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Ghostbusters: Rise of the Ghost Lord | la recensione | PSVR2, Quest 3

Giocato su PlayStation VR2

Eravamo tutti molto contenti dell’arrivo di Ghostbusters: Rise of the Ghost Lord, un po’ perché l’IP di Sony Pictures ha stregato tutta la generazione anni ottanta grazie ai film di Ivan Reitman, e un po’ perché nDreams è da sempre sinonimo di qualità. Purtroppo, però, quando il publisher tenta di nascondere alla critica un videogioco prima della sua uscita, questo si rivela – spesso e volentieri – un prodotto problematico. Ero quindi abbastanza spaventato del fatto che nDreams non avesse mandato il codice prima del lancio a nessuna testata al mondo, noi ovviamente compresi, e devo dire che, dopo averci messo su le mani, le mie paure si sono amaramente realizzate.

Viene subito da chiedersi chi, o cosa, sia la causa del problema. Forse la stessa Sony, attaccata ultimamente a un concetto di videogioco più vicino al game as service che all’opera come frutto di espressione linguistica, come più ci piace. Ed è forse proprio Sony ad aver trasformato un titolo che si sarebbe prestato a una bella campagna in single player, in perfetta continuità con lo stile di nDreams, in un gioco multiplayer che non sa di niente, e che fallisce proprio in partenza a causa di un concept sbagliato in toto.

Si parte un po’ dalle basi di After the Fall o Left 4 Dead prima di lui: un multi cooperativo a missioni ben divise tra loro, in cui completare questo e quell’altro livello per potenziarci, e ripetere infine le stesse identiche missioni daccapo.
Il grosso limite di questo Ghostbusters in realtà virtuale è che – prima di tutto – non ci restituisce la benché minima idea di progressione sul fronte della campagna, e che le missioni si limiteranno a farvi eseguire letteralmente le sstesse tre o quattro azioni per tutta la durata dell’avventura. C’è una modalità in cui dovrete semplicemente eliminare più fantasmi possibile entro la fine di un timer, un’altra in cui dovrete recuperare una bomba da riportare al punto di spawn, e un’altra ancora in cui cercare degli oggetti da riportare dentro una sorta di hub, per poi sconfiggere un boss di fine livello. Le quarantadue missioni necessarie a completare la campagna sono tutte così, ambientate in quattro o cinque location differenti, o poco più, nell’attesa di potenziare il nostro armamentario attraverso un sistema di grinding sinceramente eccessivo.

Già strutturalmente, quindi, Ghostbusters: Rise of the Ghost Lord non è un prodotto né intelligente, né interessante. Come se non bastasse, anche l’unica meccanica di gioco presente in tutte le modalità, ovvero quella legata allo “shooting” attraverso il nostro raggio acchiappa fantasmi, non basta a tenere in piedi un game loop semplicemente sbagliato. Non esistono munizioni, ricarica, micro elementi che arricchiscono questa sorta di gunplay sui generis, basta puntare l’arma e tenere schiacciato un tasto, in attesa di abbassare gli HP del nemico. È un sistema folle, che non sfrutta le potenzialità del medium e che risulta solo e soltanto profondamente noioso.

Eppure, se il titolo di nDreams fosse stato tutto come la sua prima mezz’ora: un’avventura a singolo giocatore in cui esplorare, catturare e risolvere enigmi, staremmo oggi parlando di un prodotto di tutt’altro valore, nonostante le sue innegabili debolezze di gameplay. E invece no, siamo costretti semplicemente ad affrontare missioni tutte uguali, una dopo l’altra, da soli o in compagnia di altri tre giocatori, mentre ci annoiamo a morte.

A poco servono gli upgrade che vanno a potenziare il personaggio, i costumi per la piccola manciata di eroi presenti nel roster, le piccole variazioni sul tema come i topi mangia trappole o classici omini Michelin che si aggrappano al vostro corpo: Ghostbusters è un gioco noioso, che dubito fortemente troverà un appeal di qualsiasi tipo verso un qualsiasi target possibile.

Quantomeno, sul fronte estetico il prodotto di nDreams di difende bene, grazie agli artist chiaramente molto capaci che lo studio ha al suo interno, e che avevano già dimostrato grandi cose con Synapse e Fracked. Su PSVR2 lo stile è eccellente, chiaramente minimale, ma capace di stupire soprattutto attraverso i suoi effetti, i suoi dettagli, la sua azzeccatissima palette cromatica. È un peccato che un mondo di gioco così piacevole non sia stato esplorato più a fondo con mappe dalla profondità vicina ad After the Fall, che ci avrebbero permesso di percepire un’estensione più vicina all’avventura tradizionale.

Peccato anche per la mancanza di sottotitoli in italiano, soprattutto perché parliamo di una grossa IP, per giunta sponsorizzata anche da Sony. A proposito di Sony, su PlayStation manca in toto la modalità in mixed reality, esclusiva – invece – della versione Meta Quest 3, che vi permette di catturare i fantasmi all’interno della vostra abitazione. Di questa ve ne parlerò in un contenuto a parte sui giochi in mixed reality.

Ghostbusters: Rise of the Ghost Lord è un titolo che pecca di mancanza di ambizioni, e che vive di una formula sbagliata, soporifera e che non invoglia né a giocare, né ad approfondire le micro meccaniche che nascono dall’upgrade del proprio armamentario. È sicuramente il peggior titolo di nDreams, uno dei tie-in peggio traslati in realtà virtuale e – in generale – un cooperativo multiplayer blando e incolore. Non sappiamo se l’arrivo dei nuovi contenuti (già promessi con i DLC) possa andare a stravolgere la formula, rendendo il prodotto un buon videogioco in realtà virtuale, ma – viste le premesse – punterei sinceramente più sul no, che sul sì. Speriamo che nDreams torni presto a lavorare sulle sue IP originali, esplorando ciò che più sono capaci di fare.

Ghostbusters: Rise of the Ghost Lords è disponibile dal 26 ottobre 2023 al prezzo di 34,99€ su Meta Quest e PlayStation VR2.






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Alessandro Redaelli

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