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Hatsune Miku VR: la recensione

Introduzione

Nuovo gioco musicale dal Sol Levante, con un personaggio che per i cultori del genere ha una sua storia. Hatsune Miku è infatti una idol virtuale nata da un cosiddetto “vocaloid” ovvero una riproduzione digitale di una linea cantata, eseguita similmente ad uno strumento midi in base ad una partitura con del testo, la cui impronta timbrica proviene da una campionatura umana. La tecnologia di base è stata sviluppata da Yamaha ma la vita di Hatsune Miku quale software musicale ha seguito una sua strada, ottenendo un successo commerciale enorme ma non solo: ha avuto un suo manga, una serie videoludica di Sega (Project DIVA) e svariate comparse in altri media. Ricordiamo anche Hatsune Miku VR Future Live su PSVR del 2016 che è tuttavia tutt’altro prodotto.

Il gioco

Dopo un lungo ma doveroso preambolo per descrivere fenomeni esotici e non facilmente comprensibili da noi occidentali, veniamo al gioco vero che si presenta invece allineato ai canoni della categoria. Trattasi di un gioco musicale nella falsariga di Audioshield in cui vanno colpite con le relative bacchette le note in arrivo da quattro altoparlanti stagliati sullo sfondo. Hatsune Miku ballerà e canterà, senza un ruolo attivo a livello di gameplay che non sia puramente coreografico, elemento rimarcato anche dagli extra in cui sarà possibile osservare le sue performance da varie angolazioni.

Di recente abbiamo trattato Airtone, altra produzione nipponica che si pone di un buon margine quale migliore esponente del genere. Sebbene lo stile ma anche la cura e la caratterizzazione tipiche dell’arte ludica giapponese siano comparabili, i due titoli risultano molto diversi sia per contenuti che per spessore. Hatsune Miku VR ha un catalogo di otto canzoni affrontabili a due livelli di difficoltà, manca di una vera progressione che non sia il punteggio in classifica, ma esibisce una curva di difficoltà ripida che risulta impegnativa già nei brani più semplici con spiccata tendenza a generare frustrazione. Per i fondamentalisti del genere, una simile soluzione garantisce longevità, ma sarebbe stato preferibile un catalogo più vasto e magari una modalità carriera con contenuti sbloccabili, anche se è noto che nuove canzoni verranno aggiunte in un secondo momento. Altro elemento da sottolineare è la durata dei brani che, unitamente alla postura a braccia aperte adottata, risulta decisamente faticosa per le spalle. Buona la sincronizzazione e discreta la varietà dei pattern, è sempre evidente il gap tra i prodotti che generano le beatmap automaticamente e quelli in cui i movimenti che vi si richiedono abbiano un senso musicale e seguano la progressione ritmica del brano.

Comfort e implementazione

Dal punto vista del comfort non vi è alcun tipo di movimento e le prestazioni sono ottime. Notevole la pulizia visiva e buone le coreografie. Le canzoni includono diverse celebri del team creativo di Hatsune Miku viste in altre produzioni, sicuramente un valore aggiunto per il cultore della serie. Fa piacere vedere la localizzazione del testo in svariate lingue tra cui l’italiano, una vera rarità di questi tempi.

Conclusioni

Hatsune Miku VR è una produzione di nicchia che farà felici gli estimatori della idol o dei relativi prequel videoludici. Come prodotto musicale a sé stante è realizzato con competenza ma soffre un po’ sul piano dei contenuti, essendo privo di una reale progressione e fin troppo arduo, con un prezzo di listino non indifferente se rapportato al numero di canzoni presenti. Tuttavia la sua presenza è da accogliere quale buona notizia, si susseguono gli esperimenti nel Sol Levante in ambito PC/VR, tutti vantano tecnica e caratterizzazione sopra la media e questo non fa eccezione. Se rientrate nelle categorie succitate, merita sicuramente di essere tenuto d’occhio.






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Raffaele Cadeddu

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