Giocato su Meta Quest 2
La grande forza della realtà virtuale è quella di riuscire a raccontarci delle storie da affrontare in prima persona, annullando la distanza tra giocatore e alter ego, e immergendoci dentro a racconti, immaginari e ambienti impossibili da vivere in altri modi. Crimen – Mercenary Tales decide quindi di non raccontarci una sola storia, ma ben otto, facendoci vivere le gesta di una serie di personaggi pittoreschi, ritrovatesi insieme proprio per condividere le proprie esperienze. Il titolo di Carbon Studio, in uscita oggi su Quest 2 e Quest Pro è inaspettatamente divertente, ma non tutto funziona al cento per cento.
Il setup è quello descritto in apertura: un’ampia taverna che ospita otto personaggi, ognuno dei quali non vede l’ora di raccontarci le proprie gesta. Interagendoci andremo quindi a vivere dai loro occhi un racconto che, fuori campo, ci stanno descrivendo con grande cura, tra banditi senza scrupoli, demoni della notte e pirati non morti. Sono otto piccole storie, della durata di una ventina di minuti abbondanti l’una, che tentano di scherzare col genere e con la cultura pop, ma che non appassionano particolarmente nel loro elemento narrativo, anche a causa del respiro un po’ forzato del racconto. Quello che appassiona è invece il gameplay: arcade, veloce e senza fronzoli, composto da esplorazione, scalate, piccoli puzzle e tanti combattimenti.
Oserei dire che l’elemento cardine del design di Crimen è proprio quest’ultimo, quasi sempre esplorato attraverso un’arma bianca a distanza ravvicinata, che si apre sporadicamente all’utilizzo di armi a lunga gittata. Il combat system è semplice: due posizioni specifiche per parare l’avversario, che andrà quindi a sbilanciarsi e a concederci un contrattacco di qualche secondo prima di tornare in difesa. Ci sono anche delle varianti, come nemici con lo scudo che ci impongono di spostarci fisicamente, arcieri le cui frecce possono essere deviate e restituite al mittente, e una manciata di boss che tentano di inventarsi qualcosa di nuovo a ogni giro. Non è un design raffinato, e neppure particolarmente brillante, ma funziona proprio grazie alla sua velocità e alla sua natura arcade, che riesce a divertire dall’inizio alla fine, nonostante la ripetitività a volte eccessiva del game loop. Peccato per delle hitbox mai troppo precise, che a volte tendono a farci morire ingiustamente o a farci mancare un avversario palesemente toccato dalla nostra arma, ma a ogni game over corrisponde un checkpoint molto vicino al luogo della morte, ragion per cui l’esperienza difficilmente vi risulterà frustrante.
Questo perché Crimen è un gioco facile e guidato, quasi fosse un’esperienza della prim’ora della realtà virtuale, e questo – al contrario di quanto in molti possano pensare – non è un difetto. La VR è bella anche per questo: perché ci fa vivere esperienze guidate da affrontare a cervello spento, e che ci fanno divertire anche senza imporci design particolarmente complessi o enigmatici, e Crimen si fa un gran vanto di questa sua natura. Il fatto che sia presente sia il movimento a teleport che la lingua italiana sottolinea l’idea: il prodotto di Carbon Studio è un titolo davvero per tutti, a prescindere dall’esperienza che si ha, o non si ha, con il medium in questione.
È quindi un po’ un peccato che la seconda metà delle avventure proposte tenda un po’ a ripetersi senza guizzi né invenzioni, quasi a voler arrivare a tutti i costi a otto storie, quando quelle che funzionano davvero sono forse, nella loro interezza, soltanto le prime quattro o cinque. È un peccato perché lì dove i design vanno a variare sensibilmente, specialmente nella loro identità visiva, Crimen funziona davvero, nonostante non sia il più originale dei prodotti presenti nel catalogo Quest.
A proposito della componente visiva, Crimen – Mercenary Tales ci presenta uno stile in cel-shading piacevole, spesso creativo, ma mai realmente convincente. È un gusto strano, quello del titolo di Carbon Studio, che risulta a volte un po’ respingente, a volte di buon gusto, ma che non può certamente lasciare indifferenti. Non parliamo chiaramente né del comparto tecnico realistico di un Red Matter 2, e né di uno stile analogo ma più raffinato com’è quello di Lies Beneath, ma di un’estetica funzionale a ciò che racconta, e che soprattutto ci fa esperire.
Crimen – Mercenary Tales è un’avventura – anzi, più avventure – che ci fanno passare il tempo piacevolmente, mantenendo costantemente alta la curiosità rispetto a cosa andremo a vivere dentro alla prossima storia. È un titolo piccolo, anche meno ambizioso rispetto ai precedenti prodotti dello studio, ma capace di divertire con spensieratezza chi sta cercando un’avventura guidata con tanti combattimenti, magari per spezzare le proprie sessioni di gioco tra due esperienze più profonde e totalizzanti.
Crimen – Mercenary Tales è disponibile dal 25 maggio 2023 al prezzo di 14,99€ su Meta Quest 2 e Meta Quest Pro.
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