Giocato su PSVR2
Il successo di Hello Neighbor è uno di quei fenomeni videoludici che non mi spiego.
Il titolo di Dynamic Pixels non era un bel gioco, ma riuscì comunque a conquistarsi una fetta enorme di fan, soprattutto grazie agli stream e ai video youtube, diventando una sorta di icona odiata dalla critica, ma amata dal pubblico. Steel Wool Studios, dopo aver portato in VR in maniera eccelsa Five Night’s At Freddy’s, ritenta la fortuna con questo Hello Neighbor: Search and Rescue, una sorta di spin-off ufficiale della serie in cui, nei panni di cinque bambini, dovremo scoprire cosa si nasconde nei sotterranei della villa di Theodore Peterson.
Per chi non conoscesse la serie, la premessa del franchise è sempre quella: interpretando uno o più personaggi ci si deve intrufolare dentro a una grossa magione, risolvere una serie di puzzle e scoprire i segreti dell’iconico antagotagonista. Il problema è che durante la nostra caccia al tesoro il simpatico mr. Peterson si aggirerà costantemente tra i corridoi e le camere della struttura, cercando di impedirvi di ficcare il naso nei suoi loschi affari.
Il concept, in Search and Rescue, non è diverso: il vostro obiettivo è il medesimo, ma per farlo potrete passare in qualsiasi momento da un personaggio all’altro attraverso un walkie talkie. Ogni bambino ha un’abilità: una lente d’ingrandimento che svela indizi nascosti, una mazza da baseball che distrugge le pareti più deboli, una fionda che raggiunge punti inarrivabili. Inoltre, ogni personaggio avrà accesso inizialmente a una singola area della villa, ragion per cui sarà fondamentale far collaborare i ragazzi per raggiungere il nostro obiettivo.
Un puzzle game a sfumature horror, sostanzialmente, in cui gli enigmi risultano perno centrale dell’esperienza, ma purtroppo faticano a ingranare attraverso il medium che li propone. Il più grosso difetto di Hello Neighbor: Search and Rescue è infatti paradossalmente che questo capitolo VR del franchise assomiglia troppo a un capitolo tradizionale della saga, non solo rispetto all’idea, ma anche rispetto al suo design. In realtà virtuale abbiamo bisogno di videogiochi che reinventino il linguaggio, e non che ne adattino un altro. Tolti rari casi illuminati, di cui il prodotto di Steel Wool Games non fa parte, i videogiochi VR funzionano solo e soltanto se pensati dal principio per una fruizione in realtà virtuale, spogliati di tutte le sovrastrutture che abbiamo interiorizzato con il gaming tradizionale. Il puzzle design è anche interessante e a volte convincente, ma spesso troppo criptico per funzionare davvero attraverso un linguaggio che fa dell’immediatezza il suo punto di forza. Vagare per decine di minuti, sempre attraverso i soliti tre corridoi senza sapere cosa fare, non è mai una bella esperienza, specialmente in VR, ma per come è disegnato Search and Rescue non sarà raro rimanere imbambolati per fin troppo tempo, in attesa che lo spirito santo scenda sulla terra a indicarci la via.
Non aiuta un’implementazione della realtà virtuale a tratti imbarazzante. Search and Rescue sembra, sul fronte della semplice e pura esperienza di gioco, un’alpha di un titolo a cui manca ancora un bel po’ di tempo per arrivare alla sua uno punto zero. Problemi con il movimento, compenetrazione degli oggetti, mani che si incastrano; persino lanciare palline con la fionda o usare la mazza da golf restituisce un feedback che sembra uscito da ben prima dell’Oculus DK1. Un vero disastro, frutto delle ambizioni eccessive di un team che aveva lavorato precedentemente in modo egregio, ma su un design più contenuto e a fuoco.
Anche tecnicamente, su PSVR2, Hello Neighbor: Search and Rescue è improponibile. Un aliasing marcatissimo e dei modelli poligonali anacronistici sono solo due dei molti problemi che il titolo distribuito da Tiny Build Games ha sulla nuova piattaforma di Sony, e questo è imperdonabile. È plausibile che il team si sia concentrato sulla versione Quest 2, che se restituisce questo impatto va più che bene, ma da una console come PlayStation 5 mi aspetto, anzi – pretendo – molto di più.
Non è comunque tutto da buttare, sia chiaro. Se siete persone più sveglie di me e non perdete facilmente la pazienza nella risoluzione di enigmi non esattamente immediati, il game loop di Search and Rescue può anche darvi soddisfazioni, oltre che dar vita ad alcuni momenti di grande tensione, che non credevo di provare con un prodotto di questo respiro. Alcune scalate, alcuni puzzle e l’atmosfera generale sono più che buone, e scoccia quindi ancora di più che l’esperienza generale di Search and Rescue risulti, in fin dei conti, profondamente deludente.
Hello Neighbor: Search and Rescue è un titolo da cui mi aspettavo sinceramente di più. Non che il capitolo originale sia un prodotto imperdibile, e anzi lo scontro tra critica e pubblico potrebbe farsi ancora più insistente con questa sua variante VR, ma da chi ci ha regalato uno dei migliori adattamenti del gaming in realtà virtuale mi ero quasi auspicato un titolo più solido della sua controparte tradizionale. Search and Rescue potrebbe avvicinare i fan del franchise alla VR, e potrebbe paradossalmente anche allontanarli, a causa delle sue importanti lacune e del suo adattamento mediocre a delle regole che andavano necessariamente riscritte. Bene che arrivino franchise sempre più importanti da queste parti, ma ci vuole anche la sostanza.
Hello Neighbour: Search and Rescue è disponibile dal 25 maggio 2023 al prezzo di 24,99€ su PlayStation VR2, Meta Quest 2 e PCVR.
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