Giocato su PSVR2
Vi è mai successo di vedere su internet un piatto che sembra buonissimo, tipo una torta d’alta pasticceria: è fatta così bene che pensate subito sia impossibile riprodurla a casa, senza le capacità e i mezzi necessari. Poi trovate per caso la ricetta e pensate che forse, avendo mezza giornata libera, potreste anche riuscire a riprodurla. E quindi passate tutto il giorno tentando di fare sta torta che poi, alla fine, vi vergognate anche a postare su Instagram per quanto è brutta. Però la assaggiate e… sarà che vi siete impegnati tanto, sarà che volevate proprio una torta o sarà che quel gusto vi ricorda qualcosa di importante, ma in fin dei conti non è così male. Ecco, Afterlife VR – uscito in questi giorni su PSVR2 e già fuori da un annetto su PC – è esattamente quella torta.
Di fatto, Afterlife VR parte vagamente da delle premesse che stanno un po’ in bilico tra Resident Evil 7 e Outlast, dichiarando fin da subito la fonte di ispirazione e le ambizioni di Split Light Studio. Ci si mette però mezzo secondo a capire che il production value di Afterlife è davvero molto, molto lontano da quello dei sopracitati. Per analizzare in maniera sensata Afterlife VR bisogna metterlo nella prospettiva di un gioco iper-indipendente fatto con cinque euro in due settimane, ma caratterizzato da tanta buona volontà. Questo perché altrimenti, anche solo da un paio di immagini viste da lontano, in pochi si azzarderebbero ad avvicinarsi a un titolo che sembra uscito letteralmente da tre generazioni fa, senza la volontà di riprendere estetiche lontane e rileggerle nel contemporaneo.
Diciamolo subito: Afterlife, sul fronte tecnico, è brutto. Un brutto che nemmeno diverte nel suo essere semplicemente di cattivo gusto, ma quel brutto sciatto e triste che toglie carattere a qualsiasi tipo di produzione. Lo constatiamo nei modelli poligonali dei mostri e nelle loro animazioni, che più che spaventare fanno sorridere; lo constatiamo attraverso le nostre orrende mani virtuali; lo constatiamo in alcune meccaniche legnosissime. Eppure, in qualche modo, Afterlife VR sta in piedi.
Prima di iniziarlo, a giudicare da immagini, trailer e curriculum dello studio, mi aspettavo un disastro clamoroso. Sul fronte tecnico lo è, ma il core design, inaspettatamente, funziona. Afterlife VR è – di fatto – una breve avventura narrativa della durata di un paio d’ore scarse, in cui procedere di stanza in stanza risolvendo piccoli enigmi ed eliminando nemici tutti uguali. Niente di sbalorditivo, anzi, ma nonostante la tecnica l’atmosfera c’è, e la soddisfazione data da quel design semplicissimo ma sempre efficace riesce a regalare addirittura qualche soddisfazione.
È l’equivalente di un cortometraggio horror da tre minuti che guardate per caso su Youtube e che vi intrattiene, nonostante sia molto lontano da L’Esorcista di Friedkin. Afterlife VR non è infatti Resident Evil, non è Outlast e non è manco Wraith: The Oblivion, ma funziona nel suo essere un’esperienza one shot semplice, dritta e breve, adatta per passare un pomeriggio di (quasi) paura tra un’esperienza più completa e un’altra. È una merendina pomeridiana che ti sazia: il giorno dopo te la sarai già dimenticata, ma in quello specifico momento ha portato a casa il suo modesto risultato.
Afterlife VR è un titolo tecnicamente imbarazzante, poco originale e molto corto. Eppure il suo design semplice ma efficace riesce a fare quel minimo indispensabile che a noi amanti dell’horror in realtà virtuale spesso basta, in attesa di un prodotto che ci soddisfi a pieno tra Resident Evil Village VR e ciò che verrà. Per ora accontentatevi, se lo trovate scontato a pochi euro potrebbe serenamente valerne la pena, ma – ripeto – non aspettatevi un’esperienza indimenticabile.
Afterlife VR è disponibile su PSVR2 dal 20 aprile 2023 al prezzo di 14,99€ e su Steam dal 15 settembre 2022 al prezzo di 13,99.
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