Composta da ex sviluppatori di Electronic Arts e Sony, Impulse Gear debutta nel mercato VR con il primo blockbuster esclusivo per PSVR, accompagnato da una periferica studiata insieme alla casa di Tokyo e pensata appositamente per valorizzarne il gameplay.
Farpoint è un classico FPS fantascientifico ambientato sulla superfice di un pianeta sconosciuto, in cui nei panni di un pilota precipitato nelle profondità di un wormhole dovremo sopravvivere mentre una miriade di alieni poco amichevoli cercheranno di ostacolare il nostro ritorno a casa. Chiaramente la stessa sfortunata sorte è toccata anche ad altri due membri della nostra squadra, ma quando si tratta di viaggi spaziotemporali e atterraggi d’emergenza in terra straniera le cose non vanno mai come dovrebbero. L’atterraggio del nostro alter ego sarà infatti molto meno piacevole di quello toccato ai nostri compagni e la nostra priorità principale sarà dunque quella di ritrovarli per poi fuggire e dimenticarsi della spiacevole avventura.
I ragazzi di Impulse Gear non riescono sempre a tenere in piedi una narrativa che tenga testa al racconto sci-fi di matrice più autoriale e cadono spesso vittima di alcuni cliché tipici dei blockbuster hollywoodiani a cui si ispirano. Nonostante il tutto risulti spesso come un minestrone di riferimenti iconografici saccheggiati qui e là dal cinema e dalla letteratura popolare, il racconto riesce comunque a risultare come un collante sufficiente a tenere in piedi la struttura ludica del titolo. Non fraintendetemi, non mancano momenti in cui la scrittura si concede momenti più intimi e interessanti, ma la necessità di comprimere il racconto all’interno di una grammatica non ancora chiara come quella della realtà virtuale è palese e finisce per rendere lo script di Farpoint secondario rispetto al gameplay.
Imbracciando il nostro fucile dovremo quindi farci strada attraverso un buon numero di livelli, oltretutto dotati sempre di una personalità propria che dona un gran senso di varietà alla campagna, in cui incontreremo creature di tutti i tipi, da sconfiggere nei modi più variegati. Nel corso della nostra avventura ci ritroveremo faccia a faccia con ragni corazzati, alieni antropomorfi, cecchini e robot, senza dimenticare una bella boss fight con una creatura enormemente più grossa di noi. Per sconfiggere i temibili avversari potremo contare su una buona varietà di armi, che vanno dal classico fucile d’assalto, al fucile a pompa, a quello da cecchino e altre piccole chicche. Il lavoro fatto per adattare le armi ad ogni situazione specifica rende estremamente piacevole passare da una bocca di fuoco all’altra, impedendoci di affezionarci troppo ad un approccio unilaterale e variando costantemente l’impostazione degli scontri.
Come si accennava in apertura, il titolo di Impulse Gear esce in bundle con l’AIM Controller, minimale ed ergonomica periferica PSVR, che va ad affiancarsi ai PS Move nel piccolo panorama dell’hardware VR di Sony. La periferica altro non è che un simil fucile d’assalto con tutti i tasti del dualshock 4 e due thumbstick posti all’altezza di entrambi i pollici. Inutile negare come l’esperienza di Farpoint si viva infinitamente meglio attraverso l’utilizzo di questa comodissima periferica, che aumenta di gran lunga l’immersività degli scontri a fuoco e le possibilità di movimento. Il Dualshock 4 è comunque compatibile, ma l’impatto generale sarà molto meno soddisfacente, facendo preferire di gran lunga l’acquisto in bundle con l’AIM.
Anche questa periferica tuttavia non è perfetta. Nonostante sparare con l’AIM risulti particolarmente divertente ed intuitivo, il tracking tenderà a perdere la posizione dell’arma ogni pochi minuti, costringendo il giocatore ad agitare la periferica per ritrovare l’allineamento con l’arma virtuale. Non è sicuramente un problema che rovina l’esperienza e ad un certo punto inizieremo a riallinearci involontariamente senza pensarci troppo; ma scoccia che un’hardware pensato apposta per Farpoint non sia perfettamente funzionante sotto tutti i punti di vista.
Il sistema di free locomotion implementato funziona a dovere ma ci darà molte più soddisfazioni se sfruttato giocando l’intera avventura in piedi, magari sedendosi e ricentrando la visuale soltanto durante le cutscene. Grazie alle numerose opzioni legate al comfort ognuno riuscirà a trovare il sistema a lui più congeniale, riducendo al minimo il rischio di motion sickness, sempre in agguato quando si parla di movimento libero. E’ evidente come Impulse Gear sia una SH che ci sa fare e che ha preso tutte le precauzioni possibili per arrivare al maggior numero d’utenza.
La stessa attenzione riservata al comfort è stata destinata anche nel comparto tecnico ed artistico. Visivamente Farpoint è davvero splendido e rimarrà plausibilmente un punto di riferimento importante nel panorama PSVR. Innanzitutto la definizione in game è più che buona, sempre lontana dall’essere perfettamente limpida e permetterci di leggere l’orizzonte con facilità, ma più che dignitosa tenendo conto dell’hardware su cui il titolo gira; i modelli poligonali dei comprimari e dei nemici sono davvero di ottima fattura e le animazioni sono convincenti e di grande impatto, nonostante alcuni problemi di proporzioni sui personaggi umanoidi. Anche gli ambienti si presentano in gran forma, nonostante la quantità di elementi a schermo rimanga un po’ sotto bilanciata – anche in un’ottica di composizione formale – l’insieme degli elementi rende il colpo d’occhio estremamente competitivo nell’ambito dei titoli in realtà virtuale su console.
Anche il comparto sonoro regala qualche soddisfazione, con un buon doppiaggio in lingua italiana, dei suoni convincenti e un accompagnamento sonoro certamente non memorabile ma che fa il suo lavoro con una certa dignità.
Ciò che stona durante le sei ore necessarie a chiudere la campagna è una gestione delle cutscene un po’ pigra e una difficoltà non troppo ben bilanciata.
E’ normale che a pochi anni dalla nascita della realtà virtuale non si sia ancora capito qual è il metodo più giusto per raccontare le tanto discusse scene di intermezzo, ma forse proprio per questo l’approccio migliore dovrebbe momentaneamente essere quello di Half Life & co, in cui la narrativa è sempre vissuta dagli occhi del protagonista. Qui si tenta, con una mossa un po’ furbetta, di rifilare al giocatore una lunga serie di cutscene come se il protagonista le stesse osservando in prima persona, ma se a livello narrativo può in qualche modo tornare a livello ludico non funziona.
L’altro grosso problema di Farpoint è il bilanciamento delle forze nemiche. Benché al livello di difficoltà standard gran parte dell’avventura scorra senza troppi intoppi, ci sono alcuni momenti in cui il numero di avversari presenti sullo scenario sarà eccessivamente superiore alle capacità del nostro protagonista. Complice anche la difficoltà nel riconoscere gli elementi oltre una certa soglia, i game over si faranno numerosi durante una manciata di specifiche sezioni, che andranno quindi affrontate in maniera un po’ insensata e in controtendenza rispetto all’approccio che viene ostentato dal level design. Questo rende i sopracitati momenti piuttosto frustranti, anche a causa di un posizionamento dei checkpoint che lascia più di una volta a desiderare, declassando quelli che potevano essere momenti più tesi in passaggi da affrontare con molta calma nelle retrovie.
Farpoint propone inoltre una modalità con classiche challenge ad ondate da affrontare anche in coop, oltre che una modalità PVP che propone alcune idee simpatiche ma accennate e che non riescono in alcun modo a farsi motivo d’acquisto.
L’esordio di Impulse Gear è un FPS innegabilmente solido, molto divertente se giocato con l’AIM controller quanto un po’ insipido se affrontato con il classico Dualshock. Se la narrativa non è il punto forte del titolo, il production value che sta dietro all’operazione vale da solo il prezzo del biglietto, e saprà intrattenervi con degli scontri impegnativi e un impatto estetico mai visto sul neonato visore per Playstation 4.
Farpoint è disponibile dal 16 Maggio 2017 sul Playstation Store, compatibile con PSVR e AIM Controller.
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