In un 2025 che già immaginavo privo di prodotti interessanti ho approcciato Arken Age con uno spirito più critico di quello che un normale titolo in uscita dovrebbe meritare. Nonostante un trailer d’impatto abbiamo imparato presto nell’era moderna a fidarci poco e niente di quello che vediamo a schermo, flat. Non voglio rivangare sempre Jolly Roger, che tra l’altro è proprio disponibile in questi giorni e che non ho ancora provato, ma fare trailer d’impatto è diventato troppo facile anche per team piccoli o indie.
Detto questo ho passato diverse ore assieme ad Arken Age. Il tempo datoci prima dell’embargo non mi è stato necessario per completare l’avventura quindi prendete questo articolo come una prima impressione del gioco.
Arken Age sarà disponibile dal 16 gennaio per PlayStation VR 2 e su Steam per visori PC VR. Dopo aver trascorso alcune ore esplorando le prime quattro aree del gioco, posso dire di essere rimasto quantomeno incuriosito e interessato da spingermi a procedere alla scoperta del resto del mondo di gioco. Ultimamente è molto raro trovare prodotti solo PCVR e Psvr2 senza partire dai visori stand alone e questo da un po’ di respiro a chi cerca giochi quantomeno visivamente stimolanti. Finora ho esplorato solo una piccola parte di ciò che il gioco ha da offrire sulla carta: si parla infatti di ben 25 aree distinte e una campagna che supera le 15 ore. Non posso ancora giudicare l’esperienza completa, ma se le prime zone sono indicative, questo titolo potrebbe diventare un must per chiunque ami le avventure VR orientate all’azione.
In termini di struttura generale, il gioco inizia con un lungo tutorial che copre quasi tutte le interazioni fondamentali viste in vr. Durante questa fase, imparerete a utilizzare tre diverse categorie di armi: una spada per il combattimento corpo a corpo, una pistola laser per combattimenti a media distanza e un’arma pesante tipo fucile a pompa. Inoltre, apprenderete come usare lo scudo per bloccare i proiettili in arrivo, curarvi con iniezioni o piante commestibili, e come utilizzare un paio di piccozze estraibili con un movimento del polso che, può sembrare poco, è la parte di interazione vr che più mi ha entusiasmato. Queste ultime possono essere impiegate sia per raccogliere risorse sia per arrampicarsi su alberi o pareti rocciose. Il tutorial, pur essendo piuttosto denso e a tratti quasi troppo lungo, prepara il giocatore a gestire tutte le situazioni che incontreremo successivamente.
La premessa narrativa vi pone nei panni di un guerriero della razza Nara, rettili antropomorfi impegnati in una guerra contro una forza robotica tecnologicamente avanzata. Questi nemici hanno invaso il loro pianeta per estrarre un’importante risorsa energetica chiamata Arkenite. L’ambientazione fantascientifica offre una combinazione di scenari alieni, templi esotici e intrusioni meccaniche che risultano visivamente accattivanti e offrono un’atmosfera unica. Invece di seguire i soliti tropi fantasy medievali o puramente futuristici, Arken Age unisce cultura rettiliana, fauna selvaggia e tecnologia, creando un universo quantomeno poco inflazionato in vr rispetto al solito.
Uno degli elementi principali che distingue il gioco è il suo sistema di combattimento basato sulla fisica. Questo rende ogni scontro sia impegnativo che strategico. Ad esempio, nei primi livelli abbiamo affrontato robot con comportamenti diversificati: alcuni si lanciavano contro di noi, costringendoci a parare i loro attacchi con lo scudo o a contrattaccare con la spada, mentre altri utilizzavano granate o bombe radice per bloccarci a distanza. Questo ci ha spinto a sviluppare tattiche di “hit-and-run”, isolando singoli nemici invece di affrontare gruppi numerosi. Il carico di armi è ulteriormente personalizzabile grazie a modifiche che potete trovare o acquistare nel corso del gioco. Potete potenziare la vostra spada per infliggere più danni, migliorare la precisione della pistola laser o trasformare il fucile pesante in un railgun con i progetti giusti.
Ad arricchire l’esperienza di combattimento c’è un sistema di movimento fluido e dinamico. Potrete camminare, saltare, nuotare, arrampicarvi e accovacciarvi, il che vi permetterà di esplorare gli ambienti in modi che molti giochi VR non offrono. Gli ambienti di gioco non sono generati proceduralmente, ma progettati a mano, e ogni zona ha un layout unico con segreti e missioni secondarie opzionali. Queste missioni possono variare da compiti semplici, come raccogliere reliquie Nara nascoste, a obiettivi più complessi che richiedono abilità avanzate di mobilità. L’arrampicata su enormi alberi o l’esplorazione subacquea aggiungono una dimensione verticale all’esplorazione che molti altri giochi VR non raggiungono, aumentando la varietà nelle situazioni di combattimento e nell’approccio agli obiettivi. In pochi metri troverete segreti e blueprint. Non è, grazie a dio, open world ma se volete esplorare un po’ troverete diversi segreti nascosti.
Dal punto di vista grafico, Arken Age si distingue anche per demerito di tutto il resto visto negli ultimi mesi. Su PlayStation VR 2, offre due modalità di rendering principali: una Performance Mode che garantisce 90 fps nativi a una risoluzione di 2800 x 2000 e una Quality Mode che aumenta la risoluzione fino a 3300 x 2400, con upscaling a 120 fps. Quest’ultima opzione offre un’immagine più nitida, ma introduce un lieve effetto di ghosting davvero troppo fastidioso. Personalmente, ho preferito la modalità Performance per la maggiore fluidità nell’azione. Indipendentemente dalla modalità scelta, il gioco sfrutta appieno le funzionalità avanzate di PSVR 2: illuminazione HDR, grilletti adattivi e feedback aptico, che aggiungono ulteriori strati di immersione. Per quanto riguarda la versione Steam, sono rimasto sbalordito che il gioco chiedesse se avviare il gioco in OpenXR, segno che il team sa come si usa la tecnologia Vr, e con un Pimax Crystal + RTX 4090 sono rimasto soddisfatto non solo del dettaglio ma anche delle performance granitiche a 120 fps con rare esitazioni. Questo per me dovrebbe essere lo standard ma a una settimana dal day-one posso dire che rappresenta una rarità! Ammetto che la palette colori possa risultare un po’ pacchiana e “sovrassaturata” ma a me che sono un tamarro non è dispiaciuta.
Il principale interrogativo è se Arken Age riuscirà a mantenere questa qualità per tutta la durata della campagna. Molti giochi VR promettenti spesso si appiattiscono con il passare delle ore, riciclando nemici e missioni. Tuttavia, il fatto che ogni area iniziale sia stata progettata a mano piuttosto che generata proceduralmente ci lascia ben sperare. Il sistema di progressione è semi-articolato, con opzioni di crafting avanzato e potenziamenti che incentivano l’esplorazione e la sperimentazione. Le missioni secondarie e gli obiettivi nascosti offrono ricompense come nuove modifiche per le armi o risorse aggiuntive, premiando i giocatori più curiosi.
Se siete appassionati di giochi VR che combinano melee, shooting, esplorazione e avventure dritte, Arken Age sembra promettere un’esperienza di qualità almeno rispetto alla qualità media dei prodotti PCVR degli ultimi 36 mesi. La data di uscita è fissata per il 16 gennaio, e se il resto del gioco manterrà il livello di cura e varietà visto nelle prime ore, potrebbe diventare uno dei titoli VR più interessanti di questo periodo, anche solo come benchmark grafico. Con il suo mix di estetica fantascientifica e gameplay melee/shooting, Arken Age si presenta come un’offerta sufficiente ma ben ottimizzata, in grado di soddisfare sia i fan degli action-adventure sia coloro che cercano esperienze VR visivamente appaganti.
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