Provato su Meta Quest 2
A cavallo tra gli anni ‘90 e 2000 Valve si è affermata regina incontrastata del game design, soprattutto nel campo degli fps / puzzle game che univano azione, enigmi e satira. Gli imitatori sono arrivati a frotte, ma raramente mi è capitato di vedere la filosofia Valve applicata con tanto gusto e raffinatezza quanto in Budget Cuts e nel suo sequel. La serie VR di Neat Corporation, uscita originariamente tra il 2018 e il 2019 su PC e poi su PSVR, è di recente approdata su Meta Quest e su PSVR2 con un’edizione denominata “Ultimate” che unisce entrambi i capitoli in un unico pacchetto, e che rappresenta l’occasione perfetta per riscoprire due titoli eccellenti del panorama VR.
Budget Cuts Ultimate è, di fatto, un unico gioco che unisce i due episodi della serie senza soluzione di continuità, come se non fossero mai stati intesi come due giochi separati. In sostanza, arrivati alla fine di quello che era Budget Cuts 1 si prosegue con l’avventura senza neanche una title card o un passaggio dal menu di gioco.
Questo significa non solo che al prezzo di 29,90 (su Meta Quest) o 26,99 (su Playstation) si ottengono praticamente due giochi al prezzo di uno, ma anche che ci si ritrova davanti a un’esperienza radicalmente diversa da quella che era disponibile su PC, in forza di una nuova struttura che per forza di cose mette entrambi i giochi in una nuova prospettiva.
Andiamo con ordine. Budget Cuts è un’avventura stealth con elementi action nella quale interpretiamo un umano in un mondo distopico in cui gran parte della forza lavoro e di polizia è composta da automi. Mentre attendiamo la fine della giornata nel nostro cubicolo all’interno di un immenso ufficio riceviamo un misterioso pacchetto contenente un cercapersone e le indicazioni per parlare al telefono con una certa Winta, che ci avverte di un piano aziendale per eliminare tutti gli umani. Seguendo le sue istruzioni, ci troveremo a fuggire dal nostro ufficio nascondendoci dalle robotiche guardie armate che lo sorvegliano, utilizzando un dispositivo per il teletrasporto e un arsenale di chiavi di sicurezza, forbici, tagliacarte e cacciaviti.
Superata un’introduzione che non fa nulla per nascondere l’ispirazione a Matrix, Budget Cuts rivela presto quali sono i suoi riferimenti principali per atmosfera e game design: Portal 1 e Portal 2, con un pizzico di Half Life 2 per insaporire. Lo stile grafico, il senso dell’umorismo, il modo lineare con cui sono introdotte le meccaniche di gioco, la componente narrativa – sono tutti elementi nei quali è facile trovare il DNA Valve. Fortunatamente il team di Neat Corporation è riuscito ad andare oltre la mera ispirazione e a creare un mondo di gioco con un’identità propria, in cui il livello di sfida è strettamente connesso con l’uso di meccaniche ben calibrate e spesso originali, e facendo buon uso di una scrittura semplice ma efficace riesce a motivare il giocatore a proseguire la propria avventura con un certo senso di urgenza.
Il primo Budget Cuts si chiudeva con un cliffhanger, che poteva funzionare come temporanea chiusura della nostra avventura, ma che lasciava aperte molte questioni legate alla trama complessiva. Nel corso di circa quattro ore di gioco introduceva una manciata di meccaniche, un numero appena adeguato di puzzle e un villain memorabile e piuttosto terrificante. Budget Cuts 2, uscito l’anno successivo con il sottotitolo “Mission Insolvency”, riprendeva esattamente da dove si era interrotto il primo capitolo, ampliando la rosa di strumenti a nostra disposizione, proponendo qualche nuovo ambiente, riciclando il villain e puntando molto di più sull’azione che sullo stealth – oltretutto riducendo la durata. In pratica, più che un sequel era una conclusione, con uno sviluppo e un climax ben identificabili, e un finale definitivo e soddisfacente.
Budget Cuts Ultimate, unendo i due capitoli in un unico gioco, realizza quella che possiamo immaginare fosse la visione originaria di Neat Corporation, offrendoci un titolo corposo, longevo, ben strutturato e coinvolgente che forse è più della somma delle sue parti.
Non manca qualche difetto. Alcuni dei puzzle risultano più ottusi che stimolanti; la scelta di fare affidamento unicamente sulla componente action durante l’ultimo atto può lasciare un po’ di amaro in bocca; e soprattutto un sistema assolutamente controintuitivo e imprevedibile di salvataggi e checkpoint rischia di portare a momenti di estrema frustrazione e di compromettere parte dell’esperienza. Inoltre, la possibilità di cambiare il sistema di movimento e affiancare quindi la free locomotion al teletrasporto rischia di offrire al giocatore un modo per rompere il gioco senza alcun avvertimento che si sta deviando dall’esperienza ottimale – sembra quasi più un tool per speedrunner che un’opzione per l’accessibilità.
Su Quest 2, la piattaforma su cui l’abbiamo provato, Budget Cuts Ultimate si presenta come uno dei giochi più completi, ricchi e rifiniti nel suo genere. Al netto di qualche compromesso – tempi di caricamento piuttosto lunghi, una draw distance ridotta e la sporadica comparsa di texture 2D al posto delle finestre – ci troviamo davanti a un titolo che può davvero distinguersi all’interno della libreria Quest e dare lustro al gaming in standalone, grazie a un lavoro straordinario sulle animazioni, il design degli ambienti, il sound design e la colonna sonora, la fisica e l’interazione con gli asset. Non parliamo certo di un gioco mobile.
Budget Cuts Ultimate è un’avventura coinvolgente dal design elegante, che dà nuova vita a due ottimi titoli del passato, e che si presenta da una parte come un’operazione interessante per i fan della serie, e dall’altra come un acquisto quasi obbligato per chi non ha mai giocato gli originali ma cerca un’esperienza completa, divertente ed estremamente curata su Quest 2 o PSVR2.
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