Tetris Effect – recensione e video recensione (Quest/PSVR/PCVR)

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Giocato su Oculus Quest

Era il 1984 quando il brillante game designer russo Alexey Pajitnov creò lo storico Tetris, dando il via ad una vera e propria rivoluzione. Da lì in poi i videogiochi non furono più gli stessi, e l’opera di Pajitnov vide, nel corso degli anni, una miriade praticamente infinita di seguiti e rivisitazioni. Dal famosissimo episodio per Game Boy, fino al recente Tetris 99 su Nintento Switch, il gameplay di Tetris nel 2020 non è invecchiato di una virgola, e riesce a divertire abbondantemente grazie ad un gameplay che – nella sua semplicità – dà ancora dipendenza. Il binomio Tetris-Realtà virtuale non era stato tuttavia ancora esplorato, e ci voleva evidentemente un grande artista come Tetsuya Mizuguchi per riuscire a dare una forma ad una delle accoppiate più bizzarre ma straordinarie che ha visto ad oggi il mercato VR. Il geniale autore giapponese, mente che si cela dietro a titoli del calibro di Rez, Space Channel 5 e Lumines, propone un concept semplice ma quasi commovente nel suo estro, aprendo le danze al puzzle game più famoso del mondo anche ai possessori di un headset VR.

Già uscito da poco più di un anno su Playstation 4 e da qualche mese su PC in esclusiva Epic Store, Tetris Effect giunge finalmente anche sul caschetto stand-alone di Oculus, riproponendo paro paro quel prodotto che già tutti avevamo amato sulle altre piattaforme.

Tetris Effect non è altro che Tetris, inzuppato dentro ad un turbine di colori, musica ed emozioni che fanno chiaramente il verso al sopracitato Rez, elevandolo non solo a videogioco dalle meccaniche perfette, ma anche ad esperienza mistica e sensoriale definitiva. La vera novità del prodotto di Resonair/Monstar sta infatti proprio nella forma attraverso cui l’opera viene veicolata, buttandovi in dozzine di scenari originali e meravigliosamente orchestrati, in cui le luci ed i colori si fondono organicamente con il gameplay.

Immaginate di fluttuare ad esempio in un mare sconfinato; intorno a voi qualche medusa luminosa accende il fondale marino, mentre incastrate gli iconici blocchi colorati che contraddistinguono la saga. All’improvviso, dopo aver distrutto una manciata di linee, finisce la prima strofa del brano che state ascoltando, lanciando un ritornello che illumina la location, dando vita ad una coreografia emotiva ed inaspettata, stimolante per il cuore e per la mente. Impossibile descrivere meglio di così le sensazioni che si provano giocando a Tetris Effect, e l’unico modo che si ha davvero per capire l’imponenza dell’operazione sta semplicemente nel provarlo, possibilmente accompagnati da un paio di cuffie di buona fattura.

L’audio è infatti una delle componenti fondamentali del gioco; non solo perché propone una tracklist originale di tutto rispetto che va a toccare più o meno tutte le corde, ma anche perché i suoni associati al tocco e la rotazione dei blocchi andranno a sposarsi dolcemente con tutti gli altri feedback sonori.

Se l’impianto audiovisivo è uno dei punti forti del titolo, ciò non vuol dire che il gameplay sia da meno. Nonostante Tetris Effect mantenga quasi inalterata la formula originale, Mizuguchi ha pensato bene di introdurre una meccanica unica estremamente efficace e funzionale. Dopo aver riempito una speciale barra delle combo posizionata in basso a sinistra, potremo infatti attivare la così detta zona, che andrà a bloccare il tempo, permettendoci di accumulare ulteriori combo in tranquillità prima dello scadere del tempo. Se da una parte questo ci aiuta a migliorare i nostri punteggi, dall’altra la zona si rivela assai utile per superare i momenti più ostici, in cui i blocchi scenderanno verso il terreno ad una velocità spropositata.

Questo rende il gameplay ancora più stratificato e brillante di quello originale, e soltanto attraverso quest’unica piccola aggiunta, il Tetris sembrerà quasi un videogioco del tutto nuovo.

Come se questo non bastasse, Tetris Effect presenta anche una quantità di contenuti sconfinata. Nella modalità Journey, che è poi la campagna, dovremo affrontare una serie di livelli molto diversi tra loro in una sfida di difficoltà crescente, che già a livello medio potrebbe risultare ostica per molti. Varia ed incalzante, la modalità Journey è la portata principale del prodotto, e si potrà completare in circa cinque ore; alla fine delle quali verrà sbloccata la modalità Teatro. Quest’ultima è praticamente una modalità spettatore che vi permette di osservare i livelli del gioco senza il gameplay, utilizzandoli praticamente come puro e semplice strumento di relax. Ma non pensiate che sia finita qui, perché il sotto menù Effect propone invece un’altra decina abbondante di modalità. Qui ce n’è davvero per tutti i gusti, da challenge basate sul tempo a playlist molto specifiche da giocare in base al vostro umore; la modalità effect propone una lunghissima serie di modalità alternative che aumenteranno a dismisura una longevità che – già con la modalità principale – può risultare davvero infinita. Se il vostro obiettivo è semplicemente quello di raggiungere il grado più alto di tutte le modalità, tenete conto di almeno quindici ore piene di divertimento, ma sono sicuro che al di là dei punteggi tornerete su Tetris Effect ogni qualvolta ne avrete l’occasione.

Parlando del porting su Oculus Quest, l’operazione risulta senza dubbio di buona fattura, ma purtroppo non eccezionale. Se da una parte il prodotto rimane invariato a livello contenutistico, e propone tutto quello che era già presente nelle altre versioni; dall’altra sul fronte tecnico sono state fatte indubbiamente alcune rinunce.
Andare a toccare un’estetica che caratterizza quasi esclusivamente un prodotto è stata una mossa rischiosa, ed il compromesso ottenuto tende a dimostrarlo. È vero che l’impatto emotivo risulta praticamente immutato, grazie ad un’art direction che mantiene anche qui la sua forza, ma risoluzione, texture ed effetti particellari risultano un po’ sottotono rispetto alla versione PC.

Un altro piccolo problema della versione Quest è legato anche ai controlli. Tetris Effect si gioca molto bene con un pad tradizionale dotato delle classiche freccette direzionali; un po’ meno con i touch di Oculus, che invece presentano soltanto i thumbstick analogici. Per ovviare al problema basta semplicemente associare un pad bluetooth come quello di Xbox One al Quest attraverso l’apposito menù, ma è comunque un’ulteriore operazione, che spezza un po’ l’immediatezza propria del gioiellino portatile di Facebook.

Nonostante lo scalo sia evidente, le rinunce non risultano a conti fatti un elemento così drammatico. Questo perché chi possiede già la PCVR o PSVR può optare serenamente per queste due versioni, mentre chi possiede soltanto Oculus Quest non si ponga neanche il problema: Tetris Effect rimane un capolavoro, anche nella sua versione portatile.

L’ultima opera di Mizuguchi vede nel porting su Oculus Quest il suo punto di arrivo, che copre finalmente tutte le piattaforme VR esistenti, nonostante qualche rinuncia sul fronte tecnico. Se non avete ancora giocato quest’opera monumentale ed avete soltanto un Oculus Quest non pensateci nemmeno un secondo, Tetris Effect è un gioiello raro in un’industria purtroppo sempre più simile a sé stessa. Quest’inedita versione di Tetris è un viaggio sensoriale straordinario, che presenta una quantità di contenuti fuori scala e vi terrà impegnati per ore, giorni, mesi e anni; in attesa che qualcuno riesca nuovamente a rinnovare una formula che ha già oltrepassato i confini della perfezione.

Tetris Effect è disponibile dal 9 Novembre 2018 su Playstation VR al prezzo di 39,99€, su Epic Store (PC) dal 23 Luglio 2019 al prezzo si 32,99€ e dal 14 Maggio 2020 su Oculus Store al prezzo di 29,99€.

 




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