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Dash Dash World: recensione e video recensione (Quest/Rift)

Giocato su Oculus Quest

Sarò sincero, nonostante gli annunci più interessanti che si sono susseguiti questo mese, il titolo che da inizio anno a questa parte aspettavo con maggior interesse era Dash Dash World. Questo perché il primo titolo Oculus Quest di Motion X Studio, si proponeva finalmente come il Mario Kart VR definitivo; e se c’è un gioco di corse che ho sempre amato da quando ero bambino, è proprio il kart game più folle di Nintendo. Negli ultimi anni in molti hanno provato a replicare la formula, da Touring Karts a Mini Motor Racing X; ma nonostante gli ottimi risultati raggiunti da alcuni, nessuno è riuscito nemmeno a sfiorare il tecnicismo scanzonato ma irresistibile del titolo di riferimento. Dopo un lungo sviluppo ed un’impegnativa fase beta, Dash Dash World arriva finalmente sugli scaffali virtuali di Oculus Quest ed Oculus Rift, in attesa delle versioni PSVR e Steam VR; vediamo come questo matto gioco di kart se la cava sul nostro amato visore marcato Facebook.

Il primo impatto con Dash Dash World è sicuramente molto positivo, soprattutto se giocato – per l’appunto – sullo standalone di Oculus. Fin dal primo menù notiamo infatti una cura per il dettaglio effettivamente fuori dall’ordinario; grazie ad un ambiente ricco ed interessante, una lunga serie di modalità ed un importante menù di customizzazione. Dopo aver creato il nostro alter-ego attraverso i pochi elementi già disponibili all’avvio, un breve tutorial ci introdurrà alle meccaniche di gioco, per buttarci subito nella modalità campagna.

Questa sarà, di fatto, la nostra vera introduzione al titolo di Motion X Studio, e ci farà praticamente da lungo tutorial, in attesa di metterci in competizione con altri giocatori umani nella modalità multiplayer. Durante campagna, composta da circa una decina di livelli appiccicati insieme da una labile trama, riusciremo sia ad imparare tutti e sette i livelli disponibili ad oggi, sia a padroneggiare un gameplay discretamente soddisfacente, ma purtroppo mai davvero esaltante.

Per gareggiare in Dash Dash World avremo infatti a disposizione una discreta quantità di opzioni, che rimarranno tuttavia disattivate al primo avvio, buttandovi in pista con lo schema comandi di default. Questo prevede che si acceleri con il grip sinistro, si tiri il freno a mano con il grilletto e si muova il volante con il semplice spostamento della levetta analogica. Con l’altra mano invece, totalmente libera di muoversi nello spazio, potremo afferrare i power-up sparsi per la mappa ed utilizzarli contro i nostri nemici. Se su carta lo schema comandi funziona, ci si chiede subito come mai non si sia optato per una guida che sfruttasse effettivamente i motion controller, un po’ come succedeva nell’ottimo Mini Motor Racing X. Presto detto; se dal menù andremo a spuntare la modalità immersive riprenderemo magicamente il controllo di entrambe le mani, scoprendo quanto dolorosamente non funzioni la guida a mano libera in un titolo come Dash Dash World. Il motivo mi è ancora ignoto, ma a sentimento direi che il lavoro di fino sulla guidabilità non è stato propriamente svolto a dovere, rendendo praticamente ingiocabile il tutto con questa opzione attivata. Poco male, attraverso il setup di default, Dash Dash World si gioca comunque molto bene, proponendo un gameplay piuttosto intenso, ma che fa comunque rimanere con l’amaro in bocca, a causa di giocabilità che avrebbe potuto restituire molto, molto di più.

Tornando alla campagna, sebbene il ritmo, i personaggi che la caratterizzano e soprattutto i percorsi si dimostrino di buon gusto, appare subito abbastanza chiaro come anche il lavoro sull’ottimizzazione del gameplay non sia stato svolto esattamente a regola d’arte. Una volta che sarete avanti o indietro di qualche secondo rispetto all’insieme degli altri giocatori, sarà quasi impossibile che le sorti della partita cambino radicalmente. Questo perché, al contrario di Mario kart, il bilanciamento dei power-up non è così ben congeniato, rendendo praticamente impossibile recuperare otto posizioni quando si è indietro di una decina di secondi. La problematica è sicuramente risolvibile con il tempo, e vista l’attenzione che gli sviluppatori hanno messo in tutti gli altri elementi di gioco sono sicuro che non mancheranno numerosi aggiornamenti, ma vedere un titolo tanto atteso arrivare sugli store in questo modo risulta effettivamente un po’ seccante.

Toglietevi il muso, perché tolte queste due – risolvibili – problematiche legate prettamente al gameplay, tutto il resto in Dash Dash World funziona a meraviglia.

Sempre a proposito della campagna, gli obiettivi di partita non saranno quasi mai legati al podio da raggiungere, ma vi proporranno una serie di sfide interessanti e coinvolgenti che andranno a farvi esplorare tutti gli elementi più importanti del gameplay. Eseguire un drift per un minuto, raccogliere più batterie possibile, sparare cinquanta power-up: tutti gli obiettivi legati alla campagna renderanno varia e piacevole l’esperienza single player, che si potrà tuttavia concludere in un’oretta circa. Come anticipato però, la campagna non è l’unica modalità di gioco, ma è anzi affiancata da una modalità boss, una modalità practice, corse private e corse pubbliche. Lo scontro con i boss è praticamente il proseguimento della campagna principale, con obiettivi ancora più complessi e con la necessità di pagare ogni singola corsa con degli speciali ticket che guadagneremo durante le nostre sessioni di gioco. La modalità practice presenta invece una serie di corse singole con regole customizzabili, mentre le private e le pubbliche ci aprono alle modalità multiplayer.

In un titolo di questo tipo ovviamente, l’esperienza multigiocatore è quella più importante in assoluto; non solo per l’utente finale, ma per dare anche la possibilità agli sviluppatori di continuare a lavorare sul progetto. Qui Dash Dash World svela ovviamente le sue carte migliori. Un po’ perché il bilanciamento dato da otto teste senzienti è sicuramente più accettabile di quelli dato da 7 IA che si scontrano contro di voi; ed un po’ perché il caos che si viene a creare, coinvolgendo più esseri umani, risulta effettivamente più divertente. Fortuna vuole che il titolo di Motion X Studio non solo presenti dei server veloci e stabilissimi, ma anche una grande quantità di giocatori con cui scontrarsi ad ogni ora del giorno. Come se non bastasse, nell’attesa è oltretutto possibile giocare in modalità practice senza dover necessariamente osservare una schermata di caricamento nell’attesa, decidendo se e quando entrare nella nuova partita.

Un capitolo a parte va riservato poi all’impatto tecnico e stilistico. Nonostante i limiti del Quest, Dash Dash World riesce a risultare estremamente accattivante da tutti i punti di vista, grazie ad un’art direction validissima ed un accompagnamento sonoro efficace. Sul fronte visivo ciò che salta più all’occhio sono sicuramente i tracciati, realizzati con gran gusto ed una grande cura per il dettaglio, che funzionano – oltre che nel colpo d’occhio – anche nel loro interessante level design. Non siamo dalle parti di Nintendo, sia chiaro, ma quello che il titolo VR fa lo fa oggettivamente bene, nonostante qualche sporcatura.
Avendo approfondito il titolo prima dell’arrivo del nostro Quest 2 ho avuto modo di provarlo solo superficialmente sul nuovo arrivato in casa Oculus, che migliora comunque la risoluzione ed elimina il foaveted rendering, senza stravolgere totalmente l’impatto tecnico.

Da segnalare poi la possibilità di customizzare completamente alter-ego ed automobile, grazie ad un sistema interno di reward che vi farà guadagnare loot box praticamente dopo ogni corsa, che nascondono al loro interno gli oggetti più disparati. Cappelli, fanali, vestiti e motori; se siete completisti dentro ed amate personalizzare le vostre esperienze multigiocatore, Dash Dash World vi darà sicuramente pane per i vostri denti.

Ultima nota, sul fronte motion sickness i ragazzi di Motion X Studio hanno fatto il possibile per contenere la chinetosi nonostante le velocissime corse su kart. Non soffrendone non posso dare un giudizio veramente oggettivo sulla questione, ma le moltissime opzioni a riguardo permettono probabilmente di rendere davvero liscia una sessione anche medio-lunga di gioco. Rimane il fatto che stiamo parlando di un gioco di corse, sia chiaro.

Dash Dash World è un titolo più che buono, ma non un capolavoro. Forse le mie aspettative erano troppo alte, forse il paragone con Mario Kart non potrà mai reggere contro un prodotto che non appartiene a Nintendo, ma il titolo di Motion X Studio poteva sicuramente dare di più. Ora, i problemi che stanno alla base del prodotto sono solo ed unicamente di bilanciamento del gameplay, e possono quindi esser risolti serenamente nel giro di qualche settimana con delle patch correttive; ma rimane comunque un po’ di amarezza per un racing game che poteva davvero sfondare il mercato, e che forse – chi lo sa – potrebbe farlo in un futuro prossimo. Il kart game in esclusiva temporale per piattaforme Oculus rimane comunque uno dei migliori esponenti del genere, e presenta non solo un level design dei tracciati competente ed una modalità multiplayer efficace, ma anche un gusto raro nelle prodizioni VR di questo tipo. In attesa che anche Nintendo si butti finalmente nel mercato VR, facciamoci andare bene Dash Dash World, è comunque un prodotto come non se ne vedono tutti i giorni.

Dash Dash World è disponibile dall’8 Ottobre 2020 al prezzo di 24,99€ su Oculus Store, compatibile con Oculus Quest, Quest 2 ed Oculus Rift.






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Alessandro Redaelli

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