Drunkn Bar Fight: la recensione

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Dimenticatevi Goat Simulator, Drunkn Bar Fight è la nuova frontiera del nonsense videoludico che vi farà divertire sia con, che senza il visore.
The Munky è una piccola software house californiana, che nonostante abbia all’attivo solamente il titolo sopracitato, è riuscita nel difficile intento di crearsi una larga schiera di estimatori. Questo, grazie a un’idea semplice ma estremamente divertente, che passando di forza dal canale dei principali youtubers che trattano la VR, è riuscita a diventare un caso.

Drunkn Bar Fight è un gioco non gioco, come i migliori esemplari del genere a cui appartiene; quel filone che esagera con il cattivo gusto e che punta a divertire a qualunque costo, anche quello di dimostrare con grande fierezza i suoi difetti e le sue brutture. Quel filone che pare ormai aver invaso ogni forma di comunicazione, facendosi quasi il genere cross-mediale portante della generazione nata dagli anni novanta in poi; che passa quindi dal lol rap fino agli pseudo cortometraggi alla Shrek is love che spopolano da diversi anni in rete. Drunkn bar fight non non vuole esser da meno, proponendo un’esperienza volutamente grottesca, animata malamente e poco rifinita, così trash da divertire più di certi prodotti analoghi creati ad hoc da SH ben più importanti.

Nel titolo di The Munky impersoniamo un ubriacone molesto in tre situazioni differenti: un bar di città, un pub a tema country e un rinfresco post matrimonio. Nei panni dello spiacevole protagonista dovremo dunque attaccar briga con chiunque ci capiti a tiro, menando le mani senza apparente motivo ed ubriacandoci a più non posso per accrescere la nostra forza. Purtroppo o per fortuna, il nostro alter ego non avrà una gran resistenza, tanto che il primo colpo “nemico” a centrarci ci butterà inevitabilmente a terra, con una o due possibilità di riprenderci a seconda del nostro grado di abilità.

In Drunkn Bar fight non si dovrà fare molto altro, se non mettere KO il maggior numero di persone prima di finire al tappeto, usando ogni mezzo a disposizione e continuando insistentemente a scolarci qualunque tipo di alcolico. Il concept non va a parare da nessuna parte ma si rivela effettivamente divertente per chi si ritrova nelle vesti del protagonista, ma un piccolo accorgimento lo rende – e questo è inedito per la VR – estremamente godibile anche per chi assiste esternamente alla nostra partita. Il monitor del PC, infatti, non farà da semplice mirroring per ciò che vedremo sul caschetto, ma restituirà un’inquadratura fissa dall’alto che permetterà agli spettatori passivi di godersi la scena nella sua totale ilarità. Questo lo rende per certi versi uno dei primi party game per VR che oggi, oltre a Keep Talking and Nobody Explodes e pochi altri, vanta di un poverissimo numero di esponenti.

Visivamente il gioco è brutto, ma come succedeva nel già citato Goat Simulator è tutto voluto, così come le animazioni legnose, i modelli inguardabili e i numerosi bug che affliggono il gioco. Grazie alla furbizia di The Munkey, queste debolezze diventano materiale comico, poiché aumentano il grado di follia delle azioni a cui parteciperemo.

Drunkn Bar fight è un gioco così brutto da diventare splendido, che delizierà senza dubbio una gran quantità di party casalinghi grazie alla sua irresistibile irriverenza. A causa delle poca concorrenza del genere, Drunkn Bar Fight è inoltre praticamente un must have per gran parte dei possessori di VR. Ma io non l’ho mai detto, sia chiaro.

Drunkn Bar Fight è disponibile dal 28 Novembre 2016 su Steam e Oculus Store.

 




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