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GangV | Civil Battle Royale: la recensione EA (PCVR)

Giocato con Oculus Quest 2 ed Oculus Link

Attenzione! Questa recensione contiene un linguaggio scurrile che potrebbe offendere qualcuno, ma è stato sinceramente l’unico modo che ho trovato per raccontare questa merda di gioco ingiustificabile. Buona lettura.

A volte, raga, mi sembra che mi pigliate per il culo. Mi pigliate per il culo perché do un voto alto ad un gioco oggettivamente eccellente come Daedalus e leggo di gente che si addormenta mentre ci gioca, leggo che qualcuno ci paga per le recensioni, ed altre amenità allucinanti. Poi esce GangV, non contatto nemmeno gli sviluppatori perché mi sembra monnezza vera, e sui gruppi dedicati alla realtà virtuale leggo grande fermento da parte di qualche giocatore che si lamenta sempre. Ora, ad un certo punto ho iniziato a pensare di essermi totalmente rincoglionito; dunque vado su Steam, lo acquisto per undici euro circa e ci gioco un’oretta. Raga, GangV è oggettivamente il gioco più brutto che ho mai provato nella vita. Ma non solo brutto: offensivo, di cattivo gusto, pensato per giocatori con un QI oggettivamente sotto il settanta. Vi prego di non prendere questo gioco come l’esempio dei titoli che escono in realtà virtuale perché non è così, ma ho il dovere morale di mettervi in guarda da questo ultimo aborto nato dalle membra malate della PCVR.

Incominciamo da chi ha paragonato questa schifezza a Grand Theft Auto. Chi si è azzardato in questo bizzarro paragone è chiaramente analfabeta. A me spiace, non voglio insultare nessuno e non tutti hanno avuto la possibilità di andare oltre alla quinta elementare o di leggere un libro; ma paragonare GangV a GTA è un po’ come dire che un bicchiere di piscio ha più o meno lo stesso sapore di un Pina Colada. Certo, stanno entrambi dentro ad un bicchiere, sono entrambi liquidi ed il colore, in qualche caso, potrebbe essere simile; ma chiunque abbia delle papille gustative funzionanti si accorge al primo sorso che non sono, chiaramente, la stessa cosa.

Prendiamo in esempio GTA V: un capolavoro del videogioco contemporaneo, contraddistinto da una scrittura impressionante, capace di satirizzare su ogni singolo elemento che contraddistingue la società americana, grazie ad un’intelligenza ed un gusto che gran parte dei blockbuster cinematografici moderni si sognano. Abbiamo poi una Los Angeles ricostruita a regola d’arte, in cui perdersi per ore ed ore da quanto è certosino il lavoro sulla ricerca del realismo e delle analogie 1:1 con la splendida città americana. E poi il gameplay: il perfetto connubio tra TPS iper frenetico, gioco di guida ed avventura narrativa. Ma non solo, perché GTA V ha anche un multiplayer spassosissimo, che ripropone la stessa città del single player dando la possibilità di affrontare missioni sempre nuove, divertirsi con gli amici ed un grado di personalizzazione da capogiro.

In GangV nulla di questo succede. Sapete, invece, cosa succede? Succede che potrete girare per una mappa gigantesca quanto spoglia ed orripilante, sparando ai proprietari di varie attività per conquistarle. Basta. Ah no, è vero, potete anche puntare la pistola a degli NPC che sembrano usciti da un lol game del 2007 e partecipare a qualche gara incasinata ed incomprensibile che vi lascerà solo con un gran nervoso. Questo per quanto riguarda il single player. In multiplayer le cose cambiano, perché GangV si trasforma in un battle royale; o meglio, nel peggior battle royale a cui ho mai giocato nella vita. Le meccaniche sono le stesse del single player: guadagnare soldi minacciando la gente e sparare ai proprietari dei locali per conquistarli; ma in più dovrete anche – come da tradizione del genere – rimanere all’interno del grande cerchio che contraddistingue la mappa e restare in vita per ultimo insieme ad altri giocatori.

Ora, anche se il gameplay funzionasse, e – spoiler – non funziona; l’offerta ludica di GangV non solo è scarna ed ampiamente superata addirittura dal mercato mobile di quindici anni fa, ma è anche contraddistinta da un marcatissimo cattivo gusto. In GTA l’obiettivo non è quello di uccidere persone innocenti, ed ogni morte nell’arco narrativo dello script originale è contestualizzata all’interno di un contesto ben più ampio, che come detto in precedenza, lavora di fino per raccontare cos’è l’America oggi. Inoltre, in GTA il giocatore non guadagna dei reali bonus nell’uccidere persone random per strada, se non il guadagno di soldi sporchi che vi costeranno inseguimenti infiniti con la polizia, spingendovi – il più delle volte – ad agire nel rispetto delle regole. In GangV, l’unica meccanica di gioco è letteralmente quella di uccidere degli innocenti proprietari di un’attività, che non stanno facendo altro che portare avanti la loro piccola azienda. Questo non è di per sé un male, poiché stiamo chiaramente parlando di un’opera di fantasia, ma il contesto non ha né una connotazione satirica, né di nessun altro tipo. È un po’ la questione del discusso Blade & Sorcery: uccidere per uccidere, e sì, soprattutto in realtà virtuale, credo che questo sia quantomeno problematico.

Come se non bastasse il discorso etico, sicuramente inconsistente per alcuni, il gioco – di per sé – è tanto brutto che fa quasi il giro e diventa esilarante. È vero che GangV è un prodotto early access, che ha oltretutto la pretesa di far giocare insieme utenti VR ed utenti flat; ma a tutto c’è un limite, ed uscire sul mercato in queste condizioni dimostra semplicemente un’incapacità totale nel mettere in piedi un prodotto videoludico quantomeno competente.

Senza contare la miriade spaventosa di bug; da macchine che si scontrano e volano in continuazione, a compenetrazioni poligonali costanti, cadute nel vuoto e texture che non si caricano, il feedback generale di GangV è quanto di più grezzo e poco interessante esista su tutto il mercato VR. Il nostro alter ego si muoverà malamente, sia nelle sue fasi a piedi che in quelle in auto, mettendoci costantemente i bastoni tra le ruote a causa di altezze non pervenute e compenetrazioni costanti; tanto che sarà difficile anche soltanto entrare dentro ad un negozio, poiché un qualche poligono del personaggio andrà probabilmente a scontrarsi con la porta d’ingresso. Per non parlare poi di un modello di guida che poteva risultare accettabile nel 2016, e che oggi risulta solo vetusto e poco reattivo allo sterzo; sia sotto la lente del realismo, che sotto quella dell’arcade più puro. Il gunplay poi è quello di un free to play mobile russo che ha il chiaro intento di far minare criptovalute al nostro hardware, anche perché le mani non coincideranno letteralmente mai con la presa dell’arma, ed i colpi da fuoco avranno sempre un output sproporzionato rispetto alla bocca da fuoco che stiamo utilizzando.

Ma i difetti non sono finiti qui perché, come anticipato, visivamente GangV è una vergogna. L’ambientazione è ricostruita con un gusto dell’orrido che non ha eguali, gli NPC sono ridicoli, e le animazioni sono letteralmente peggio di quelle offerte gratuitamente dallo store di unity. Lo dico: chi dice che GangV è un videogioco visivamente sufficiente ha dei gravi disturbi mentali, e deve assolutamente correre in cura perché ha chiaramente qualcosa che non va. Sono serio, non sto scherzando: chiamate immediatamente il vostro medico di base e fatevi dare una controllata, perché non siete oggettivamente allineati al mondo che vi circonda.

E poi c’è lui. Sì, l’ultimo punto, quello che stavate aspettando con grande impazienza: la maledetta questione sulla PCVR. Sono stato io a dire in apertura di non prendere questa merda di gioco come esempio del parco titoli VR, perché lì fuori ci sono centinaia e centinaia di prodotti meravigliosi che vi cambieranno sinceramente la vita. Anche GangV in un certo senso vi cambierà la vita, ma in peggio, e riconfermerà ancora una volta non solo quanto il mercato PCVR sia in crisi, ma anche quanto siano ciechi, incompetenti ed in malafede i personaggi che continuano a difendere a spada tratta un mercato che continua ad offrire soltanto spazzatura. Sono sicuro che quest’anno, con l’uscita di air link e lo sblocco delle GPU, il mercato PCVR si riprenderà alla grande, ed assisteremo a tantissima roba di qualità negli anni a venire; negli ultimi dodici mesi invece abbiamo assistito ad un disastro vergognoso, e GangV è l’apice ultimo di questo immenso disastro.

Prima di arrivare alle conclusioni ho un messaggio per tutti quelli che difendono GangV: andate a fanculo. Smettetela di parlare di realtà virtuale perché state facendo un danno irreparabile al mercato, state giustificando una passione per la necrofilia che, oggi più di ieri, non fa nemmeno più ridere. Seconda cosa: se vi siete lamentati del giudizio che ho avuto su qualche gioco che definite “robetta” ed avete apprezzato GangV andate a fanculo due volte, sparite da questo canale; ed anzi, vi aspetto a Bresso. Ogni giorno, per una settimana, mi metterò in piazza alle undici del mattino per una mezz’ora; se la pensate diversamente da me vi aspetto, parliamo, ne discutiamo e vediamo chi esce con la ragione. Le conclusioni sul gioco, invece, sono scontate: GangV è un gioco ingiustificabile, che parte da una base scandalosa e che non potrà mai diventare un prodotto dignitoso, né tra sei mesi, né tra sei anni; e se pensate che possa succedere il contrario siete degli stronzi.

GangV è disponibile in early access dal 17 Aprile 2021 al prezzo di 13,99€ su Steam, compatibile con HTC Vive, Oculus Rift, Valve Index e WMR.






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Alessandro Redaelli

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