Alzi la mano chi credeva che dopo Mario Odissey qualcuno avrebbe avuto ancora qualcosa da dire nel platform game, quantomeno in questa generazione. Dopo l’ultima meravigliosa incarnazione dell’idraulico targato Nintendo, i suoi successori si sono dovuti scontrare con un titolo mastodontico, in grado di regalare al giocatore un’idea di gameplay dietro l’altra letteralmente ogni dieci minuti di gioco. Ecco invece che arriva Japan Studio e cambia nuovamente le carte in tavola con un titolo in realtà virtuale, appena un anno dopo quello che in molti hanno definito come il platform moderno definitivo.
Astro Bot: Rescue Mission è l’ultimo arrivato in casa PSVR, ma ai possessori del caschetto di Sony non è certo un nome nuovo. Al lancio del visore Playstation infatti, Japan Studio aveva già deliziato la community con The Playroom VR, una compilation gratuita di mini giochi ambientati all’interno di un universo condiviso, fortemente incentrati sul multiplayer e dalla qualità eccezionalmente alta. Vista la grande richiesta di un prodotto più completo da parte dei giocatori, lo studio interno di Sony ha quindi deciso di sviluppare uno dei numerosi mini-game presenti nel titolo, questa volta concentrandosi su un’esperienza single player.
Il titolo di Japan Studio si apre come gran parte dei platform 3D classici, con un piccolo eroe a cui viene tolto qualcosa che dovrà compiere un viaggio tra i mondi più disparati per riprendersi ciò che gli appartiene. Avrà così inizio la nostra avventura: nei panni di un grosso robot munito di Dualshock 4 dovremo guidare il piccolo capitano della nave dispersa, alla ricerca del nostro popolo sparso per l’universo.
Il primo impatto con Astro Bot: Rescue Mission è straordinario: tecnicamente il titolo si presenta in modo impeccabile, con una direzione artistica magnifica, una qualità tecnica ai massimi storici e un gameplay reattivo e rifinito.
Tutto in Astro Bot è quasi da pelle d’oca. Ed è un sollievo meraviglioso, perché dopo alcuni titoli mediocri visti quest’anno, arriva finalmente un’opera da schiaffare in faccia ai detrattori del linguaggio, che non potranno che convincersi della bontà di questo nuovo medium.
Passando al gameplay, Astro Bot: Rescue Mission è un platform nudo e crudo con elementi da collectathon, in cui dovremo affrontare una serie di ventisei livelli divisi per cinque mondi specifici e tentare di recuperare tutti e gli otto robottini sparsi all’interno di ogni quadro. Il level design non si distanzia particolarmente da quello che abbiamo visto nei Mario in tre dimensioni, se non per alcuni accorgimenti dati dal linguaggio della realtà virtuale. Ciò che ritroveremo in Astro Bot sarà una stratificazione costruita a regola d’arte degli ambienti, che si potranno concludere facilmente ma che necessiteranno di attenzione e abilità per recuperare tutti i robottini e i collezionabili. Se trovare tutte le monete non sarà tuttavia necessario, per proseguire da un mondo all’altro sarà invece richiesto un numero specifico di piccoli abitanti, in modo da aumentare la longevità e disincentivare le corse forsennate.
Questo rende già di per sé il gameplay interessante, ma l’offerta ludica di Astro Bot non finisce qui. Oltre a saltare e a muoverci tra le piattaforme, potremo anche attaccare attraverso due diverse mosse e utilizzare il Dualshock 4 nello spazio 3D per completare specifiche sezioni. Qui risiede uno dei colpi di genio maggiori di Astro Bot, che non potrà che far ricredere chi dice che non c’è spazio per il platform game anche in realtà virtuale. Attraverso il pad potremo infatti tirare funi per far proseguire il nostro eroe, spaccare muri, creare strade alternative e chi più ne ha più ne metta. Durante alcuni passaggi dovremo addirittura usare testa o soffiare, sentendoci così ancora più coinvolti in un turbine di trovate geniali e stimolanti. La cosa meravigliosa di Astro Bot è che, come Mario Odissey, riesce a proporre un’idea di gameplay dietro l’altra, oltre a regalare guizzi di messa in scena incredibili e mai visti in un titolo simile in realtà virtuale.
Oltretutto ogni livello avrà una personalità propria sempre diversa da quello precedente, con ambientazioni che cambiano radicalmente, attraversando tutti gli stilemi che idealmente leghiamo alla storia del platform game. Nota di merito alle cinque boss fight presenti, che risultano la summa di tutte le incredibili idee presenti nei livelli precedenti e regalano momenti scenografici che lasciano a bocca aperta. Esistono una manciata di livelli leggermente sottotono rispetto ad altri, ma la qualità generale è così alta da superare di gran lunga anche gran parte dei colleghi flat usciti negli ultimi anni. Se vogliamo trovargli un altro difetto a tutti i costi, ogni tanto la telecamera non si comporta alla perfezione, costringendoci a movimenti un po’ forzati a cui però si farà la mano con il tempo.
Ciliegina sulla torta, la colonna sonora originale risulta una delle più azzeccate nelle produzioni VR di recente memoria, con un main theme perfetto che farà fatica ad uscirvi dalla testa per giorni e giorni.
La longevità nella campagna principale si aggirerà intorno alle quattro ore, ma si alzerà notevolmente se vorrete trovare tutti gli abitanti scomparsi, i camaleonti e le sfide. Questi ultimi elementi alzano in particolare la longevità di diverse ore. All’interno di ogni livello sarà nascosto infatti un rettile, difficile da trovare se non scrutando con attenzione l’ambiente; una volta inquadrato, questo sbloccherà un livello sfida, per un totale di ventisei splendide challenge basate su meccaniche specifiche del gioco. Questo porta tendenzialmente a cinquadue i livelli giocabili. Con le monete accumulate nella campagna sarà poi possibile giocare ad un mini-game che vi permetterà di collezionare statuette speciali che andranno a riempire la vostra collezione nella nave madre; aggiungendo l’ennesimo elemento in un’offerta ludica di già alto livello.
C’è poco altro da dire riguardo ad Astro Bot: Rescue Mission, se non che questa volta siamo seriamente di fronte ad una killer app per PSVR; il visore di Sony può ormai vantare di una quantità di titoli esclusivi capace di renderlo il vero vincitore di questa gen, nonostante l’hardware incredibilmente inferiore rispetto ai suoi competitor. L’ultima release di Japan studio è un titolo meraviglioso, capace di far tornare bambini facendo immergere il giocatore in un film d’animazione interattivo come pochi altri sono riusciti a fare e settando finalmente uno standard nel genere anche in VR. Astro Bot: Rescue Mission ha però un enorme problema: una volta finito ne vorrete molto, molto di più.
Astro Bot: Rescue Mission è disponibile dal 3 Ottobre 2018 su Playstation Store.
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