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Hand Physics Lab | la recensione | Quest

Giocato su Oculus Quest 2

Una delle feature più interessanti ma meno sfruttate di Oculus Quest è l’avveniristico hand tracking, ovvero la possibilità di usare le nostre mani al posto dei motion controller per interagire con il mondo circostante. Se infatti questa possibilità e ben integrata nell’infrastruttura del sistema operativo, lo stesso non si può dire dei videogiochi veri e propri, poiché i titoli che la integrano al cento per cento si contano letteralmente sulle dita di una mano. Hand physics lab si propone invece sul mercato come un prodotto pensato esclusivamente per sfruttare questa incredibile potenzialità dello standalone di Facebook, mettendoci alla prova con una serie di puzzle di difficoltà crescente, in cui le mani non sono mai state così reattive e, allo stesso tempo, difficili da controllare.

Il prodotto di Holonautic ha un concept molto semplice: un’area vuota, un puzzle di fronte a noi e le nostre vere mani per risolverlo nel minor tempo possibile. Durante il centinaio scarso di enigmi che ci verranno proposti dovremo posizionare delle forme all’interno di un’area ben specifica, dividere per colori una serie di figurine o, addirittura, premere semplicemente un tasto. Se il concept dietro alla maggior parte degli stage è quanto di più semplice possa esistere nell’ambito del puzzle game, eseguire azioni semplici come spostare una pallina od interagire con un oggetto si rivelano qui molto più complesse, e divertenti, del previsto.

L’hand tracking così come lo conosciamo oggi non è pronto ad entrare nel mainstream, e questo è un dato di fatto. Nonostante il tracciamento tramite le sole camere risulta a dir poco miracoloso, è anche vero che l’hardware non riesce a star dietro a movimento troppo veloci o troppo lenti, non riesce a coprire l’area che esce appena appena dalla zona coperta dalle telecamere e, in generale, ha bisogno di condizioni di luce molto specifiche per funzionare al meglio. Questo non vuol dire che l’hand tracking non sia una tecnologia interessante, e che non riesca a restituire soddisfazioni anche durante questa prima fase sperimentale proposta da Facebook.

Complice un game design che strizza l’occhio a titoli come Surgeon Simulator, la poca precisione del tracciamento diventa in Hand Physics Lab quasi un punto di forza, poiché ci costringerà a combattere contro una reattività delle nostre stesse mani a tratti realmente frustrante. Questo crea un disallineamento bizzarro tra quello che stiamo realmente facendo e quello che viene rappresentato sullo schermo, dando vita ad un cortocircuito che risulta effettivamente divertente in più di un’occasione, nonostante le ovvie magagne tecniche. Attenzione, non sto dicendo che il gioco funziona proprio grazie al fatto che la feature in sé funziona poco, ma i limiti evidenti dell’hand tracking sono stati così tanto interiorizzati da Holonautic che lo studio svizzero è riuscito a trasformarli, quasi, in un punto di forza.

Oltre ai puzzle, Hand Physics Lab propone anche una modalità sandbox che ci permette di divertirci con una manciata di esperienze libere in cui giochicchiare con i vari oggetti che compongono gli enigmi della campagna, aggiungendo un pizzico di longevità in più ad un prodotto che va assolutamente osservato sotto la lente della pura sperimentazione.

Esiste poi la possibilità di usare i motion controller per affrontare l’intera avventura, ma inutile dire che in questo modo Hand Physics lab perde totalmente di senso, e diventa semplicemente un titolo VR insufficiente, che non ha nulla di interessante da offrire.

Due parole, infine, sull’aspetto tecnico. Il titolo di Holonautic si presenta minimale quanto efficace dal punto di vista formale, con poche linee a costruire le scarne ambientazioni proposte, ed una manciata di colori a pitturare gli elementi importanti dello scenario. Nulla di eclatante, sia chiaro, ma la pulizia generale rende il prodotto abbastanza personale sul fronte stilistico, quando funzionale sul fronte del gameplay. Anche la musica, composta da una manciata di tracce classiche piuttosto note, aiuta a costruire un immaginario bizzarro e divertente allo stesso tempo; un po’ facilone, ma tutto sommato piacevole.

Giunti fin qui, vi starete giustamente chiedendo se Hand Physics lab è un gioco che fa per voi. Ora, il prodotto di Holonautic non è un videogioco vero e proprio, questo va messo in chiaro. Questo bizzarro titolo esclusivo per Oculus Quest ha un solo scopo: dimostrare che anche attraverso il solo hand tracking è possibile proporre esperienze interessanti, che non necessitano di tasti o levette analogiche per esser fruite in realtà virtuale. Di conseguenza, se siete affascinati da questa tecnologia potreste voler dare una chance a questo pazzo puzzle game; non tanto perché il gioco in sé sia un prodotto particolarmente riuscito, quanto perché è quello che senza dubbio – di tutto il catalogo Quest – spinge maggiormente l’acceleratore sull’utilizzo totalizzante di questa feature.

Se siete quel tipo di persona che sta sempre al passo con i tempi e non vede l’ora di provare le nuove diavolerie tecnologiche proposte dal mercato, Hand Physics Lab è sicuramente un prodotto che potrebbe valere la pena acquistare. Il titolo di Holonautic non fa nulla di particolarmente eclatante sul fronte del game design, e non propone certo i migliori puzzle sul mercato, ma ha dalla sua un utilizzo dell’hand tracking decisamente interessante, che saprà soddisfare chi cercava da mesi un prodotto in grado di dimostrargli i passi avanti fatti con questa tecnologia. Inutile dire che se non siete particolarmente colpiti da questa feature dello standalone, Hand Physics Lab non propone davvero nessun altro appeal al di là del suo semplice concept, e vi farà annoiare già dopo una manciata di minuti.

Hand Physics Lab è disponibile dal 1 Aprile su Oculus Quest ed Oculus Quest 2 al prezzo di 9,99€.






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Alessandro Redaelli

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