Il racconto legato all’elaborazione del lutto, che attraversa sfumature delicate come la depressione e il senso della perdita è stato ormai sdoganato anche nei videogiochi. Sono oramai lontani i tempi in cui il medium in questione era riservato esclusivamente al ruolo di mero intrattenitore, relegato ad una fascia d’utenza che cercava soltanto un facile divertimento. Chi oggi afferma il contrario è semplicemente un ignorante, senza mezzi termini. Il genere dei walking simulator ha abbracciato fortemente l’approccio autoriale e/o sociale al videogioco, regalandoci perle di incredibile bellezza narrativa e sensoriale come Firewatch e What Remains of Edith Finch; Anamorphine vuole affiancarsi ai maggiori esponenti del genere con un racconto delicato, incentrato su una coppia vittima di un evento spiacevole ma banale, che tuttavia porterà ad un epilogo disastroso.
L’esordio di Artifact 5 prova con tutte le sue forze a diventare un classico del genere, presentando una storia importante, una messa in scena di buon livello e una forma interessante. Sfortunatamente per loro, non tutto è andato come previsto e quello che ci troviamo di fronte oggi è un titolo che funziona soltanto a metà.
Iniziamo subito col dire che Anamorphine non nasce per realtà virtuale; il supporto alla VR è stato inserito post lancio e non supporta né roomscale né controller di movimento (se non usati come semplice joypad).
Se prendiamo in analisi il titolo flat, Anamorphine risulta come un buon walking simulator, grazie a momenti incredibilmente suggestivi, una storia non particolarmente originale ma efficace e una buona direzione artistica. Giocato a schermo, il titolo di Artifact 5 può diventare facilmente uno dei migliori walking simulator che giocherete quest’anno, poiché nonostante non tocchi assolutamente le vette del genere mantiene dalla sua una discreta interpretazione del tema e una manciata di guizzi interessanti.
Passando in VR, però, le cose iniziano a non andare esattamente come dovrebbero. Prima di tutto la già citata assenza di roomscale impone di giocare al titolo da seduti, con lo sguardo costantemente verso lo schermo. Questo si porta dietro problematiche enormi legati ai comandi, che vengono riconosciuti in modo totalmente sballato se ci si gira involontariamente, puntando lo sguardo verso un altro punto che non sia il lato principale dei sensori.
A questa spiacevole pensata va poi affiancato uno schema comandi che non lascia margine di manovra; potremo scegliere soltanto tra uno schema smooth e uno schema turn, in cui il primo restituirà un free locomotion pieno – anche sulla levetta della alla telecamera – e il secondo un movimento a scatti, con tanto di snap turn sullo sguardo. Lo smooth, a meno di non avere uno stomaco d’acciaio, sembra pensato apposta per far star male il giocatore, il turn – per qualche motivo – funziona anche peggio. Quest’ultimo sistema risulta inutilizzabile, sia perché sulle lunghe distanze da l’impressione che si stia giocando a due fotogrammi al secondo, sia perché in alcuni passaggi proprio non funziona, impedendoci di proseguire in più di una sezione.
Come già accennato, Anamorphine fa un buon lavoro sull’estetica generale, che risulta curata anche se un po’ insipida sui paesaggi più ampi. A livello sonoro le musiche sono invece di ottimo livello, anche perché il tema principale del titolo si basa fondamentalmente sull’atto del suonare e riesce a raccontare molto meglio attraverso suoni e note piuttosto che con lo script.
A livello ludico il walking simulator di Artifact 5 si perde un po’ nell’ultima parte, che presenta un level design volutamente confuso, ma nel modo sbagliato; oltre che una manciata di passaggi estremamente ripetitivi, aggiunti chiaramente per allungare di qualche minuto l’esperienza, che si potrà finire in poco più di un’ora.
Nonostante Anamorphine sia un titolo discreto che potrebbe piacere agli amanti del genere, in VR risulta un completo fallimento. Non nego che alcuni momenti siano davvero suggestivi se vissuti con il caschetto in testa, ma la fruizione generale del titolo risulta macchinosa, piena di bug e a grande rischio motion sickness. Se volete giocare Anamorphine senza toccare la sua modalità VR fate pure, altrimenti statene abbondantemente alla larga.
Anamorphine è disponibile su Steam dal 31 Luglio 2018, compatibile con HTC Vive e Oculus Rift.
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