Giocato su Oculus Rift S
Il medium è il messaggio, diceva Marshall McLuhan. Il fatto che la forma possa essere di per sé contenuto è un discorso che va avanti da tempo immemore, e che trova la sua conferma ogni qualvolta che un grande autore utilizza un linguaggio per raccontare sé stesso; spogliandosi di un contenuto che, a volte, rischia di stare troppo stretto. Lies Beneath, degli Statunitensi Drifter, non è solo questo ma è anche questo, e colpisce già ad una prima occhiata grazie ad un’estetica e ad un immaginario decisamente memorabili, che ci ricorderemo per molto tempo a questa parte.
L’opera, dagli autori dell’ottimo Gunheart e del porting su Quest di Robo Recall, è fondamentalmente un’avventura horror con una forte componente da FPS, che ci propone una campagna single-player lineare ma appassionante. Con una cornice da fumetto horror tra i Tales From The Crypt anni cinquanta ed il l’immaginario di Junji Ito, Lies Beneath ci mette nei panni di una ragazza che ha appena avuto un incidente stradale, e che dovrà girovagare in una terra ostile mentre cerca il padre scomparso. Niente di particolarmente profondo, ma il tono – tra l’horror classico ed il pulp – riesce a divertire e mantenere sempre alta l’attenzione, anche grazie ad un gusto vicino a capolavori del genere quali Silent Hill e Resident Evil.
Togliamoci subito il pensiero: l’elemento più efficace del pacchetto è il già suggerito impatto estetico. Muoversi per le strade, gli ospedali ed i villaggi da comic book del titolo di Drifter è letteralmente una gioia per gli occhi, e risulta oltretutto una mossa dannatamente furba per riuscire ad arrivare senza nessun compromesso sul portatile di Oculus. Se su Oculus Rift l’impatto è sì splendido, ma anche più statico rispetto alla media, su Quest difficilmente vedrete di meglio, grazie ad un utilizzo perfetto del motore di gioco, che nasconde tutti i limiti dell’hardware dietro a pennellate accattivanti di colore. Raramente si è vista in VR una direzione artistica così decisa, riconoscibile e piacevole, e sono contento che a giovarne sia un horror davvero con i fiocchi.
Non pensiate che a causa del suo stile da Comic Lies Beneath non faccia particolarmente paura. La fa, e non poco. Sebbene fin da subito avremo la possibilità di rispondere agli attacchi dei mostri attraverso una nutrita scelta di armi bianche e da fuoco, l’atmosfera è così opprimente che ci faremo strada costantemente a denti stretti, mentre cerchiamo di completare i venti capitoli che compongono la campagna. È ovviamente presente qualche azzeccato jumpscare, ma la paura in questo caso si muove anche in modo più sottile; attraverso un sound design che fa gelare il sangue e delle sezioni magistralmente orchestrate che vedono protagonista un banale accendino.
Attraverso questo oggetto potremo illuminare l’ambiente circostante, che si svelerà gradualmente e senza troppa generosità nelle aree più buie; potremo bruciare delle piccole bambole di pezza che tendono a circondarsi di mostruosità; e potremo infine aumentare la precisione della nostra arma. Quest’ultima meccanica è sicuramente la più originale del pacchetto, e prevede che attraverso la fiammella del vostro accendino si svelino i punti deboli dei nemici, attivando inoltre un auto-lock qualora miriate nei pressi della zona indicata.
Questo rende le sparatorie in Lies Beneath molto più divertenti, anche a causa di un lavoro sulle hitbox non esattamente da manuale, che vi farà mancare più volte degli obiettivi spesso davvero troppo aggressivi.
Nonostante io abbia finito il titolo in poco più di quattro ore, capisco perfettamente perché gli sviluppatori parlano di una campagna del doppio della durata. A difficoltà standard il gioco è così punitivo che difficilmente riuscirete ad affrontare le sezioni tra un salvataggio e l’altro una sola volta, rimanendo costretti in un loop da trial and error un po’ prolisso e spesso frustrante.
Se le munizioni potrebbero risultare ad occhio sufficienti ad affrontare le orde di nemici, gli stessi dimostrano invece una tolleranza al fuoco decisamente sopra la media, mentre ci metteranno pochi secondi per mettervi al tappeto.
Se da una parte questo aumenta la longevità, il senso di sfida e la successiva gioia da completamento, dall’altra risulta un metodo un po’ furbo per allungare il brodo; brodo che – comunque – si dimostra dall’inizio alla fine molto, molto saporito.
La struttura è semplice: attraverso una cornice in cui sfogliare delle accattivanti tavole che raccontano la storia, dovrete seguire la strada indicata, eliminare i nemici, risolvere eventuali e semplicissimi puzzle ed -eventualmente – affrontare il boss di fine sezione. La progressione si rifà chiaramente all’action/adventure più lineare, che non lascia spazio a backtracking e fila dritta fino alla fine senza alcun intoppo. A variare la formula abbiamo una manciata di strade alternative, che spesso possono sfuggire e cambiare leggermente il vostro walktrhough, ed un lavoro sui checkpoint squisitamente manuale. Per salvare i progressi dovrete trovare infatti oggetti infiammabili quali falò, rametti e lanterne che scandiranno così le vostre fasi di gioco, invitandovi a seguire la struttura messa in piedi da Drifter, ma lasciandovi un certo margine di manovra.
Sul fronte dell’accessibilità, Lies Beneath presenta sia il movimento fluido che il teleport, e risulta estremamente funzionale con entrambi i metodi di movimento. C’è da dire che essendo un titolo che si basa tanto sulla rotazione fisica, sul guardarsi le spalle e sull’afferrare velocemente gli oggetti intorno a noi, è sicuramente preferibile la versione Oculus Quest; ma con un buon posizionamento del cavo la situazione non risulta comunque drammatica anche sugli headset PC.
Dispiace comunque che su questi ultimi non sia stato implementano quantomeno un lavoro sulla fisica, che risulta invece praticamente assente e lascia un po’ l’amaro in bocca dopo l’ennesimo oggetto che invece di reagire al tocco compenetra con la vostra mano.
Lies Beneath è uno dei migliori esponenti dell’horror in realtà virtuale: ha uno stile clamoroso, un gameplay fresco e soddisfacente, e sfrutta tutti i punti forti del mezzo. Chiaramente è un tipo di esperienza prevalentemente indicata ai possessori di Oculus Quest, che viene qui sfruttato al cento per cento senza alcun compromesso; mentre su pc – sebbene rimanga un titolo di grande spessore – presenta alcune mancanze che potrebbero far storcere il naso ad una certa fetta d’utenza. In ogni caso, muoversi per il mondo delirante messo in piedi da Drifter è un’esperienza coinvolgente e terrificante allo stesso tempo, che non potrà che far innamorare perdutamente tutti gli amanti del horror più viscerale.
Lies Beneath è disponibile dal 31 Marzo 2020 su Oculus Quest e dal 14 Aprile su Oculus Rift (in cross-buy) al prezzo di 29,99€. Compatibile con Oculus Quest, Oculus Rift ed Oculus Rift S.
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