Introduzione

La cucina richiede di poter maneggiare utensili e materie prime, per questo ha attecchito con difficoltà nel mondo dei videogiochi, almeno fintanto che Wii e DS con i loro sistemi di input atipici hanno aperto le danze con Cooking Mama e sequel vari. La realtà virtuale è semplicemente perfetta per questa finalità, infatti l’ottimo Job Simulator che è stato una vera e propria icona del roomscale al lancio del Vive viene ricordato essenzialmente per i suoi trascorsi culinari. Molti altri hanno fatto variazioni sul tema, tutti abbassando l’asticella della complessità nelle ricette e nelle interazioni, spesso semplicemente impilando ingredienti nel giusto ordine il più velocemente possibile.

Il gioco

ChefU cerca di dare un taglio netto a questa approssimazione tra i fornelli: si pone come primo ed unico simulatore, cosa che fin dal suo annuncio ha suscitato in me un certo entusiasmo. Personalmente non aspettavo altro, e mi sono approcciato al titolo con le migliori intenzioni, ma con aspettative realistiche: maneggiare ingredienti nei tre stati della materia, un nutrito numero di utensili di cui molti totalmente manuali, salvando nel contempo giocabilità e divertimento sarebbe stata veramente un impresa.

Tale difficoltà, ahimè, si vede tutta in ChefU. Il primo impatto è molto negativo, la grafica poverissima, va lodato l’impegno nel creare un locale che dal punto di vista architettonico e del mobilio risulta di gran lusso, peccato che sia rivestito da texture che non si vedevano dai tempi del Nintendo 64, spalmate all’inverosimile per via della bassa risoluzione. C’è da dire che arrivati alla cucina vera e propria le cose migliorano sensibilmente, con utensili piuttosto dettagliati ed il resto rapidamente a calare, con una soglia della decenza che inizia timidamente a fare capolino nel lontano orizzonte.

Se dal punto di vista tecnico ChefU è debole, si respira la passione degli sviluppatori per la pratica culinaria. E’ incredibile il numero di oggetti che potrete usare, ci sono almeno una decina di tipi di coltelli diversi, spezie di ogni sorta, pentole, termometri, pinze, per non parlare del mobilio con cassetti e ante ovunque. Letteralmente, dovrete spendere del tempo per ambientarvi e capire cosa sta messo dove. Partenza pessima col cameriere-gorilla ed il panorama 320×240, ma a livello di struttura ChefU è di certo il più completo nel genere.

Con ritrovato entusiasmo provo a cucinare la mia prima ricetta: fette di pane al burro tostate, vera arte gourmet. Rintraccio la giusta anta con i piatti, cercandone uno adatto allo scopo, lo afferro e… bum! Esplosione, tutti i piatti impilati partono impazziti in mille direzioni, frantumandosi. Ma è solo l’inizio, in ChefU tutto risponde alle leggi della fisica, cosa buona solo sulla carta perché diverrete matti nel solo afferrare un oggetto, se posto sopra o vicino ad altri. Non parliamo di cosa succederebbe se vi metteste ad affettare le cose, operazione che struggentemente l’interfaccia tenta di fare rispettando l’orientamento della lama al contatto. Il gioco vuole e prova ad essere realistico, imponendo operazioni complesse, ma il risultato è un folle universo di oggettume perverso che lotta senza un domani al solo fine di farvi dispetto. Con meno poesia, è pieno di fisica male integrata, compenetrazioni e collisioni che semplicemente non dovrebbero esserci.

Comfort e implementazione

Altro pozzo senza fondo della frustrazione, il movimento in ChefU. Chi vi scrive ha un amplissimo chaperone di 4 metri per 4 e non ricordo di aver dato così tante sventole al muro nemmeno giocando a Virtual Sports o Gorn, è assolutamente impossibile orientarsi sia perché la cucina è grande quanto un condominio ed ogni cosa si trova a distanze siderali, sia perché non c’è alcun riferimento per mantenere le aree utili nella giusta posizione rispetto alla vostra stanza reale. Un locale così grande ha senso per uno staff di dodici persone, avrebbero dovuto riposizionare tutto in un numero limitato di settori quali fornelli, celle, piano di lavoro e così via; questo per favorire il roomscale e l’uso delle mani, qui ci si teletrasporta metri e metri per ogni sciocchezza, spesso con oggetti in mano pronti a partire per la tangente. Anche il frame rate lascia a desiderare, ma nell’ecatombe generale direi che sia il più perdonabile e risolvibile dei problemi.

Conclusioni

ChefU non va sistemato, va fatto brillare e rifatto ex novo. Ha la peggiore implementazione dell’handtracking che abbia mai visto, risulta frustrante per un numero così alto di motivi che ogni altra considerazione o difetto passa in secondo piano. Un prezzo che non ti aspetti, assegnato con vero sprezzo del pericolo.






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Raffaele Cadeddu

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