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Bootstrap Island | la recensione (early access) | PCVR

Giocato su PC con Pico 4

Bootstrap Island è il miglior survival game che ho giocato fino a oggi, quantomeno tra quelli dall’approccio realistico. Vi assicuro che, siate voi amanti del genere o meno, questo esordio di Maru VR riesce a rielaborare una formula trita, ritrita e stantia e a renderla interessante e intelligente, nonostante siano ancora presenti degli angoli da smussare, prima della release definitiva.

Non mi nasconderò dietro a un dito: personalmente il survival è un genere che non è mai riuscito a catturarmi, se non in rare occasioni. Nel contesto della realtà virtuale, soltanto The Forest e Song in the Smoke sono riusciti nell’ardua impresa di entrarmi nel cuore, e lo hanno fatto esclusivamente perché avevano un’idea chiara della loro identità. Non si trattava di survival game noiosi e aperti totalmente alle volontà del giocatore, ma erano giochi che si prendevano dei rischi, e che vivevano di un design molto deciso, a costo di non piacere proprio a tutti. Bootstrap Island fa sostanzialmente la stessa cosa: prende un genere amato un po’ a prescindere, e gli attacca sopra un design così specifico che o lo si ama, o lo si odia.

L’idea è semplice: siamo nel diciassettesimo secolo, e nei panni dell’ultimo superstite di un terribile naufragio dovremo cercare di sopravvivere per più tempo possibile dentro a un’isola piena di insidie. Nessun tutorial e nessuna spiegazione: all’inizio di ogni run ci ritroveremo sulla spiaggia di questa splendida ma terrificante isola cercando di capirci qualcosa, con la consapevolezza che per imparare a giocare dovremo necessariamente morire. Il titolo di Maru VR è infatti un vero e proprio roguelike, con una piccola sfumatura che tende al roguelite, e che prevede proprio che – run dopo run – comprendiate autonomamente i sistemi che regolano il gioco, in modo da sopravvivere per sempre più giorni. C’è solo un piccolo problema, al calare della notte l’isola si riempirà di mostri spaventosi che cercheranno di uccidervi. Per contrastarli dovrete quindi innanzitutto preparare un grosso falò, magari recuperare una torcia, nella migliore delle ipotesi armarvi di una pistola o un fucile. 

A sentirlo così la differenza con altri survival non è poi molta, tolto l’elemento inedito del roguelike, ma Bootstrap Island fa davvero di tutto per differenziarsi da chi è venuto prima di lui, specialmente per quanto riguarda l’attenzione al dettaglio. Inizialmente il vostro alter-ego non potrà portarsi dietro niente, e gli unici slot disponibili per portarvi in giro le risorse che troverete per l’isola saranno le vostre stesse mani. Vien da sé che il ritmo di gioco sarà fin da subito molto diverso da ciò a cui siamo abituati, tanto che non stenterei a definire Bootstrap Island una vera e propria corsa contro il tempo, mentre cerchiamo di avvicinarci al grosso vulcano in lontananza, che sembra nascondere il grande segreto dell’isola. Il gameloop sarà infatti composto dalla ricerca di cibo e acqua, una corsa verso l’orizzonte nel tentativo di trovare un luogo adatto per il falò, la costruzione del suddetto, il recupero di qualche risorsa, la sopravvivenza della nottata e avanti così, fino a dove riuscirete ad arrivare. La grande idea di Maru VR è che un ciclo di ventiquattro ore dura letteralmente dieci minuti, e vi costringerà quindi a compiere scelte difficili da un secondo all’altro, sperando di non aver preso la decisione sbagliata, che vi porterà inevitabilmente al game over.

In fin dei conti non sono tanti gli elementi che compongono il design di Bootstrap Island, anzi, ma quei pochi elementi sono – come anticipato – esplorati con grande cura per il dettaglio. Non solo la cura per il game loop, ma anche per cosa è possibile fare e come è possibile farlo. Giocando su una fisica semi-realistica di corpi e fluidi, è davvero possibile inventarsi come giocare. Potrete creare un cerchio di fuoco intorno a voi per difendervi dalle bestie, infilzare una serie di granchi per farne uno spiedino e recuperare l’energia tutta d’un botto, camperare vicino a una grotta coprendo l’entrata con dei grossi massi. Sono tutte situazioni che restituiscono grandi soddisfazioni, ma che soffrono ancora un po’ dello stato di early access attraverso cui il titolo viene lanciato.

Premessa: di early access così puliti, sia sul fronte ludico che formale, ne ho visti davvero pochi, specialmente in VR. Per sua stessa natura, però, Bootstrap Island ha bisogno di ancora tanto tempo per trovare una direzione definitiva, per avere in mano ancora qualche sistema che renderebbe il gioco più divertente e meno snervante, per rifinire quelle meccaniche già accennate, ma ancora non definitivamente compiute.

In soccorso di questa pseudo-problematica c’è però quell’elemento roguelite di cui vi accennavo in apertura. Alla nostra morte perderemo ogni progresso, è vero, ma ogni manciata di partite il gioco sbloccherà in automatico nuovi elementi da ritrovare dentro alla vostra prossima run, che renderanno la vostra vita sull’isola un pochino più semplice. Sono aggiunte come un coltello, un fucile e la possibilità di portarsi dietro qualcosa in più, che migliorano decisamente la vita del nostro naufrago, e che rendono di conseguenza meno ripetitivo il gameplay.

C’è poi un altro elemento clamoroso di cui non vi ho parlato fino adesso, ma che merita di essere citato: il comparto tecnico. In Maru VR sono stati molto decisi: Bootstrap Island non è un gioco che si presta a porting di alcun tipo, su piattaforme che non possono reggerlo. Ecco quindi che, in esclusiva su PCVR, la bellezza maestosa dell’isola che da il nome al gioco risulta davvero sorprendente, abituati da un po’ a prodotti che devono necessariamente fare i conti con PlayStation VR e – soprattuto – Meta Quest. Visivamente Bootstrap Island non ha eguali nel contesto delgenere, e fatico a buttar giù una lista di dieci giochi PC che dimostrano una consapevolezza tecnica analoga, tolti i soliti noti. Davvero, specialmente per essere un eary access, tanto di cappello a Maru VR.

Se a dirvi che Bootstrap Island è un titolo da tenere decisamente d’occhio è una persona che odia il survival alla Green Hell, vuol dire che qui dentro c’è effettivamente qualcosa di speciale. I contenuti non sono ancora molti e qualche sbavatura – sia tecnica che di gameplay – indubbiamente è presente, ma se c’è un gioco che sono curiosissimo di vedere come si evolverà da questa prima release alla uno punto zero, ecco, quello è proprio  Bootstrap Island.

Bootstrap Island è disponibile dal 22 febbraio 2024 su Steam.






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Alessandro Redaelli

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