GIOCATO SU META QUEST 3
L’immaginario di Attack on Titan è sicuramente uno dei più interessanti degli ultimi anni, soprattutto all’interno del panorama di anime e manga, ed è riuscito a ritagliarsi fin da subito un ottimo consenso di pubblico e critica, diventando in poco tempo un fenomeno mondiale. Ma chi conosce quest’opera sa benissimo che non rientra nella categoria dei Battle Shonen: i combattimenti, anche se presenti, non sono il vero fulcro dell’opera, ma un mezzo che l’autore adotta per arrivare ad un fine più grande. Questa peculiarità rende difficile una sua trasposizione all’interno del panorama videoludico. Scopriamo quindi se i ragazzi di UNIVRS, Inc. sono stati in grado nell’arduo compito di trasportarci nel mondo creato da Hajime Isayama. Siate pronti ad offrire i vostri cuori e a seguirmi in questa recensione!
Una volta avviato il gioco ci troveremo subito durante l’attacco di alcuni giganti all’interno del nostro distretto. Mentre siamo intenti a scappare, uno di loro ci afferra per poi essere prontamente salvati dal soldato più forte che l’umanità abbia mai avuto: Levi Ackerman. Così inizia la nostra avventura, all’interno dello spietato mondo immaginato da Hajime Isayama. Infatti, poco dopo questa introduzione, ci troveremo a prendere confidenza con il dispositivo di movimento tridimensionale e le nostre fidate spade durante l’addestramento che ci spiegherà come uccidere i tanto temuti Giganti. La trama di Attack on Titan: Unbreakable, per quanto racconti alcuni fatti avvenuti nel manga, si prende alcune libertà narrative tali da renderlo fruibile anche a chi non conosce l’opera originale.
La cosa migliore di tutta l’esperienza, nonché il fulcro centrale dell’intero gameplay, è il sistema di movimento tridimensionale: fluido, veloce e con una curva di apprendimento ben calibrata. Infatti, ad ogni mano sarà associato un mirino che ci servirà come puntatore per capire la direzione della nostra corda, in modo da poterci muovere liberamente nelle tre dimensioni. Se andremo a far combaciare i due mirini, avremo la possibilità di muoverci frontalmente, il che risulta molto utile quando si vuole attaccare un arto o il collo di un Gigante.
Ma il solo movimento tridimensionale non è l’unica arma dell’unità di pattuglia. Avremo a disposizione numerose spade da poter utilizzare, ognuna con caratteristiche uniche in grado di adattarsi allo stile e all’approccio di ogni singolo giocatore. Ad esempio, alcune spade infliggono un numero maggiore di danni se prenderemo abbastanza velocità con il movimento tridimensionale, mentre altre, molto grosse, sono ottime per colpire le gambe del nemico così da renderlo per qualche secondo immobile a terra, a scapito di una minor quantità di gas.
Il gioco è composto da quattro macro capitoli con circa cinque missioni da affrontare per poter proseguire. Ed è qui che iniziano i veri problemi di Attack on Titan: Unbreakable. Infatti, per quanto il gameplay risulti divertente, le missioni, divise in tre fasi, sono quasi tutte uguali: una prima fase in cui dovremo uccidere due o tre giganti per poi spostarci in un’altra zona della mappa ed ucciderne dai sei agli otto, con l’aggiunta di qualche Gigante Anomalo. Solo in alcune missioni una delle richieste e quella di raccogliere delle provviste, ma che in sostanza no apporta nessun cambiamento sostanziale al ritmo del gioco. Proprio per questo motivo, dopo aver affrontato una manciata di missioni, il gioco mostra il fianco ad una struttura ludica piuttosto ripetitiva.
Anche la trama, fulcro portante dell’opera di Isayama, qui sembra un mero pretesto e non si evolve mai realmente, portando i fan della saga, e non solo, a rimanere piuttosto delusi sotto il profilo narrativo. Anche la scelta di raccontare il tutto con immagini statiche va a smorzare molto l’immersione che ci si aspetta dalla realtà virtuale.
Il comparto tecnico non è all’altezza degli standard a cui siamo abituati oggi su Meta Quest, con cali di frame rate importanti, texture in bassa risoluzione e una modellazione dei diversi Giganti buona ma non eccellente.
Anche la modalità multiplayer presente con l’acquisto del capitolo II del gioco non riesce a risollevare un titolo di per se carente. Sicuramente molto divertente le prime volte affrontare i Giganti con i propri amici o altri giocatori tramite partita pubblica, ma le limitazioni tecniche del gioco tendono a rimanere ed in certi versi ad accentuarsi.
In conclusione, ci troviamo di fronte ad un titolo che mostra il fianco su più fronti, risultando decisamente arretrato nell’impostazione di gioco e con un comparto tecnico non all’altezza delle produzioni di questo calibro disponibili oggi su Meta Quest. Purtroppo si poteva e doveva fare di più: il gameplay, per quanto ben fatto, non riesce da solo ad elevare oltre la sufficienza un titolo che ha da dire molto poco sia a livello narrativo che ludico.
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