliere uno tra i dodici operatori disponibili (alcuni dei quali da sbloccare avanzando di livello), personalizzare gli armamenti, l’outfit e le abilità.
L’elemento della personalizzazione da un’impronta quasi ruolistica alla preparazione e, con le dovute distanze, assomiglia fortemente all’approccio del titolo Ubisoft sopracitato, allungando invece le distanze con la sua controparte PC. Man mano che avanzeremo di livello, vincendo partite online o addestramenti in singolo, sbloccheremo dei punti esperienza con i quali potremo finalizzare gli operatori da tutti i punti di vista, costruendo a nostro piacimento delle macchine da guerra vicine al nostro stile di gioco.

Le modalità presenti sono apparentemente due, ma in realtà l’obiettivo delle missioni è sempre lo stesso. Ciò che potremo decidere partendo dal menù principale sarà soltanto se scontrarci con persone reali online o contro l’IA. Inutile dire che il divertimento in singolo finisce veramente in fretta e la modalità addestramento è pensata soltanto per provare le armi e studiare le mappe, mentre il piatto forte risiede ovviamente nel comparto multigiocatore.

Le partite saranno sempre tese, divertenti e stimolanti; sarà possibile parlare con i nostri compagni di squadra per organizzare le azioni e l’approccio da attaccanti a difensori cambierà notevolmente il ritmo e la strategia delle partite.

Visivamente Firewall: Zero Hour dimostra una certa verve, con un imprinting visivo vicino anche questa volta a Rainbow Six: Siege, ottimi modelli poligonali e belle mappe. La varietà degli ambienti non è eccessiva, ma quello che c’è funziona e per ora va bene così. Quello che invece viene sacrificato è il motore fisico – applicato soltanto ai nemici colpiti – e una risoluzione video accettabile ma che confonde (come sempre) sulle lunghe distanze. Le musiche e i SFX sono di buona fattura e tentano di mantenere un tono epico che tuttavia, alla lunga, può risultare stucchevole ma che funziona senza dubbio sulle prime battute.

L’implementazione del Playstation AIM è perfetta, meglio di quanto visto fino ad ora per tracking e senso di presenza. La nuova periferica di Sony non è necessaria, ma migliora enormemente l’esperienza di gioco, come succedeva negli altri due grossi titoli compatibili con l’AIM.

Questo è un grosso punto a favore di Firewall: Zero Hour rispetto ai suoi competitor su pc, che devono accontentarsi dei due controller separati o di accrocchi che lasciano un po’ il tempo che trovano. Anche visivamente, nonostante la risoluzione, l’FPS tattico di Sony ha sicuramente una marcia in più, chiaramente grazie all’apporto produttivo 1:100 che distanzia il titolo dai vari Onward e Pavlov. A livello di contenuti anche qui vince Firewall, con una crescita del personaggio inedita per gli FPS in realtà virtuale e un ottimo level design, che rende gli scontri costantemente stratificati. Eppure, per due semplicissimi motivi, i due colleghi presenti su Steam risultano comunque un po’ più divertenti.

Abbiamo parlato più volte su queste pagine del fatto che Playstation VR sia una splendida periferica, che sfrutta al massimo l’hardware di Playstation 4 e che riesce a fare spesso veri e propri miracoli; tuttavia i limiti rispetto ai visori con possibilità di roomscale si fanno qui estremamente evidenti.

Verrò tacciato di eresia da molti, ma un titolo come Bravo Team sull’attuale hardware VR di Sony funziona oggettivamente meglio. L’FPS arcade di Supermassive non è un gioco migliore della novità per Playstation AIM in senso assoluto, ma nel contesto limitato di PSVR è un gioco più coerente e adatto alla piattaforma. Esagerando, è come paragonare Uncharted 4 fatto girare su una PS3 a quindici fotogrammi al secondo e – restando in tema Naughty Dog – il primo Uncharted sulla stessa piattaforma, ma ottimizzato al meglio. Il quarto capitolo di Uncharted è un titolo innegabilmente migliore, ma le condizioni dovute all’hardware in questo contesto di fantasia rendono comunque più divertente la fruizione del primo capitolo.

Sfido chiunque a fare una partita ad Onward, potendo muoversi fisicamente in tutto il perimetro della stanza, sdraiandosi per usare un fucile da cecchino e ruotando costantemente a 360 gradi, per poi passare a Firewall: Zero Hour. Quello che ci si troverà davanti sarà un ottimo titolo che supera enormemente il precedente in quanto ad impostazione ludica, ma in cui si dovrà necessariamente stare immobili, potendo semplicemente mirare a ciò che si ha di fronte, sacrificando il dinamismo di un’azione continua.

Il secondo problema è legato alla componente online. Non sappiamo se la questione verrà risolta in tempi brevi, ma ad oggi partecipare ad una partita di Firewall vuol dire aspettare diversi minuti il riempimento del server, un minuto pieno il lancio della partita e ripetere da capo al match successivo. E’ chiaro come in un titolo multigiocatore siano necessari dei tempi di attesa, ma affrontarli con un caschetto in testa senza poter fare nulla rende ogni secondo mortale.

E’ scontato che se possedete soltanto PSVR, Firewall: Zero Hour si rivelerà un titolo estremamente divertente; uno dei pochi titoli VR multiplayer che riescono davvero a regalare una sensazione di gioco condiviso, di adrenalina continua e di lotta per la propria sopravvivenza. Non sarà raro eseguire azioni complesse ed estremamente soddisfacenti, che vi faranno sentire all’interno di un solido action hollywodiano, ma è innegabile che a parità di gen un titolo con questa impostazione viva enormemente meglio su un hardware più complesso. Di conseguenza, se possedete un PSVR e lo sparatutto competitivo è il vostro pane, Firewall: Zero Hour è un titolo assolutamente imprescindibile; se al vostro visore Playstation avete affiancato invece un Oculus Rift o un HTC Vive il consiglio è quello di optare serenamente per uno dei titoli sopracitati e lasciare al bel visore di Sony le esclusive più in linea con il suo hardware proprietario.

Firewall: Zero Hour è disponibile dal 28 Agosto 2018 sul Playstation Store, compatibile con PSVR, Dualshock 4 e Playstation AIM.

 




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