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Espire 2 | la recensione | Quest 2

Giocato su Meta Quest 2

Tre anni fa Tripwire Interactive pubblicò per tutti i caschetti di realtà virtuale Espire 1: VR Operative, il primo – vero – stealth game nel mercato della realtà virtuale. Il titolo di Digital lode era in grado di restituire un feeling molto vicino alle VR Missions di Metal Gear Solid, costruendosi nel tempo una fan base che vedeva nel prodotto letteralmente l’unico esponente di genere oramai non troppo in voga, nemmeno nel flat. Tre anni dopo lo studio di sviluppo torna sui propri passi, proponendo un Espire 2 che va a migliorare alcuni degli elementi che rendevano il precedente capitolo un po’ grezzo, senza però stravolgere la formula o migliorare le fondamenta che andavano a comporlo.

Espire 2 parte sostanzialmente dai medesimi presupposti del suo predecessore. Nei panni di un robot comandato a distanza, dovremo infiltrarci dentro a una serie di basi nemiche per recuperare oggetti, eliminare tango, o scoprire informazioni segrete. Per farlo avremo a disposizione una serie di gadget che ci riportano subito alla mente la sopracitata saga di Hideo Kojima: dardi silenziati, sonniferi e diversivi di varia natura. Ma non solo, perché potremo addirittura piazzarci dietro a un nemico e intimarlo a voce di arrendersi, o – addirittura – sparare a volontà il piombo delle nostre armi più convenzionali, perdendo però parte del punteggio alla fine della missione. Non stiamo sicuramente parlando della libertà d’azione proposta da Metal Gear Solid 5, ma Espire 2 ce la mette tutta per proporre una varietà di approcci che non vada a risultare ripetitiva già dopo qualche missione, e di questo gliene va dato atto.

Per esacerbare questa sua inedita velleità, Espire 2 ci restituisce oltretutto la possibilità di utilizzare due personaggi differenti e interscambiabili durante tutto l’arco della missione. Sinder è il personaggio che troviamo già nel primo capitolo: altezza umana, armi classiche, possibilità di eliminare con più facilità i bersagli. Dall’altra parte troviamo invece Sooty, un robot molto più piccolo, capace di nascondersi in luoghi angusti e che predilige il diversivo allo scontro diretto. Tutte e sette le missioni del gioco propongono quindi percorsi specifici per uno o per l’altro personaggio, che porteranno tuttavia sempre al medesimo risultato, a prescindere dal proprio stile di gioco.

Si sarebbe potuto sicuramente fare qualcosa di più in termini di level design, si sarebbero potute trovare delle soluzioni per cui il passaggio tra personaggi fosse a volte necessario, e invece l’opera di Digital Lode si limita a offrirvi due scelte, senza pensare troppo a come incastrarle sul fronte del design.

Il gameplay, in ogni caso, funziona piuttosto bene, a patto però che decidiate volontariamente di giocare un po’ di ruolo. Espire 2 può essere completato correndo come matti da un obiettivo all’altro e sparando a tutto ciò che si muove, incappando raramente in un game over, nemmeno al livello più alto di difficoltà. La colpa è di un’IA non particolarmente sveglia, di una salute del personaggio forse eccessiva e – più in generale – di una certa pigrizia nel proporre fasi particolarmente studiate sul fronte delle meccaniche. Vien da sé che chi non riuscirà a immergersi nel mondo di Espire 2, decidendo volontariamente di giocare come lo studio di sviluppo vorrebbe, si ritroverà sostanzialmente al cospetto di un videogioco rotto. Al contrario, chi vorrà abbracciare lo stealth in tutto e per tutto, sfruttando ogni meccanica unica dei due personaggi, potrebbe invece divertirsi davvero parecchio dentro a un mondo di gioco che strizza l’occhio a Solid Snake e al sandbox più generoso.

Le quattro ore di campagna scorrono tuttavia piuttosto lisce, tra ambienti molto più vari di quelli del capitolo precedente, e una storia sinceramente noiosa e raccontata col pilota automatico. Viene in soccorso un comparto tecnico molto buono, che alterna una manciata di location dal colpo d’occhio eccezionale, a qualche texture non particolarmente rifinita, ma che riesce a spingere dignitosamente l’hardware su cui sta girando, superando con una certa insistenza l’impatto tecnico mediocre di Espire 1. Non stiamo parlando di Red Matter 2, ma – rispetto a buona parte del mercato – Espire 2 fa sicuramente molto bene.

Il titolo pubblicato da Tripwire ha poi un altro paio di frecce al proprio arco. La prima è che alla fine di una missione sarà possibile affrontare delle micro-operazioni all’interno dei livelli già completati, aumentando significativamente la longevità del single player. La seconda è invece che alla modalità a singolo giocatore si affianca una campagna esclusivamente multiplayer, che va a coprire narrativamente il buco tra Espire 1 ed Espire 2.
Quest’ultima, nonostante le buone premesse, non riesce a divertire a causa di una certa confusione nelle meccaniche di coppia, che ci porteranno – spesso e volentieri – ad approcciare l’operazione a muso duro, giocando il prodotto come un mero FPS. Inutile dire che la scelta non è stata delle migliori, e che l’utilizzo dei due personaggi funziona chiaramente meglio nel contesto del design a singolo giocatore.

Espire 2 poteva essere il grande stealth game che stavamo aspettando in realtà virtuale, ma la verità e che ci toccherà aspettare ancora un po’. Se avevate apprezzato il primo capitolo, questa seconda iterazione del franchise va a migliorare quasi tutti gli elementi del prodotto precedente, senza però trovare ancora quella dimensione unica e di valore, di cui abbiamo bisogno oggi in realtà virtuale. Un simil Metal Gear Solid che funziona e che non annoia mai, ma che non riesce a stupire come Kojima e pochi altri sono riusciti a fare col genere. In attesa di un eventuale Espire 3, comunque, se apprezzate lo stealth game dovreste provare a farci un giro.

Espire 2 è disponibile dal 17 novembre 2022 al prezzo di 29,99€ su Meta Quest 2.






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Alessandro Redaelli

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