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Archangel | la recensione | PCVR, PSVR

Giocato con Meta Quest 2 in Air Link su PC

Forse non tutti sanno che The Walking Dead: Saints & Sinners non è stato il primo gioco di Skydance Interactive. La talentuosa software house americana aveva infatti già battuto il terreno della realtà virtuale con Archangel, un titolo su binari uscito nel 2017 su PC e PSVR, che ci metteva alla guida di un grosso mech corazzato, alle prese con una rivoluzione globale. Archangel poteva sembrare, a una prima occhiata, il sogno di milioni di videogiocatori, ma – purtroppo – non ricevette il successo sperato. Oggi voglio spiegarvi perché il prodotto di Skydance Interactive è – invece – un ottimo gioco, e perché merita anche nel 2022 una seconda possibilità.

In un futuro non troppo remoto, una corporazione di nome HUMNX regna incontrastata la terra, seminando morte e distruzione in giro per il mondo. Un gruppo di soldati della resistenza, capitanati dal protagonista che andremo a interpretare, dovrà dare la caccia al capo dell’organizzazione, distruggendo tutte le macchine della morte sparse per una Los Angeles post-apocalittica dalle tinte dark.
Un soggetto semplice, che dà vita però a una sceneggiatura – contro ogni previsione – solida ed esaltante. Non c’è niente di nuovo riguardo allo sviluppo dei personaggi, all’evoluzione del racconto e a tutti quei micro e macro elementi che formano l’epopea guerrigliera di stampo futuristico; ma quello che c’è è raccontato bene, e convince con i suoi turning point e i suoi dialoghi ben recitati, anche con i sottotitoli in italiano.

Il grosso difetto (o presunto tale) di Archangel è però il suo gameplay. Il titolo di Skydance Interactive non è infatti altro che un rail shooter come ne abbiamo visti a centinaia, sia in sala giochi, che in realtà virtuale. Quello che dovremo fare, mentre il mech si muoverà autonomamente, sarà semplicemente cercare gli obiettivi ed eliminarli nel minor tempo possibile, prima che gli stessi ci ripaghino con la stessa moneta. Punta, spara e para – punta, spara e para. Certo, tra una missione e l’altra sarà possibile potenziare il proprio robottone da combattimento grazie ai punti acquisiti, ogni tanto dovremo interagire con l’ambiente circostante, e i dialoghi spezzano con un buon ritmo l’azione più caciarona; ma il fulcro del gameplay è un qualcosa che abbiamo visto, e poi rivisto, davvero un sacco di volte. E allora perché Archangel funziona? Perché il rail shooter in VR – se fatto come si deve – può risultare un’esperienza letteralmente perfetta.

Archangel è divertentissimo nella sua semplicità, estremamente punitivo e raffinato nelle sue fasi d’azione, estremamente spettacolare nel suo essere il gioco più scriptato sulla faccia del pianeta VR. Archangel è quello che tutti cercano quando non si ha voglia di un gioco troppo complesso o di cui bisogna studiare tutti i meccanismi, quella specie di “videogioco-film” da vivere tutto d’un fiato, e che è capace di esaltarci come bambini. Certo, se siete tra quelli che odiano profondamente i giochi dal gameplay minimale, con una durata pari a quella di un film e che propongono un’esperienza fondamentalmente guidata, Archangel vi farà semplicemente ribrezzo. In tutti gli altri casi, invece, potreste divertirvi un mondo, affrontando una sfida semplice da comprendere, ma ardua da portare a termine.

Questo sottovalutato titolo coi robottoni ha infatti dalla sua anche una difficoltà che non perdona, e che – già a livello di difficoltà medio – vi costringerà a rincominciare la partita decine e decine di volte. Non che questo sia merito di un game design particolarmente raffinato, anzi, alcuni scontri risultano estremamente sbilanciati e pensati sinceramente maluccio, ma quando il senso di sfida prenderà il sopravvento vi verrà una voglia matta di distruggere tutto quello che si muove, cercando di non sbagliare nemmeno un colpo.

Dalla sua, Archangel ha anche un impatto grafico straordinario. Giocato su PC, con tutto al massimo, l’esperienza con il titolo di Skydance Interactive è davvero da mascella spalancata. La qualità del mech e dei suoi avversari, un mondo di gioco iper-realistico e suggestivo, e un lavoro eccezionale su esplosioni e particellari rendono Archangel un prodotto che sta ancora oggi in top ten, tra i migliori esponenti grafici delle produzioni in realtà virtuale.

Archangel ci ha provato anche con il multiplayer. Al lancio, il titolo di Skydance Interactive si chiamava esattamente così: Archangel. Poco dopo, in seguito alla richiesta dei giocatori di inserire il movimento libero e il multiplayer, il titolo si è diviso in due esperienze separate. Archangel Hellfire è la versione multiplayer di Archangel; free to play e con la possibilità di acquistare a parte “Archangel Hellfire: Fully Loaded”, ovvero la campagna di cui abbiamo appena parlato. Un’operazione un po’ complicata, che si è rivelata – oltretutto – fallimentare. Il multiplayer di Archangel era divertente, ma i server si sono svuotati letteralmente una settimana dopo e oggi, a quattro anni dal lancio, è letteralmente impossibile trovare qualcuno con cui giocare un team deathmatch o una partita coop. Peccato, perché le potenzialità c’erano, ma evidentemente il mercato non era pronto.

Skydance Interactive aveva dimostrato fin da subito di saperci fare con la realtà virtuale, proponendoci un rail shooter divertentissimo e tamarro, che – purtroppo – non ha accontentato i videogiocatori più casinisti. Sarebbe stato bello vedere un seguito che ne ampliasse il gameplay e le premesse narrative, ma – ahimé – credo dovremo accontentarci per sempre di questo primo capitolo dell’eventuale saga. Archangel è un titolo consigliatissimo per gli amanti del genere e dello shooter in generale, che – visto anche il prezzo a cui viene venduto – non può mancare nella libreria di ogni appassionato e ogni appassionata di realtà virtuale.

Archangel Hellfire: Fully Loaded è disponibile dal 2 agosto 2017 su Steam al prezzo di 16,79€ su Playstation VR al prezzo di 35,99€.






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Alessandro Redaelli

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