Arizona Sunshine – recensione e video recensione (Oculus Quest)

Giocato su Oculus Quest

Arizona Sunshine è ormai diventato un classico della realtà virtuale. Non che ci volesse troppo, dato che ad oggi i titoli VR che hanno fatto davvero breccia nel cuore grande pubblico si contano sulle dita di una mano, ma questo indiscutibile primato è comunque sintomo di una certa qualità. Il primo grande successo di Vertigo Games è infatti uno di quei titoli che è riuscito ad emergere nella prima annata di realtà virtuale grazie ad una campagna lineare ma piuttosto ricca, uno shooting decisamente spassoso ed un multiplayer praticamente essenziale per tutti i possessori di un caschetto VR. In questi anni di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, ma l’adattamento del titolo su Oculus Quest ci torna a far parlare di sé; scopriamo se è riuscito a passarla liscia intrappolato nel modesto processore dello stand-alone di Facebook.

Per chi parla, Arizona Sunshine rimane uno dei titoli più necessari presenti sul mercato. L’opera di Vertigo Games rimane tutt’oggi un prodotto solidissimo, capace di divertire grazie ad un respiro spiccatamente comedy, un’immediatezza che lo rende accessibile a tutti ed una campagna decisamente più ricca della media.

Nei panni di un sopravvissuto all’apocalisse che ha riempito le strade di morti viventi, ci ritroveremo a girovagare per l’Arizona alla ricerca di altri superstiti, facendoci strada tra centinaia di mostri assetati di sangue attraverso un mondo di gioco bruciato dal sole ma – a volte – davvero spaventoso.
Sebbene la narrativa non sia certo il punto forte del titolo, l’atmosfera che si respira per le strade dell’Arizona è davvero unica, grazie soprattutto ad un ribaltamento del cliché legato ai luoghi della narrativa a tema zombie.

Nel 1959, Hitchcock diresse Intrigo Internazionale, uno dei suoi più grandi capolavori. A circa metà della pellicola, Cary Grant si ritrova a scappare da un aeroplano sulla vasta superfice di un campo di grano, in una tesissima scena che ora viene ricordata su tutti i manuali di storia del cinema. La forza della scena stava proprio nell’abilità del maestro inglese nel ribaltare completamente i topoi tipici del genere, trasformando la morfologia tipicamente buia ed angusta delle scene di tensione in qualcosa di non ancora decodificato, e proprio per questo ancora più inquietante.
Non che il tono di Arizona Sunshine sia particolarmente opprimente, ma Vertigo Games ha chiaramente colto la lezione del famoso cineasta, ed è riuscita a proporre un setup piuttosto inedito che risulta a conti fatti uno degli elementi più riusciti della produzione.

Il problema di questa versione per Oculus Quest è che, a causa dei forti compromessi tecnici apportati, parte di questo fascino audiovisivo sparisce senza lasciar traccia, compromettendo un’esperienza che – nonostante tutto – rimane ancora dannatamente divertente.

Il grosso cambiamento di questo porting sta infatti soltanto in un comparto tecnico che presenta pesanti rinunce; sia sul fronte della modellazione poligonale, che su quello dell’illuminazione, dell’effettistica e delle texture. Se quest’ultimo elemento non infastidisce più di tanto, la drastica riduzione di dettaglio su nemici ed oggetti fa perdere un po’ di quell’immedesimazione che funzionava anche grazie all’ottimo colpo d’occhio provato su PC, rendendo l’esperienza meno piacevole e – di conseguenza – meno ansiogena.
Il problema sta chiaramente in un numero di nemici decisamente superiore alla media dei giochi VR, e Vertigo Games ha giustamente pensato di non ridurre gli elementi di pericolo che popolano la mappa a discapito della percezione degli stessi. La pensata è legittima, ma lo Snapdragon 835 dello standalone, a questo giro, non ce la fa.

Fortunatamente – come sempre – l’esperienza senza fili riesce a regalare comunque più soddisfazioni sul fronte della mobilità, anche se è chiaro come il teleport fosse il metodo di fruizione più corretto per il level design proposto, affiancato poi da un movimento libero richiesto a gran voce ma ben lontano dalla perfezione.

Nonostante tutti i limiti, nel 2019 il gioco rimane ancora estremamente godibile. La varietà di ambientazioni e situazioni, il tono azzeccato ed uno shooting ancora molto soddisfacente sono ancora lì, e non vedono l’ora di essere scoperti soprattutto da chi non ha mai approcciato il titolo.
Lo shooting in particolare rimane ancora l’elemento più efficace del pacchetto, grazie ad un feedback delle armi vagamente realistico ma dal retrgusto arcade, che ci permette di sentirci in una versione alternativa di Left 4 Dead, trivellando centinaia di morti viventi con armi di ogni tipo. Pistole automatiche, mitragliette, fucili a pompa e di precisione sono tutte pronte all’uso, in attesa di farle fumare premendo a ripetizione un grilletto che si fa via via sempre più facile.

Da segnalare anche una modalità multiplayer che permette di giocare insieme ad un amico tutta la campagna principale e la modalità orda, a patto di avere entrambi lo stesso sistema di gioco, poiché Arizona Sunshine su Quest non supporta il cross-platform.

Tra le piccole sbavature che il titolo si porta dietro anche dalla sua versione originale ritroviamo un doppiaggio italiano quantomeno discutibile e la mancanza di tutti i DLC usciti ad oggi, che verranno tuttavia integrati con il tempo gratuitamente.

Arizona Sunshine su Oculus Quest rimane un ottimo titolo, ma a patto di non averlo già giocato a tempo debito sui visori PC. Chiunque possegga un visore premium non ha senso che si butti su questo nuovo porting, che troverà decisamente castrato sul fronte tecnico e contenutistico; mentre chi possiede soltanto Oculus Quest e non ha ancora assaporato le lande soleggiate dell’Arizona farà meglio a recuperarlo al più presto. A due anni dall’uscita l’opera di Vertigo Games rimane un tassello fondamentale della libreria virtuale PC e Playstation VR; da oggi con Oculus Quest si chiude un cerchio che speriamo venga presto ampliato con un nuovo capitolo pensato in partenza per il cross platform.

Arizona Sunshine è disponibile dal 6 Dicembre 2016 su Steam ed Oculus (Rift) e dal 5 Dicembre 2019 su Oculus Quest al prezzo di 39,99€. Compatibile con HTC Vive, Valve Index, Oculus Rift, Oculus Quest e WMR.






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Alessandro Redaelli

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