A breve distanza dall’eccellente Electronauts, Survios pubblica l’atteso Creed: Rise to Glory, titolo su licenza dell’omonimo film del 2015 che vi vede nel ruolo di Adonis Creed, figlio illegittimo del ben più noto Apollo Creed dei primi due Rocky di Stallone. Anche se le citazioni non mancano, con ricostruzioni di palestre iconiche prese dalla serie ed una fase in cui sarà presente Rocky Balboa stesso, l’attrattiva derivante dalla licenza cinematografica avrà un peso relativo per il bacino di utenza tipico della realtà virtuale. Più interessante invece il capire come il titolo si raffronti con i numerosi giochi di combattimento e pugilato già presenti sul mercato.
Creed si pone a metà strada tra un approccio simulativo ed uno di stampo arcade, creando una infrastruttura immediata ma non priva di profondità. Il più accreditato gioco di boxe per VR è certamente The Thrill of the Fight, produzione amatoriale di un singolo sviluppatore che per primo ha inaugurato il genere, facendo crescere le dinamiche di combattimento fino ad un livello di realismo tutt’oggi imbattuto. Citiamo anche Knockout League, spin-off di Punch Out per VR dotato di una ottima grafica e di un gameplay smaccatamente arcade. Creed si pone a metà strada tra i due per realismo e immediatezza, con un compromesso accettabile sia per l’utente casalingo che per il mercato degli Arcade VR al quale si rivolge.
Il picchiaduro Survios potrà essere affrontato in single player nella modalità storia, con incontri personalizzati o online contro altri giocatori. Quale pugile, il vostro lavoro consisterà fondamentalmente in due attività: allenamento in palestra e incontri sul ring. Il primo viene gestito attraverso serie rapide di minigiochi in sequenza, che richiedono precisione e velocità. Il secondo è invece il combattimento vero e proprio, con tanto di pubblico, arbitro e regole.
La prima cosa che si noterà è come sia stata data la massima attenzione nel mantenere il giocatore all’interno del suo spazio, riducendo l’area di movimento ai minimi termini in rigoroso tracking frontale. Se per la versione PSVR questo è comprensibile, sui sistemi PC e specialmente quelli con tracciamento roomscale ci si sentirà un po’ in gabbia: gli avversari combatteranno in modo tale da non spingerci mai a ruotare o muovere il tronco, non ci gireranno attorno ne’ si allontaneranno da noi, se non per occasionali camminate usando l’oscillazione delle braccia. Questo fa di Creed un titolo che può persino essere giocato da seduti, caso più unico che raro nel genere. Va anche sottolineato come tali limitazioni siano auspicabili per bilanciare il multiplayer in quanto gli sfidanti con ampio spazio di manovra avrebbero notevoli vantaggi su quelli con tracking frontale.
Il vostro personaggio verrà rappresentato in cinematica inversa, similmente alle ultime produzioni Survios, ma la parte inferiore del corpo è animata piuttosto male se raffrontata a Sprint Vector e Electronauts nonché poco dettagliata. Riguardo i pugni, i guantoni virtuali si fermeranno sugli ostacoli senza seguire le vostre mani al suo interno, un sistema che funziona piuttosto bene e che favorisce nel giocatore movenze plausibili anche in assenza di impatto fisico. Le dinamiche di combattimento scoraggeranno la rotazione caotica delle braccia, con un valore di resistenza che tenderà a crollare dopo pochi pugni consecutivi, costringendo il giocatore a dosare le sue energie. Poco realistica la guardia ottenibile posizionando i guantoni paralleli sul viso, che offre una protezione quasi totale per evitare che il giocatore si inchini o si muova troppo, ma anche in questo caso gli sviluppatori ne hanno bilanciato l’uso limitando il numero dei pugni incassabili senza danno. Dal punto di vista dell’impegno fisico, tra allenamento e incontri Creed sa e vuole essere sfiancante, se cercate una applicazione che vi faccia bruciare calorie questa è tra le più intense che possiate trovare.
Creed: Rise to Glory è il quarto titolo in realtà virtuale di Survios, casa che gioco dopo gioco ha ridefinito i generi nei quali si è cimentata sia per realizzazione tecnica che per contenuti. Sebbene si tratti di un gioco competente, Creed non riesce nell’impresa di detronizzare picchiaduro esistenti, principalmente per la scelta di ridurre il tracking al minimo comune denominatore a beneficio di compatibilità e bilanciamento nel multiplayer. Il suo vero punto di forza è tuttavia rappresentato dal PvP, tentato in altri prodotti del genere ma con scarso successo, a cui si aggiunge una campagna breve ma divertente ed una cosmesi sopra la media. Una produzione interessante che gli amanti del pugilato dovrebbero sicuramente considerare.
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