Giocato su Oculus Rift S
Di questi tempi viaggiare ci manca. Dopo la quarantena forzata degli ultimi mesi, tornare ad avventurarci in luoghi a noi sconosciuti rimane ancora un mezzo miraggio, che speriamo tuttavia lasci presto spazio alla vita come la conoscevamo fino a poco tempo fa. In nostro soccorso, però, arrivano tutte quelle esperienze VR che si ergono ad apripista al turismo virtuale; nuova frontiera legata a doppio filo alle nostre vacanze, che in un futuro non troppo remoto potrebbe sostituire in parte il concetto di viaggio. Grazie alla fotogrammetria, ovvero un sistema che permette di ricreare ambienti reali attraverso l’utilizzo di fotocamere e sensori, le produzioni in realtà virtuale basate su questo concept stanno iniziando a spuntare come funghi. Abbiamo visto soltanto pochi mesi fa Zen Universe, che ci accompagnava all’interno di tre location uniche, con risultati un po’ altalenanti ma sicuramente interessanti; mentre Blueplanet VR prova a rilanciare nuovamente, proponendo ben quaranta location più o meno esplorabili, riprodotte con una cura millimetrica e con risultati più soddisfacenti.
Il software, che al contrario del titolo sopracitato non presenta alcun elemento di gamification, ci mette fin da subito a disposizione tutte le mete, attraverso un minimale ma immediato menù. Una volta appoggiata la nostra mano su una delle miniature che ci circondano, verremo immediatamente catapultati in loco, come fosse una sorta di viaggio spaziotemporale, in grado di teletrasportarci istantaneamente in giro per il mondo. L’impatto delle scene risulta in tutti i casi veramente maestoso, con un ottimo lavoro sulla fotogrammetria, ed addirittura una serie di input esterni quali suoni, musica, animazioni e particellari, che vanno ad aumentare sia il senso di presenza che il coinvolgimento emotivo.
C’è da specificare che la mente che sta dietro al progetto è quella di Eric Hanson, VFX artist che ha lavorato a produzioni cinematografiche del calibro di The Day After Tomorrow, Fantasia 2000 ed Il Quinto Elemento, ed è stato quindi in grado di portare una certa sensibilità anche all’interno di un’operazione di semplice riproduzione come è questa. Il difetto di Zen Universe era che, nonostante permettesse un’interazione maggiore rispetto al titolo di Blueplanet, non riusciva far empatizzare l’utente con il mondo circostante; in questo caso l’insieme dei sopracitati elementi riesce invece anche a restituire un certo tono e respiro agli scenari, mantenendo anche un’impronta da esperienza contemplativa, utilissima alla riuscita di un prodotto del genere.
Gli scenari di Blueplanet VR sono per lo più deserti rocciosi che si aggirano dalle parti della California, con qualche piccola incursione nei templi Indonesiani e qualche interno bizzarro, che difficilmente ci capiterà di esplorare nella vita. Non mancano poi una manciata di scenari alternativi, con – ad esempio – una spirale che riproduce l’evoluzione umana, miniature di luoghi esistenti e semplicissime foto a trecentosessanta gradi. Queste ultime vanno un po’ a sporcare un’esperienza quasi esclusivamente a sei gradi di libertà, bloccandoci su un pivot dal quale è impossibile sfuggire, e smorzando un po’ l’entusiasmo nei confronti del prodotto complessivo. Presente anche una manciata di scenari in volo, in cui esplorare dall’alto ed attraverso un lento movimento continuo alcune zone del mondo impossibili da battere a piedi; mentre in tutti gli altri casi ci si muoverà soltanto attraverso un teleport veloce e reattivo, rimanendo nei limiti delle piccole aree in cui è possibile muoversi.
Non manca poi, ovviamente, un tocco di nozionismo. Non appena lanceremo uno scenario ci verrà restituito un grosso cartello con la descrizione dell’ambiente circostante, che ha il ruolo di ergersi ad elemento puramente informativo, e che vi permetterà di osservare tutti i luoghi con un pizzico di conoscenza in più. Purtroppo manca una voce fuori campo ad accompagnarci nei nostri viaggi, ma evidentemente l’impostazione più contemplativa, ha un po’ frenato la voglia di proporre un’esperienza prevalentemente informativa e scolastica.
Ovviamente siamo ancora lontani da un’esperienza totalizzante e realistica al cento per cento, e la colpa sta semplicemente nei limiti contemporanei della fotogrammetria; con superfici che risultano spesso un po’ grezze, ed aree esplorabili davvero molto piccole. Niente di drammatico, e ad oggi non esiste effettivamente niente più all’avanguardia, ma se speravate di fare lunghe scampagnate in compagnia di Blueplanet VR potreste dover aspettare ancora qualche anno.
Blueplanet VR è un ottimo modo per dare un’occhiata a luoghi che probabilmente non vedremo mai, o che semplicemente potrebbero incuriosirci a tal punto da spingerci verso un viaggio vero e proprio. Devo dire che, avendo visto dal vivo alcuni dei luoghi proposti dal titolo, l’impatto risulta comunque di grande valore, ed è in grado di restituirvi parte di quelle sensazioni di stupore proprie di un viaggio verso l’ignoto. Chiaramente è inutile restituire un voto ad un prodotto come Blueplanet VR, perché il software si propone come un’esperienza molto specifica e sperimentale, pensata esclusivamente per chi vuole da una parte osservare il progresso tecnologico proprio della fotogrammetria, e dall’altra girare il mondo senza muoversi da casa. Sia che siate esploratori seriali, sia che siate dei pigri abitudinari, provate comunque a dare una chance al titolo, ne potreste uscire, comunque ed in ogni caso, piuttosto arricchiti.
Blueplanet VR è disponibile dal 16 Giugno 2020 su Steam, Gamivo, Viveport ed Oculus Store al prezzo di 24,99€, compatibile con Oculus Rift, HTC Vive, WMR e Valve Index.
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