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Call of Duty: Modern Warfare III | la recensione | PC

Giocato su PC

Se c’è una cosa che vogliamo dalle campagne di Call of Duty è un tipo di esperienza cinematografica, concisa, guidata e spettacolare. Nonostante piccoli gruppi di giocatori si lamentino del fatto che COD sia sempre lo stesso gioco, quando Infinity Ward, Sledgehammer o Treyarch riescono a tirar fuori un’avventura single-player come si deve la maggior parte del pubblico è contento; anche perché la campagna è difficilmente il principale motivo di acquisto di un Call of Duty. Non per me, che gioco a COD quasi esclusivamente per quest’ultima, per poi farmi qualche breve partita in multigiocatore, in attesa di un prodotto online che mi stuzzichi maggiormente durante l’anno. Le ultime due campagne di COD mi erano piaciute, quella di Call of Duty: Modern Warfare III, invece, non solo è la peggior campagna di un COD da quando ho memoria, ma è, se possibile, una delle peggiori campagne di un FPS tripla A degli ultimi vent’anni. 

La storia continua sostanzialmente da dove si era fermato il remake di Modern Warfare II, con l’antagonista principale della serie che viene liberato e che toccherà a noi recuperare, per sventare poi gli attacchi terroristici che ha in serbo. Niente di nuovo sul fronte narrativo, quindi, se non per un piccolo dettaglio: Modern Warfare III esce durante due conflitti tra i più disperati della storia moderna. Che colpa ne ha, vi chiederete voi, Sledgehammer? Ne ha una gigantesca: non solo si dimostra apertamente apolitica rispetto a quello che sta succedendo oggi nel mondo, ma dipinge la guerra in modo ancora più superficiale, ancora più pericoloso, soprattutto per chi gli si approccia in giovane età, o senza consapevolezza alcuna. Ora, da Call of Duty non mi aspetto sicuramente il grande manifesto antimilitarista del nostro millennio, ma durante le ultime campagne una manciata di momenti in cui si ragionava – anche in modo superficiale – sulle conseguenze della guerra c’erano, e in qualche modo ce le potevamo far andare bene.

Qui, invece, non c’è niente di tutto questo, e il mondo viene diviso in maniera molto netta tra buoni e cattivi. Non ci sono conseguenze, né chiavi di lettura altre, sui civili che vengono uccisi durante il conflitto che MWIII ci racconta. Manca anche un momento sovversivo ed esplicitamente di rottura com’era stata la famosa missione “No Russian”, che riusciva in qualche modo a farci ragionare sulle atrocità del terrorismo, a prescindere dalle parti. Modern Warfare III è un gioco quindi eticamente deplorevole, specialmente in un momento storico come questo, e il problema è che non è neanche questa la sua colpa più grave.

Al di là di un discorso come questo, che può interessare forse più a chi non compra ogni anno un Call of Duty, e a chi si fa delle domande altre rispetto al solo valore dell’investimento monetario per un videogioco, la campagna di Modern Warfare III è semplicemente indifendibile.

Su quindici missioni, più della metà sono livelli “con libertà d’azione”, come ci viene suggerito da un claim all’inizio della partita. Secondo la logica di Sledgehammer, questa nuova tipologia di missioni doveva andare a soddisfare tutta quella fascia d’utenza che ha sempre chiesto a Call of Duty di essere un FPS più libero, e meno un corridoio cinematografico. Premesso che l’unico motivo per giocare una campagna di COD è proprio quello di avere in mano un giocattolone guidato e cinematografico, la pensata poteva anche avere una sua dignità. E invece no: le missioni con libertà d’azione non sono altro che zone quadrate saccheggiate dalla mappa di Warzone, con un numero pressoché infinito di nemici e obiettivi degni di una modalità multigiocatore. Esattamente tutto quello che non dev’essere un FPS single player.

Perché, vi chiederete voi, è stata presa una scelta così scellerata? Se vogliamo pensare abbiano agito in buona fede, cavalcando l’onda della libertà offerta da prodotti di successo nell’ultima stagione videoludica, semplicemente hanno sbagliato tutto. Se vogliamo pensare male, invece, pare che la campagna di MWIII sarebbe dovuta essere un DLC di MWII, anche per una questione di continuità del racconto. A un certo punto qualcuno in Activision deve però essersi svegliato, pensando: perché non la vendiamo a 70€? Visto che le sette missioni che non sono costruite sulla struttura libera arrivavano però a stento a tre ore di gioco, gli amici di Sledgehammer si sono dunque messi a lavoro sull’adattamento delle sopracitate zone di Warzone per rimpolpare un po’ una campagna che non stento a definire offensiva per l’intera community, e che tocca oggi il gradino più basso che si potesse toccare con un Call of Duty tradizionale.

Se vi state chiedendo se quantomeno le missioni più dritte siano dignitose, la risposta è no. Qualcosa si salva: il livello d’apertura – come da tradizione – è il migliore, ma non stupisce certo per messa in scena o trovate di gameplay. Andando avanti qualche momento riesce a sfiorare la sufficienza, ma non c’è assolutamente nulla che valga la pena giocare, o che raggiunga quantomeno il livello dei due capitoli precedenti.

Sul fronte del multiplayer, invece? Lungi da me definirmi un esperto di FPS competitivi, quantomeno di Call of Duty. Nonostante questo ogni anno, dopo essermi giocato la campagna, un po’ dell’offerta multigiocatore, almeno per qualche settimana, me la gusto. In tal senso, Modern Warfare III regala – da questo punto di vista – una buona offerta, con la riproposizione delle 16 mappe del MWII del 2009, rilette sotto a una chiave next gen. Le mappe sono ben disegnate e divertenti, e grazie alla ritrovata mobilità degli ultimi capitoli del franchise risultano il campo di battaglia ideale per le partite multigiocatore che ci aspettiamo da un Call of Duty. L’unico problema è che non offrono niente di nuovo rispetto a ciò che avevamo già visto quasi quindici anni fa, che per un gioco che viene venduto alla cifra a cui viene venduto, insomma… non è proprio il meglio che si possa desiderare. Chi aveva tuttavia già passato decine e centinaia di ore sulle stesse mappe sulla scorsa gen ritroverà qui lo stesso buon design che aveva già avuto modo di sperimentare, ma sotto una veste grafica totalmente rivista. D’altronde il gunplay è sempre eccezionale, e se nel single player viene totalmente sprecato a causa di una campagna ingiustificabile, nel multiplayer trova finalmente il suo reale senso d’esistere.

Sul fronte tecnico, a tal proposito, il discorso è sempre quello. Ho giocato al titolo su PC con un i9 13900k, 64Gb di Ram e una RTX 4090, senza aver avuto il minimo problema in 4K con tutto a ultra. Se c’è un problema che i prodotti ultramilionari d’altronde non hanno è quello della presentazione grafica, che comunque risulta qui particolarmente triste nella sua direzione artistica durante la campagna, ma sufficientemente funzionale durante le modalità a multigiocatore.

Sempre a proposito del multiplayer, Modern Warfare III vede finalmente la modalità zombie disponibile fin dal lancio, ma sotto l’inedita veste del simil battle royale. In realtà, il design di Zombie rimane sempre quello a obiettivi che ben conosciamo, ma non più a match, svolgendosi in questo caso nella open map dell’Urzikistan, propria del prodotto gemello di Activision. Vi dico la verità: non sono un grande fan di questa nuova rilettura della modalità, e ho sempre preferito scontrarmi contro i morti viventi dentro ad aree più contenute attraverso match di difficoltà crescente, ma in un mondo che si sta spostando gradualmente verso le logiche dell’open world, questa nuova visione dell’iconica game mode potrebbe comunque divertire qualcuno, specialmente i fanatici di Warzone.

L’offerta multigiocatore di Call of Duty: Modern Warfare III è quindi quello che ci si poteva aspettare dal titolo oggi, nel 2023. Non offre niente di nuovo, se non una modalità zombie che accontenterà qualcuno e scontenterà qualcun altro, ma il core design funziona sempre, e potrà divertire i fanatici del franchise per la giusta quantità di ore, prima dell’arrivo del prossimo capitolo. Tuttavia, e questo è un discorso prettamente personale, da Call of Duty esigo anche una campagna come si deve, e quest’anno la campagna come si deve non c’è stata.

È vero, lo ripeto ancora una volta, che COD non viene generalmente acquistato per la sua campagna. Tuttavia, non essendo un esperto di quest’ultima, la mia opinione in merito credo che sia più superflua, della mia lettura del single player. Mi ci sto divertendo? Sì, ma vi invito ad ascoltare pareri più approfonditi rispetto al mio per quanto riguarda tutta l’offerta online ivi descritta.

La campagna di Call of Duty: Modern Warfare III è la peggior campagna che ho mai giocato dentro a un Call of Duty, e – come già anticipato – uno degli FPS a singolo giocatore più deprimenti di sempre. Manca una lettura del contesto, manca un’idea di design, manca una direzione, manca – sostanzialmente – tutto quanto. Il multiplayer invece è il solito: funziona, e i fanatici della serie lo giocheranno sicuramente con voracità fino all’uscita del capitolo successivo. Mi ci sono e mi ci sto divertendo anche io, ma forse per settanta euro la riproposizione di mappe già viste nel 2009 e una modalità zombie inedita (ma divisiva) non è abbastanza. Prendete il voto che trovate in calce come una media tra ciò che vale l’offerta multiplayer al day one e quello che vale la sua campagna a singolo giocatore, ben consci della mia posizione rispetto a ciò che cerco da un Call of Duty.

Call of Duty: Modern Warfare è disponibile dal 10 novembre 2023 al prezzo di 69,99€ su PC, XBox Series X/S e PlayStation 5.






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Alessandro Redaelli

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