Gli appassionati e le appassionate di visual novel conosceranno sicuramente bene MyDearest e il loro Dyshcronia: Chronos Alternate, uscito l’anno scorso su Meta Quest 2. Questo bell’incrocio tra il sopracitato genere tipicamente giapponese e un puzzle-game è il primo di tre episodi di un racconto che piacerà sicuramente a chi apprezza la sensibilità manga-style, anche grazie a un’estetica squisitamente nipponica che – nonostante i limiti di Quest 2 – sprigionava già al tempo un immaginario accattivante e piacevolissimo.
Arriva al lancio di PSVR2 il porting di questa piccola gemma nascosta del mercato VR, e lo fa sostanzialmente con un’unica migliora, visibile ma non sconvolgente.
Di Dyschronia: Chronos Alternate trovate già la recensione su VR Italia, e la versione PSVR2 non cambia di una virgola il suo contenuto, ma facciamo comunque un piccolo ripassino. Nei panni di un agente con la capacità di leggere avvenimenti passati al tocco di oggetti e persone, dovremo indagare la morte del membro più importante della società distopica dentro alla quale Hal – il nostro alter ego – vive. Dovremo quindi parlare con NPC, risolvere piccoli puzzle e unire i puntini di un racconto coinvolgente, ma decisamente tipico nel contesto della visual novel fantascientifica.
Il gameplay si basa quindi sul parlare con i personaggi e completare enigmi, e si sviluppa attraverso una durata di circa otto ore: una longevità più che onesta per un prodotto che viene venduto al prezzo di 19,99€. Dyschronia: Chronos Alternate si può inoltre giocare da seduti: una feature fondamentale per un visore com’è PSVR2, che viene il più delle volte utilizzato comodamente dal proprio divano, di fronte alla console. A tal proposito, grazie alla possibilità di usare il teletrasporto, Dyschronia è anche un gioco a zero rischio motion sickness, anche qui fondamentale per gli utenti console meno abituati.
Le migliorie di questo porting si limitano però al solo aspetto tecnico. Una risoluzione sicuramente più alta di quella vista su Quest 2, qualche asset un filino più dettagliato e dei colori decisamente più profondi. Di contro, la versione PSVR2 di Dyschronia mostra il fianco anche a un aliasing inaspettato, specialmente contestualizzando l’hardware di partenza, e un paio di problemucci tecnici. Il primo è legato ai sottotitoli, solo in inglese, che non rimarranno mai su un livello più vicino al vostro volto rispetto all’enveironment, andando a nascondersi spesso e volentieri dietro a oggetti e personaggi. Il secondo è che a volte, e anche qui incomprensibilmente, l’headset sembra perdere il tracciamento della vostra posizione, mostrandovi piccoli artefatti momentanei. Nulla che non si possa risolvere attraverso un aggiornamento, e sicuramente la maggior qualità visiva risulta un’ottimo motivo per provare per la prima volta il prodotto, ma chi aveva già giocato Dyschronia su altre piattaforme non ha davvero nessun motivo per tornare a giocarlo su Playstation 5.
Dyschronia: Chronos Alternate rimane ancora oggi un’ottima visual novel, in cui si parla tanto – come vuole il genere – ma che può fare la gioia di chi apprezza una nicchia non troppo popolata in realtà virtuale. Se non l’avete mai giocato e vi stuzzica, la versione PSVR2 offre un impatto tecnico più soddisfacente, nonostante la natura “mobile” della piattaforma precedente risulti effettivamente molto chiara. A voi la scelta, sperando che anche quel paio di problemi tecnici vengano risolti prima dell’uscita del secondo episodio, ancora inedito su PSVR2, e già fuori su Meta Quest 2.
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