Giocato su Oculus Quest 2
Gorn è stato uno dei titoli ad aver riscosso maggior successo durante la prima fase della PCVR, quando ancora non esisteva un mercato standalone, e PSVR offriva – prevalentemente – una lunga collezione di demo. Forte della spinta data da Devolver Digital, ma soprattutto grazie al suo stile irresistibile ed ultraviolento, l’opera di Free Lives era praticamente un must have per tutti quelli che possedevano un caschetto PC all’epoca, arrivando poi anche su Playstation VR e giungendo oggi sui nostri Oculus Quest. Di anni ne sono passati un po’, ed il mercato ha subito cambiamenti a dir poco drastici; sarà capace Gorn di dire ancora qualcosa nel linguaggio VR contemporaneo? Scopriamolo insieme nella nostra recensione.
Per chi fosse arrivato nel mondo della realtà virtuale con Oculus Quest od Oculus Quest 2, Gorn è stato il primo simulatore di gladiatori in realtà virtuale, caratterizzato però da un’estetica super deformed e sopra le righe, che andava in controtendenza con la violenza propria dell’immaginario proposto. Se successivamente Blade & Sorcery ha rappresentato l’esponente più eticamente discutibile del videogioco in cui l’unico obiettivo è massacrare un nutrito gruppo di persone, Gorn riusciva invece a risultare sempre divertente e scanzonato, senza prendersi mai sul serio e spingendo l’acceleratore sull’aspetto più bizzarro della violenza. La goffaggine voluta con cui si muovono i nemici è infatti la firma principe della produzione Free Lives, così come le armi dal feeling “morbido” ed un pubblico di nobili testoni che chiedono a gran voce il vostro sangue e quello degli avversari.
Quello che dovrete fare in Gorn sarà sostanzialmente eliminare una serie di gladiatori più o meno simili tra loro, prima che uno degli stessi vi faccia la pelle; spargendo pezzi di carne a destra e a manca, attraverso le armi che vi verranno proposte all’interno delle arene. C’è subito da dire che Gorn non ha una campagna esattamente tradizionale, ma anzi vi da la possibilità di lanciarvi in una decina scarsa di livelli di difficoltà crescente, in cui eliminare sempre i soliti nemici, in tre ambientazioni diverse, per poi arrivare ad un piccolo numero di boss di fine livello. Al lancio su PC, Gorn non aveva nemmeno questa possibilità, e presentava soltanto un’arena unica in modalità endless – ancora presente – in cui totalizzare il numero massimo di punti, prima di un’inevitabile dipartita.
Se la struttura ludica del titolo è oggi differente, grazie all’aggiunta di qualche variazione sul tema, una miriade di armi bizzarre ed una manciata di boss unici, è molto chiaro come l’anima del prodotto sia rimasta sostanzialmente invariata rispetto a quattro anni fa, e Gorn piacerà specialmente a chi cerca un passatempo scanzonato ed un po’ di sano sfogo dalla vita quotidiana. Gorn non è un prodotto adatto a chi cerca l’avventura od un tipo di progressione più convenzionale, ma se avete sempre sognato di strappare la testa di un gladiatore dopo averlo sconfitto, Devolver Digital vi saprà accontentare come forse ancora nessun altro ad oggi.
Sul fronte del gameplay, la meccanica più interessante di Gorn è senza dubbio quella legata al movimento del vostro alter ego. Nel 2017 non eravamo ancora abituati al movimento fluido, ed in Free lives si erano inventati uno speciale sistema di locomotion che è sopravvissuto a porting ed aggiornamenti vari. Quest’ultimo vi impone di muovere fisicamente le braccia tenendo premuto un tasto, simulando così una vera camminata e riducendo – potenzialmente – il motion sickness. Se parlando di chinetosi questa risulta una soluzione brillante, abituati come siamo oggi al movimento libero, la trovata si dimostra invece un po’ troppo macchinosa, e – pur restando decisamente in linea con il prodotto – risulta a conti fatti meno fresca di quanto non potesse esserlo qualche anno fa. Fortunatamente è comunque possibile scegliere il movimento libero, fondamentale nelle ultime fasi della campagna, quando anche soltanto un movimento sbagliato può farvi perdere decine di minuti di progressi.
Ma chiaramente il focus principale di Gorn sono gli scontri, ed è qui che il prodotto Free lives regala il meglio di sé. Imbracciando una spada, una mazza od un altro dei numerosi utensili presenti nel gioco, inizieremo a sbracciare come matti fin dal primo minuto del gioco, abbracciando un feeling da hack’n’slash che risulta ancora delizioso, e che si fa perfetta sostituzione del button smashing di mousiana memoria. In Gorn non serve una gran tecnica, ma avrete bisogno di una grande resistenza per sopravvivere ad un numero di movimenti ancora inedito per questo tipo di produzioni. Di conseguenza, anche chi cerca un fitness game divertente potrebbe pensare di sostituire le sue sessioni di palestra con una mezz’ora abbondante di fendenti tirati a casaccio nel mondo di Gorn; che fanno sì sudare, ma non annoiano mai.
Nonostante gli scontri proposti possano essere approcciati anche a cervello spento, è possibile affinare comunque la tecnica individuando i punti deboli dei nemici, il momento esatto in cui contrattaccare e così via, ragion per cui – nonostante tutto – il combat system di Gorn funziona bene ancora oggi. Certo, gli scontri non sono mai perfetti proprio in virtù del suo essere volutamente goffo, le hitbox cozzano una volta su tre ed alcune armi sono decisamente più maneggevoli di altre, ma chi riuscirà a comprendere i suoi punti di forza saprà comunque a divertirsi come un matto. Da non sottovalutare poi la possibilità di afferrare con le nostre stesse mani il busto dei gladiatori, per poi strappargli letteralmente la testa o gli arti con l’altra mano; in un balletto di sangue ed esaltazione tanto inquietante quanto divertente. Raccontato così sembra un aspetto fin troppo macabro, ma l’ironia con cui è trattato il contesto smorza ogni questione etica legata alla rappresentazione della violenza in modo così superficiale.
Se c’è un difetto però ben visibile in Gorn è la sua stessa natura di wave combat game. Se non troverete appassionanti gli scontri o sentirete il bisogno di una progressione più tradizionale, Gorn potrebbe annoiarvi già dopo cinque minuti contati, restando un prodotto imperdibile per chi saprà apprezzarne le meccaniche, ma insostenibile per tutti gli altri.
Il lavoro fatto per adattare il prodotto ad Oculus Quest è, come spesso accade, oggettivamente clamoroso. E’ vero che non partivamo sicuramente da un titolo dall’impronta iper realistica; ed anzi i movimenti volutamente sbagliati dei personaggi non pesano certo tanto sulla macchina anche in confronto al buon numero di nemici su schermo, ma il risultato ottenuto su Oculus Quest 2 è indistinguibile dal titolo su PC. Chiaramente sparisce qualche ombra, il sangue si riduce un filo e l’aliasing è poco più marcato, ma son tutte differenze a cui nessuno farà più caso dopo il primissimo colpo d’occhio.
Da non sottovalutare poi il fatto che, essendo Gorn un titolo estremamente dinamico, la possibilità di giocare senza l’ausilio del cavo rende il prodotto di Free Lives perfetto per lo standalone di Facebook. Se su PC il mai troppo odiato cavo andava a limitare molti movimenti ed a spezzare in più occasioni l’immersione, su Oculus Quest vi sentirete molto più partecipi delle guerre tra palloni gonfiati che Gorn mette in scena, con un conseguente aumento del divertimento.
Dunque, a conti fatti, conviene acquistare Gorn? Se siete fan del titolo fin dalla sua uscita su PC ed avete un Oculus Quest non pensateci due volte: lo standalone di Facebook è il device migliore con cui giocare al prodotto di Devolver Digital. Se non l’avete mai provato ma siete curiosi, dipende chiaramente da ciò che cercate. Se vi accontentate di menar le mani in un contesto cartoon ultraviolento prendetelo ad occhi chiusi, se siete alla ricerca di un videogioco più tradizionale e di una progressione più in linea con quella dell’avventura classica, Gorn potrebbe starvi davvero troppo stretto.
Gorn è disponibile dal 10 Luglio 2017 su Steam, dal 19 Maggio 2020 su Playstation Store e dal 28 Gennaio 2021 su Oculus Quest al prezzo di 19,99€.
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