Drop Dead: The Cabin | la recensione | Quest 2

Giocato su Meta Quest 2

Nel 2016 uscì su Oculus Go Drop Dead, uno sparatutto su binari che ricalcava un po’ l’immaginario e le meccaniche del mai troppo amato House of the Dead. Era un gioco piccolo, ma estremamente efficace, che riusciva a divertire con poco, come avrebbe dovuto fare un prodotto VR della prima ora. Sei anni dopo Soul Assembly, che aveva curato il porting su meta Quest del capitolo originale, ci propone un seguito che si discosta fortemente dalle meccaniche che lo avevano contraddistinto: Drop Dead: The Cabin. Saranno riusciti a mantenere l’immediatezza dell’FPS su rotaie anche nel contesto di un FPS più tradizionalista?

Drop Dead: The Cabin si sgancia letteralmente da un FPS a rotaie e diventa sostanzialmente la modalità zombie di Call of Duty, senza starci a girare troppo intorno. A partire da un ambiente al chiuso, il vostro scopo sarà quello di caricare un generatore mentre ondate sempre più aggressive di zombie vi corrono addosso, restituendovi punti da spendere per aprire zone, potenziare armi e ottenere tool. Un game-loop efficace che, soprattutto in VR, regala davvero il meglio di sé, restituendoci ore e ore di divertimento in compagnia.

Questo perché The Cabin è un prodotto pensato chiaramente per esser fruito in multigiocatore, tanto che fin dalla fine del tutorial vi verrà sostanzialmente richiesto di unirvi a una partita o di crearla, fare squadra con un’altra persona e arrivare alla fine del gioco spalla a spalla con un vecchio, o nuovo, amico. La possibilità di giocare anche offline senza cooperativa c’è, e rimane fondamentale a causa di una quantità di giocatori attivi non particolarmente strabordante, ma The Cabin funziona meglio quando a giocare si è in due, si comunica e ci si scambiano consigli su come proseguire.

Di base il meccanismo è quindi semplice ma efficace, ma purtroppo Drop Dead: The Cabin ha un grosso problema, anzi, due. Il primo è che il gunplay, così come il combattimento melee, non è soddisfacente. Sparare agli zombie non restituisce mai un feeling convincente, la mira non è esattamente allineata e – in generale – la gioia di sparare in realtà virtuale non viene qui alla sua regola più fondamentale: divertire soltanto grazie all’emulazione del gesto. Non parliamo di un gunplay terribile come ne abbiamo visti nei prodotti più scadenti, ma di una risposta un po’ blanda, un po’ triste, un po’ priva di entusiasmo. La situazione non migliora con mazze, coltelli e armi a contatto, che soffrono di hitbox abbastanza approssimative, e poca utilità generale. 

L’altro grosso difetto, invece, è la stabilità del software. Credo non mi sia capitato mai come in The Cabin che il gioco si chiudesse all’improvviso mentre stavo registrando. Una situazione invivibile, ragion per cui nella video recensione potete vedere sostanzialmente soltanto le primissime run. Ma non solo, perché i problemi tecnici non finiscono qui. Oltre al framerate ballerino e ad alcuni bug minori, a un certo punto il multiplayer mi ha accoppiato a un giocatore di cui sentivo il microfono, mentre in partita ero da solo. Anche tornando al menù principale questo pover’uomo era collegato in qualche modo alla mia istanza, senza che lui se ne accorgesse. Un problema non solo imperdonabile, ma anche pericoloso, che necessita assolutamente da parte di Soul Assembly che venga risolto, insieme a tutte le altre infinite magagne.

Ed è un peccato, perché tolti questi problemi e la piattezza del gunplay, Drop Dead: The Cabin è anche un gioco divertente, che sa intrattenere con una manciata di elementi forti, e che offre oltretutto un ottimo comparto tecnico, specialmente per lo standalone. Quando il gioco sarà migliorato, quantomeno nei suoi problemi più tecnici, potrete serenamente aggiungere mezzo voto al giudizio finale, ma – fino ad allora – il prodotto di Soul Assembly ha bisogno di una bella ripassata, per tornare a noi come l’FPS scanzonato e divertente che, di fatto, è.

Drop Dead: The Cabin è dosponibile dal 16 febbraio 2022 al prezzo di 24,99€ su Meta Quest 2

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