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Crashland: recensione e video recensione (Quest)

Giocato su Oculus Quest 2

Quanto amo i giochi semplici e ben fatti! In VR, anche più che in flat, è innegabile come le esperienze che funzionano di più ad oggi siano infatti quelle che virano di più verso il mordi e fuggi: un gameplay immediato e senza fronzoli, una pulizia del codice impeccabile ed una longevità potenzialmente infinita. Di questa categoria fanno parte grandi capolavori della realtà virtuale come Beat Saber, Pistol Whip, In Death, Superhot e così via; e da oggi anche Crashland, che gli si affianca insistentemente, presentandosi come un FPS a mo’ di wave tra i più irresistibili del mercato. Scopriamo insieme questa piccola perla esclusiva per Oculus Quest, in uscita oggi sui nostri caschetti standalone.

Il Dr. Llyr ap Cenydd, oltre a vantare un nome impronunciabile, è anche un abile sviluppatore che già in tempi non sospetti aveva iniziato a lavorare con la realtà virtuale. Ai tempi del DK1, e sfruttando l’ormai defunto Razer Hydra, il sopracitato developer aveva infatti già iniziato a lavorare a Crashland, presentando in giro per il mondo una demo funzionante, che per la prima volta sfruttava insistentemente i motion controller. Dopo essersi dedicato ad Ocean Rift, uscito oramai da qualche anno su quasi tutte le piattaforme, Cenydd torna sul suo primogenito, e decide di chiudere il gioco in esclusiva per Oculus Quest.

Su carta Crashland è, diciamocelo, il solito wave shooter. Quello che dovremo fare in questa esclusiva per caschetti standalone non è infatti altro che entrare in un livello, eliminare tutti i nemici, ed aspettare che un timer giunga al termine così che qualcuno venga ad estrarci. Niente di più semplice, avete ragione, ma quando un genere – per quanto limitato sia – ci si presenta al massimo del suo splendore, non possiamo far altro che rimanerne profondamente ammirati e, soprattutto, divertiti.
Sì perché Crashland, nonostante non inventi nulla sul fronte ludico, è una delle esperienze più divertenti che ho avuto il piacere di provare negli ultimi mesi in realtà virtuale, soprattutto grazie ad un game design rifinitissimo, un’estetica da paura ed una mole di contenuti a dir poco titanica, soprattutto se paragonata alla piattaforma di riferimento.

Quello che il titolo di Cenydd ha in più rispetto agli altri esponenti del genere sono fondamentalmente due cose: la tensione percepita sul campo da gioco, ed una componente tecnica estremamente lodevole.

La prima è dovuta senza dubbio ad un lavoro sul game design decisamente encomiabile, che lavora sempre di fino sullo spawn dei nemici, sui tempi di attesa per l’estrazione e sul pacing generale degli scontri. Anche se passerete soltanto tre minuti su uno dei ventiquattro pianeti che compongono la campagna principale, il tempo percepito sarà infinitamente maggiore, a causa di una difficoltà senza compromessi, ed un gameplay in cui anche un solo sbaglio può farvi perdere la partita. Per non parlare poi dei livelli che sfiorano quasi i dieci minuti di resistenza, mentre vi dimenate a destra e a manca sparando all’impazzata e correndo come forsennati.

A difenderci dalle terribili creature che infestano il mondo di gioco ci penseranno tuttavia un paio di armi costantemente ancorate alle vostre mani, a cui potrete aggiungere dei modificatori che compariranno casualmente ad intervalli regolari, e che arricchiranno le vostre bocche da fuoco con munizioni speciali ed altri power-up. Anche questo è un elemento gestito in maniera splendida, poiché la tensione di ricevere il power-up sbagliato o di avvicinarci con troppa lentezza ai nostri bonus aumenta ancora una volta esponenzialmente, regalandoci un’esperienza tesa e divertentissima dall’inizio alla fine.
Certo, la difficoltà è qui davvero punitiva, ed ogni tanto – forse – anche ingiusta, ma tutto contribuisce ad aumentare sia la longevità, che il senso di sfida, con la conseguente voglia di averne sempre di più.

Non mancano poi i sempreverdi perks, attivabili da un apposito menù e che si dividono tra skill attive e passive; sbloccabili salendo di livello, ma tra cui dovremo scegliere con parsimonia. Nonostante alla fine del vostro percorso avrete a disposizione decine di queste abilità, potrete scegliere soltanto una piccola manciata di bonus da portarvi dietro, e dovrete quindi decidere bene tra un’eventuale torretta difensiva, un attacco più dirompente, od una carica più veloce dell’arma secondaria.

Tutto nel gameplay di Crashland funziona ad orologeria; ma sul fronte tecnico l’esclusiva Quest riesce a fare anche meglio.

La direzione artistica dell’opera di Cenydd è davvero unica, e riesce a mischiare sapientemente un’estetica dal gusto vintage ad un lavoro sulle animazioni quasi inedito per il mercato standalone. Se l’estetica delle creature e dei mondi si rifà infatti a classici videoludici e cinematografici del passato come Half Life e Tremors, le animazioni delle suddette risultano invece estremamente all’avanguardia, anche perché si basano sul concetto di animazioni procedurali, che riescono a lavorare in maniera molto più realistica sui keyframe che compongono le animazioni. Non ho gli strumenti tecnici per raccontarvi nello specifico in cosa consistono le animazioni procedurali, ma vi assicuro che – trovandovici di fronte – riuscirete serenamente a percepire la differenza sostanziale tra quest’ultime e quelle a cui siamo abituati in VR.

Anche sul fronte longevità ci troviamo davanti ad un prodotto corposo, che presenta ventiquattro livelli della durata dai tre ai dieci minuti, ma che saranno impossibili da completare di fila ad una prima run. Pensate a Crashland come una sorta di In Death con le armi da fuoco, in cui è vero che un full playtrough può potenzialmente durare poco, ma per arrivare a quel playtrough dovrete farne altri centocinquanta finiti male. In ogni caso, al contrario del titolo Supebright, in Crashland avrete la possibilità di continuare direttamente dal livello in cui siete morti, assottigliando quel senso di frustrazione proprio solo dei rogue-like, di cui ovviamente Crashland non è un esponente.

Per essere un titolo prodotto da un solo sviluppatore e per essere un gioco Oculus Quest, Crashland è stata forse la sorpresa più piacevole che ho scoperto negli ultimi mesi, risultando un ottimo competitor del mercato più spiccatamente arcade sui caschetti di realtà virtuale. L’estetica, il gameplay, la mole di contenuti: in Crashland è letteralmente tutto dalla sua parte, e sebbene non faccia nulla in più di quello che promette su carta, risulta un acquisto quasi obbligato per tutti gli amanti del genere. Occhio, se cercate un titolo narrativo e dalla campagna convenzionale, state assolutamente lontani dal titolo di Cenydd; ma ripeto che se le vostre giornate si dividono tra Superhot, In Death e Until You Fall, Crashland potrebbe serenamente diventare la vostra, nuova, droga.

Crashland è disponibile dal 25 Febbraio 2021 su Oculus Store, compatibile con Oculus Quest ed Oculus Quest 2.

 






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Alessandro Redaelli

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