Gungrave VR UN è il “secondo capitolo” in realtà virtuale del rilancio di Gungrave, estensione del titolo principale venduto come una sorta di DLC standalone, che risulta in realtà semplicemente la seconda metà del gioco venduta a parte. Che sia un’idea del team produttivo o del publisher poco importa, l’idea di tagliare in due un prodotto già di per sé corto e costoso è dannosa sia per i consumatori che per l’industria, ma andiamo con ordine.
Ci siamo lasciati definendo Gungrave VR (qui la recensione) un prodotto sotto le aspettative e accettabile sostanzialmente solo per i fanatici della saga o ad un prezzo fortemente scontato; un prodotto dalle parti della (quasi) sufficienza.
Questo “secondo capitolo” riprende esattamente da dove si interrompeva il precedente, ma tenta di aggiungere meccaniche di gameplay nuove ed elementi inediti.
La prima cosa che balza all’occhio è una cornice anime che apre e chiude la storia. Chiaramente, nonostante lo stile azzeccato, la stessa risulta inutile come lo era quell’accenno di storyline presente nel capitolo principale e sottolinea ancora di più la pigrizia della produzione.
Pad alla mano il primo dei livelli disponibili ripropone la stessa formula del precedente, presentando però un level design più orizzontale. Se nell’episodio uno i combattimenti si svolgevano all’interno di arene quadrate in cui era semplicemente richiesto di far piazza pulita, qui il nostro alter-ego dovrà proseguire all’interno di livelli più estesi, facendo un passo in avanti verso l’action convenzionale.
Dopo un minuto di orologio, risulta incredibilmente evidente il motivo per cui non si era scelta la stessa strada nei cinque livelli di Gungrave VR.
Muoversi e girarsi con la telecamera attaccata alle spalle del protagonista attraverso dei comandi non proprio reattivi risulta un inferno, facendo preferire di gran lunga l’approccio più essenziale dato da mappe piccole e circolari.
I ragazzi di Iggymob devono essersene accorti appena conclusa la produzione del primo livello, e quindi deviano verso un grande e delirante colpo di scena.
Dalla seconda missione in poi i livelli saranno sostanzialmente degli shoot-em-up a scorrimento orizzontale. Possiamo tranquillamente definirla la peggiore idea proposta fino ad oggi su PSVR poiché, oltre a non aggiungere nulla attraverso attraverso l’uso della realtà virtuale, l’esecuzione toglie anche immediatezza al genere e risulta una delle trovate più macchinose mai viste ad oggi. Il metodo di mira rimarrà quello dei livelli 3D, costringendoci a muovere la testa oltre ai limiti consentiti dal visore e combattere contestualmente contro al torcicollo.
L’orrenda trovata sottolinea poi ancora di più l’approssimazione derivante dal combat system, che ci porterà ad usare con più frequenza gli attacchi melee, ingestibili nei tempi e nelle hitbox nemiche.
Come se non bastasse il gioco presenta appena tre livelli e viene venduto ad un prezzo di venti euro, che per un gioco brutto che dura mezz’ora paiono giusto un tantino eccessivi.
Se Gungrave VR può tutto sommato divertire grazie alla sua immediatezza e al suo stile, Gungrave VR UN risulta forse il peggior titolo PSVR presente ad oggi sul marketplace di Sony. Al contrario del precedente, l’ultimo atto in realtà virtuale di Gungrave non vale – perdonate il gioco di parole – manco UN euro.
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