Stilare una classifica delle cinquanta migliori opere VR di tutti i tempi, ve lo anticipo, è stato una tortura. Il motivo è che ci sono così tanti videogiochi in realtà virtuale meravigliosi e meritevoli di trovare uno spazio in un contesto come questo, che arrivare a cinquanta (anche se in realtà ho barato e sono un filino di più) è stato doloroso come mai mi sarei aspettato. La realtà è che stiamo vivendo un’epoca d’oro senza nemmeno accorgercene, concentrati su un mercato flat che difficilmente propone qualcosa di nuovo da dire, mentre capolavori con la C maiuscola, in realtà virtuale, vengono relegati a un contesto da poche centinaia di copie vendute.
Questa lista nasce un po’ per ricordarci, tra noi appassionati, quali sono i giochi che ci hanno fatto innamorare della realtà virtuale; un po’ come spazio di confronto; ma soprattutto come grande riassunto per chi ancora la realtà virtuale non l’ha approcciata, e che può dunque trovare qui tra le cose migliori che ci ha offerto questa prima ondata di videogiochi VR.
Ci tengo a precisare che questa lista è frutto di una mediazione tra ciò che penso sia oggi imprescindibile, e ciò che piace a me personalmente, come accade sempre con i miei pezzi e le mie recensioni. Se non ci trovate dentro il vostro gioco VR preferito non offendetevi, e anzi scrivetemi qui sotto cosa secondo voi valeva la pena di essere citato. Anche perché magari, semplicemente, me lo sono dimenticato. Dunque, bando alle ciance, iniziamo con la lista dei cinquanta migliori giochi VR di tutti i tempi, almeno fino a oggi.
Beat Saber
Partiamo con un po’ di classiconi. Impossibile non citare subito Beat Saber, il videogioco che ha reso la realtà virtuale quella che è oggi: un rhythm game che ha saputo reinventare un intero genere attraverso un linguaggio fino ad allora nuovo e inesplorato, che ci ha fatto e continua a farci divertire per centinaia di ore a ritmo di musica. Se vi piacciono i giochi musicali Beat Saber è un imperdibile, anche perché si trova su tutte le piattaforme di realtà virtuale esistenti a oggi. Tranne che su Pico, su Pico effettivamente non c’è.
Ragnarock
Sempre a tema musicale, Ragnarock è la risposta metal a Beat Saber, ed è stato in grado di riadattare un genere di nicchia com’è il viking metal a un design che – evidentemente – ha ancora tanto da dire. Suonare dei tamburi giganteschi mentre navighiamo un battello vichingo verso il valhalla non è mai stato così divertente: una delle grandi potenzialità della realtà virtuale. Disponibile per tutte le piattaforme: PCVR, Quest 2 e PSVR2.
Astro Bot: Rescue Mission
Prima esclusiva PSVR a entrare in classifica, Astro Bot: Rescue Mission ha rivoluzionato il platform 3D come lo aveva fatto Super Mario 64 a suo tempo, su Nintendo 64. Stiamo parlando di una pietra miliare del videogioco: originale, divertentissimo e sublime sul fronte estetico. Uno di quei capolavori che spuntano fuori una, due volte in un’intera generazione. Purtroppo, però – per ora – rimane elegato al primo PSVR. Quando annunceranno la remastered per il nuovo visore di Sony? Speriamo il prima possibile.
Skyrim VR
Non sono mai stato un grande amante di Skyrim, ma in VR mi sono dovuto ricredere. Esplorare in realtà virtuale il meraviglioso e sconfinato mondo del titolo di Bethesda è stato un sogno, quasi come vivere in prima persona quei personaggi, quelle storie e quei luoghi. Chiunque abbia oggi a disposizione un PC o un PSVR1 non ha scuse: deve tornare assolutamente a Skyrim vivendola dall’interno, perché risulta ancora oggi un’esperienza indimenticabile.
The Walking Dead Saints & Sinners / S&S chapter 2
Ci sono pochi giochi spaventosi e divertenti come The Walking Dead: Saints & Sinners, ma fortunatamente abbiamo… The Walking Dead: Saints & Sinners. Anzi, addirittura ne abbiamo due, con un seguito che fa praticamente tutto meglio, e che ci mette ancora una volta nei panni di un uomo che cerca di sopravvivere a un mondo ormai dominato da zombie, e da strani gruppi cultisti che vogliono dominare il nostro quartiere. Un po’ horror, un po’ survival, sicuramente due opere imprescindibili. Due capolavori che potete giocare sia su PCVR, che su PSVR2, che su Quest 2. Attenzione però che il secondo funziona cento volte meglio sull’ultimo visore PlayStation.
Superhot VR
Se il flat era già un capolavoro, Superhot in VR diventa qualcosa di più: un pezzo di storia dell’arte, che sembra arrivare dritto dritto dal paradiso. Un design semplicissimo, che ci impone di muoverci soltanto quando vogliamo far andare avanti il tempo, è in realtà una delle migliori cose mai successe alla realtà virtuale, a prescindere dalla piattaforma. Lo trovate su PCVR, Quest 2 e sul primo PSVR. Ma conviene giocarselo su Quest 2, senza l’intralcio del cavo.
Resident Evil 4 / 7 / Village
Di questi parlerei per ore e ore, ma purtroppo ho soltanto pochi minuti. Resident Evil 4 VR, esclusiva Quest 2, è semplicemente la miglior versione del classico Capcom. Il 7 – sul primo PSVR – è ancora oggi uno dei videogiochi più spaventosi della storia del gaming, anche se si gioca soltanto attraverso il pad, da seduti. Village, nonostante qualche pecca di conversione, è invece uno dei titoli che ho divorato con più voracità, e a cui penso più spesso durante le mie giornate. Davvero, se potessi, tre o quattro ore al giorno me le passerei costantemente a farmi e rifarmi questo immortale della realtà virtuale. Quest’ultimo solo su PSVR2.
Pistol Whip
Tornando al volo sui giochi musicali, Pistol Whip è il mio preferito assoluto del genere. Mischiando sapientemente rhythm game ed FPS, Pistol Whip riesce a dar vita a situazioni alla Matrix che vi fanno sentire davvero il grande eroe di quel film d’azione che avreste sempre voluto interpretare. L’ho usato tanto anche come workout, ma sarebbe un delitto relegarlo a gioco per il fitness, perché stiamo parlando di un capolavoro assoluto. Su PCVR, Quest 2 e PSVR2.
The Light Brigade
Uscito da pochi mesi, The Light Brigade è già diventato un classico istantaneo: un roguelite perfetto, millimetrico, divertentissimo a ogni run. Attraverso delle armi di fortuna ispirate a quelle della Prima guerra mondiale, in The Light Brigade dobbiamo cercare di arrivare sempre più in fondo a una serie di livelli di difficoltà crescente, migliorando le nostre statistiche e cercando di non farci uccidere dai boss di fine capitolo. Stupendo da vedere e divertentissimo da giocare, lo trovate su PCVR, Quest 2 e PSVR2.
The Room VR
Tutt’oggi, forse, il miglior puzzle game classico che ci ha offerto la realtà virtuale. The Room VR: A Dark Matter è un gioco a enigmi dal design perfetto, che riesce a divertire, farci pensare, e soprattutto immergerci dentro a un immaginario unico e sognante come pochi. Su PCVR, Quest 2 e sul primo PSVR.
Half Life: Alyx
Come non parlare di Half Life: Alyx in una lista del genere? Forse il punto più alto toccato dal videogioco negli ultimi dieci anni: un seguito che è sia summa di un intero linguaggio, che scorcio avveniristico verso un futuro sempre troppo lontano. Valve ha droppato una bomba che qualunque appassionato o appassionata di videogiochi dovrebbe vivere almeno una volta nella vita, per capire quanto la realtà virtuale sia incredibilmente più avanti di quello che pensa.
Tetris Effect
Che ci fa Tetris dentro a una classifica VR? Ci va che Tetsuya Mizuguchi è un genio, ed è riuscito a reinventare il design più vecchio del mondo, veicolando parte dei suoi elementi estetici prevalentemente attraverso la VR. Tetris Effect è un gioco che è impossibile da spiegare, perché né si può comprendere la grandezza soltanto giocandolo in prima persona, e facendosi cullare da una delle esperienze più belle che potrete mai fare nella vita. Su PCVR, Quest 2 e PSVR2.
Duck Season
Sfruttando l’assist di Tetris, passiamo a un’infilata sui giochi “delle origini”, ovvero quelli della primissima ondata che ci sono rimasti dentro, e che sono stati in grado di definire per la prima volta il linguaggio. Duck Season, tra questi, è uno dei più assurdi. Metà shooter e metà avventura horror, Duck Season ci mette nei panni di un ragazzino che gioca a Duck Hunt sul suo NES, senza sapere che lo storico cane spalla del protagonista ha la capacità di uscire dallo schermo e di perseguitarlo all’infuori del videogioco. Un titolo folle, spaventoso e divertentissimo: un must assoluto, relegato al mercato PCVR.
The Climb
Quando mai vi capita nella vita di scalare una montagna a mani nude? The Climb ci ha dimostrato che è possibile farlo anche dalla comodità delle nostre mura domestiche: un titolo adrenalinico, che ancora oggi mi mette il sorriso quando ripenso alla gioia che è stato in grado di restituirmi. Purtroppo, la versione Quest è visivamente poco accattivante, ma giocato su PC, The Climb, è ancora oggi impressionante, davvero da tutti i punti di vista.
Gorn
In VR ammazzare la gente è divertente, c’è poco da fare. Gorn ci ha insegnato che dentro ognuno di noi c’è dell’ombra, che ci spinge ad accettare, decapitare e strappare arti a più non posso ai nostri nemici per sfogare la nostra rabbia repressa. Ancora divertentissimo, e disponibile su tutte le piattaforme. C’è da aggiungere altro?
Robo Recall
Robo Recall è stato il primo titolo VR che ho giocato una volta arrivato il mio Oculus Rift, ed è stato subito amore. Visivamente sublime, divertentissimo da giocare e brillante nel suo intero design: Robo Recall è tutt’oggi uno degli FPS più divertenti dell’intero linguaggio, e il suo grande valore è stato quello di farcelo capire fin da subito, senza troppi compromessi. Se lo volete giocare, però, sta solo su PCVR.
Thumper
Thumper è un viaggio psichedelico come mai ne ho vissuti in vita mia senza l’ausilio di droghe. È un’opera d’arte in movimento, una sorta di esperienza in prima persona degli ultimi quindici minuti di 2001: Odissea Nello Spazio, travestita da rhythm game difficile e punitivo. È uscito su PCVR, Quest 2 e PSVR2, come hai fatto a non giocarlo fino a oggi?
Wilson’s Heart
Uno dei miei preferiti di sempre, Wilson’s Heart è un horror d’annata come non se ne sono fatti più dopo di lui. È come vivere un film horror della hammer degli anni cinquanta dal suo interno, affrontando un’avventura unica, stimolante e piena di momenti estremamente inquietanti. È un’esperienza straordinaria, purtroppo un po’ dimenticata, ma che consiglio fortemente a chiunque abbia un PC per poterlo giocare. È quasi un delitto che non sia arrivato su altre piattaforme.
Lone Echo
Ready at Dawn ci ha regalato una delle avventure spaziali più belle della storia del gaming, VR e non. Lone Echo, così come il suo seguito, è un prodotto tecnicamente impressionante, elegante nella scrittura e nel design: uno di quei rari casi in cui ci sentiamo realmente dentro a un prodotto infinitamente più grandi di noi. Un capolavoro, relegato purtroppo al solo mercato PC.
Journey of the Gods
Journey of the Gods è stato il primo videogioco VR a farmi dire: “ma sai che Zelda in VR funzionerebbe davvero bene?”. E così è, perché il titolo uscito su PC e Quest, e oggi disponibile soltanto su Quest 2, è un’avventura sbalorditiva, appassionante e divertente come poche. Il nostro Zelda VR, e scusate se è poco.
Pavlov
Come non parlare poi dell’FPS multiplayer più giocato su PCVR, Quest 2 e PSVR2? Pavlov è il Counter Strike della realtà virtuale, divertentissimo in ogni sua modalità e pieno di mappe, giocatori e armi come raramente abbiamo visto in realtà virtuale. Se vi piacciono i competitivi online, per me, Pavlov rimane il migliore di tutti. E poi su PCVR ci sono centinaia di mappe assurde fatte dalla community.
Doom VFR
Cosa dire di uno dei più grandi FPS single player di sempre? ID Software ci ha regalato un vero Doom in realtà virtuale, una di quelle esperienze carnali che credevamo relegate soltanto a un certo tipo di mercato flat, che sfrutta inoltre con grande intelligenza un sistema di locomotion che può funzionare soltanto in VR. Un vero imperdibile, sia su PC, che sul primo PSVR.
Statik
A proposito di PSVR, concentriamoci un attimo sulle esclusive della grande S, che speriamo vedano un futuro in remastered o porting per PSVR2 o altri visori. Statik è stato il gioco che ha meglio sfruttato il dualshock di PlayStation 4, imprigionando letteralmente le nostre mani dentro a un cubo che potevamo aprire soltanto spremendoci le meningi. Un puzzle game immortale, opera di quei grandi di Tarsier Studio che hanno dato poi i natali a Little Nightmare. Purtroppo, questo è difficile venga riproposto su altre piattaforme, proprio perché sfruttava al cento per cento quella specifica periferica, ma è giusto ricordarlo come uno dei picchi più alti toccati dal genere in VR.
Bravo Team
Sempre a proposito di periferiche, Bravo Team riusciva a sfruttare l’AIM controller di PSVR come nessuno ha poi fatto dopo di lui, proponendoci uno sparatutto a coperture come fosse uscito dall’epoca di Time Crisis e dei cabinati. Una perla troppo sottovalutata, che vale la pena di esser riscoperta se avete ancora un PlayStation VR, e soprattutto lo storico fucilone targato PlayStation.
Until Dawn: Rush of Blood
Un FPS divertentissimo e spaventoso è invece Until Dawn: Rush of Blood, lo spin off di Until Dawn tutto VR, uscito in esclusiva per PSVR1. Una delle esperienze più esaltanti della mia vita, condito da jumpscare a tutto volume, sparatorie chiassosissime e tante, tante risate. Di questo spero vivamente in una remastered, anche perché il loro Switchback VR per PSVR2 non è che sia proprio un capolavoro.
Blood and Truth
Una remastered la esigo anche da Blood and Truth, grande action di London Studio che ci mette nei panni di un criminale in un mondo alla Guy Ritchie, da cui è davvero difficile staccarsi. Spettacolare come pochi, Blood and Truth è la definizione stessa di film da vivere in prima persona, che ci fa sentire come un grande eroe d’azione, dalla comodità del nostro divano di casa.
Wipeout Omega Collection
Quanto era bello Wipeout? Era bello tre generazioni fa, ed è ancora più bello in realtà virtuale con questa remastered per PSVR1, che ci restituisce una velocità sbalorditiva e una quantità di contenuti fuori di testa. Capolavoro ai tempi, capolavoro ora, capolavoro sempre. Peccato sia solo sul primo PSVR.
Firewall: Zero Hour
Il mio FPS multiplayer preferito. Firewall: Zero Hour è praticamente Rainbow Six Siege ma su PSVR, che con l’ausilio del PlayStation AIM diventa di un’intensità davvero rara. Peccato non sia uscito anche su PC o PSVR2, ma il prossimo Firewall: Ultra punta a superarlo, quindi non ci resta che attendere.
Hitman 3
Hitman in realtà virtuale è uscito anche su PCVR, ma il porting è davvero pessimo. È invece meraviglioso sul primo PSVR, soprattutto il terzo capitolo della saga, che ci mette a confronto con sette missioni da portare a termine in decine e decine di modi diversi. Mi ricorderò per sempre la sensazione di presenza che ho provato entrando nel club berlinese più o meno a metà gioco: un qualcosa che nulla, se non la realtà virtuale, è stato in grado di trasmettermi.
Gran Turismo 7
Spostandoci su PSVR2, Gran Turismo 7 è per me il miglior racing game in realtà virtuale di sempre, pregno di quella sensibilità unica che solo Polyphony è stata in grado di regalarci. Anche qui, il senso di presenza di trovarsi dentro al proprio abitacolo, gareggiando contro utenti da tutto il mondo o in single player è impagabile, soprattutto se affiancati da un volante e da una postazione di guida come si deve. Se avete PSVR2 e non avete Gran Turismo 7 siete letteralmente matti.
Synapse
Che capolavoro, Synapse! Uscito da pochi giorni in esclusiva su PSVR2, il titolo di nDreams è stato in grado di divertirmi come non mi succedeva davvero da tanto tempo, offrendomi un parco giochi roguelite dentro cui distruggere decine e decine di nemici attraverso le mie armi da fuoco, e attraverso dei poteri psichici mai così naturali da utilizzare. Ogni momento è buono per una run. Anzi, magari adesso vado a giocarmelo per l’ennesima volta.
Deraciné
Primo e unico gioco di From Software in realtà virtuale sul primo PSVR, e opera di quel maestro che è Miyazaki, Deraciné è una piccola favola ambientata in una scuola di inizio novecento, che parte come un racconto per bambini, e si sviluppa poi nel dramma più cupo tipico del suo autore. Un gioco di nicchia, ma straordinario, che merita – come d’altronde tutti gli altri – un porting su PSVR2.
Sprint Vector
Parlando di nicchia, ci tengo a tirar fuori un po’ di titoli sconosciuti o pensati per un pubblico molto specifico, di cui si parla troppo poco. Sprint Vector, ad esempio, è il miglior racing game a piedi della VR. Cosa vuol dire a piedi? Vuol dire che dovete letteralmente correre muovendo le vostre braccia, sfidando altri giocatori online o l’IA in single player, e sudando come vi assicuro non avete mai fatto nella vostra vita. Splendido.
Dead Hungry
Di giochi di cucina ce ne sono tanti, ma nessuno è divertente quanto lo è Dead Hungry. L’obiettivo è quello di cucinare dei panini per una serie di zombie affamati che altrimenti andranno a mangiare voi. Easy. Ma quanto è divertente! Veloce, spensierato e bilanciatissimo, Dead Hungry è uno di quei giochi che vorrei tanto vedere su standalone, perché su Quest 2 ci calzerebbe proprio a pennello. E invece, ahimè, è relegato a un mercato PCVR (e PSVR1) che se l’è calcolato davvero troppo poco.
Elite Dangerous
Capace di far passare le ore come minuti, Elite Dangerous in VR con un buon Hotas è letteralmente un sogno. Sembra di muoversi davvero dentro allo spazio sconfinato, dentro a una navicella di fortuna che faremo diventare sempre più forte e luccicante, portando a termine questa o quell’altra missione. Più che un videogioco, un’esperienza mistica.
Euro Truck Simulator
Un’altra esperienza mistica, ma in modo un po’ diverso, è Euro Truck Simulator, che ci mette nei panni di un camionista. Quante volte mi sono fatto tirate da ore e ore dal nord al sud Italia, sentendomi un trasportatore di merci sgamato e attento che deve assolutamente portare a termine ancora un’ultima consegna. Sembra strano, ma Euro Truck Simulator, così come American Truck Simulator, è un’esperienza assolutamente da provare almeno una volta.
Battle of Red Cliffs VR
Questo l’ho giocato solo io, ma continuo a ripetere che è il più grande musou della storia del gaming VR. Ambientato nell’antica Cina durante la battaglia dei tre regni, Battle of Red Cliffs VR ci fa spaccare di mazzate decine e decine di soldati e di boss, attraverso armi ravvicinate e a distanza davvero divertentissime da usare. Lo trovate solo su PC, ma merita sicuramente la vostra attenzione.
Crashland
Altro roguelite, ma questa volta – per qualche motivo – di un’ansia incredibile. Uccidere le creature dei mondi malati e stranianti di Crashland è un mix tra esaltazione e ribrezzo, mentre continuiamo a guardarci le spalle in attesa della prossima wave di temibili mostri. Un gioco di una semplicità disarmante, eppure perfetto per quanto riesce a lavorare con pochi elementi, tirati davvero allo stato dell’arte. Solo su Quest 2.
Squingle
Squingle è semplice: dovete portare una pallina da una parte all’altra di una serie di tunnel semi trasparenti attraverso le vostre mani. Sembra un gioco da poco, ma in realtà il design è di ferro, l’immaginario splendido, e il senso di sfida alle stelle. Un piccolo gioco uscito su Quest 2 e PCVR, che chiunque dovrebbe quantomeno provare almeno una volta, per capire quanto il “graficone realistico” sia irrilevante in un’esperienza VR.
Gal Gun 2 VR
Sarò sincero: Gal Gun 2 VR non è un gioco per tutti. Nei panni di uno studente di una tipica scuola giapponese, tutte le ragazze dell’istituto vengono afflitte da un virus che le porta a correre verso di voi per… amarvi? Quindi con la vostra pistola “ormonale” dovrete colpirle per farle smettere, mentre portate avanti la conoscenza della vostra vicina di casa Chiru. Va bene, raccontato così sembra la cosa più creepy del mondo, e forse lo è anche, ma Gal Gun 2 VR è anche super divertente, irresistibile nella sua estetica e di un polishing clamoroso. Io ve la butto lì, se vi interessa il genere e non vi fate spaventare da un’etica oggettivamente un po’ grigia, è un prodotto di nicchia che può sinceramente stupirvi.
Rez Infinite
Vabbè, Mizuguchi è un genio e questo l’avevamo capito, ma come ha fatto a riproporre così bene Rez in realtà virtuale? Lo storico gioco Dreamcast è ancora più bello su PCVR, Quest 2 e PSVR2, e ci permette oltretutto di vivere anche un nuovo livello inedito pensato esclusivamente per realtà virtuale. Più simile a un sogno, che a un videogioco. Ma in senso buono.
Organ Quarter
Voglio chiudere con un’ultima infilata: i giochi che mi sono rimasti più nel cuore. Non fraintendetemi, quelli che vi ho appena descritto hanno lo stesso valore dei giochi che sto per raccontarvi, ma di questi ultimi l’unico fil rouge che ho trovato è legato al fatto che mi sono entrati dentro, e non sono andati mai più via. Partiamo da Organ Quarter, quello che è per me – tutt’oggi – il miglior horror della storia della realtà virtuale. Parliamo di un titolo sporco, grezzo e un po’ ruvido, ma che è stato anche in grado di restituirmi le stesse sensazioni che mi ha dato a suo tempo Silent Hill, che è soltanto la mia saga preferita. Disponibile su PCVR da qualche anno e da pochissimo anche su Quest 2 e PSVR2, Organ Quarter è un must assoluto dell’horror in realtà virtuale.
Edge of Nowhere
Altro horror, ma questa volta in terza persona, e da giocare col pad. Un gioco eccezionale, opera di quegli Insomniac Games che faranno poi fortuna con Spider-Man su PlayStation, e che non torneranno più, ahimè, in realtà virtuale. Un’avventura orrorifica un po’ alla Lovercraft, che sfrutta in modo magnifico le opportunità del mezzo. Da provare, a patto che abbiate un caschetto PCVR.
In Death: Unchained
In Death è stato il primo roguelike VR ad avermi stregato, e In Death: Unchained – la versione esclusiva per Quest 2 con molti più contenuti – mi ha fatto innamorare ancora di più. Uno dei migliori roguelike, uno dei migliori giochi con l’arco, uno dei migliori titoli a proporre locomotion alternativi. Praticamente un imperdibile per chiunque abbia un Quest 2.
Five Nights At Freddy’s VR: Help Wanted
Five Nights at Freddy’s funziona così bene in VR che sembra nato esclusivamente per questo linguaggio. Il capitolo VR di questo famoso franchise ha al suo interno i primi quattro capitoli della saga riadattati in modo magnifico, e ci fa spaventare come davvero in pochi sono riusciti mai con l’horror videoludico. Astenersi deboli di cuore, in tutti gli altri casi lo trovate su PCVR, Quest 2 e il primo PSVR.
Mini Motor Racing X
Quanto è bello guidare in VR? Tanto, ma senza un volante tra le mani è bello soltanto con Mini Motor Racing X, un gioco di “macchinine” ricchissimo di contenuti e divertentissimo da giocare in qualsiasi salsa. Una sorta di micro machines in VR che è possibile giocare da sopra la pista attraverso un telecomando, o addirittura da dentro i mezzi attraverso le nostre mani. Bellissimo. Disponibile su PCVR, Quest 2 e il primo PSVR.
Boneworks
Prima di Alyx, Boneworks è stato per qualche tempo il mio gioco PCVR preferito. Pregno di quella riconoscibilissima sensibilità alla Valve e tanto bello quanto sfiancante, Boneworks è tutt’oggi un’avventura impressionante, da vivere con tutto l’entusiasmo con il quale si affronta il sopracitato capolavoro di Valve. Peccato che Bonelab, il suo spin-off per Quest 2, non sia all’altezza, ma potete sempre recuperare questo, a patto di avere un PC da gioco.
Fracked
Il titolo di nDreams che mi ha fatto innamorare di nDreams. Un FPS velocissimo, brutale, pregno di stile: un’avventura single player come ne ho giocate poche, di questo livello, in VR. Dura poco, ma quelle tre ore che propone sono tra le cose più divertenti che farete mai nella vita, quasi come vivere dall’interno un film di James Bond. Disponibile su PCVR e sul primo PSVR.
Paper Beast
Uscito in concomitanza con Half Life Alyx, Paper Beast non è decisamente da meno, ma è stato un po’ oscurato dalla grande IP di Valve a suo tempo. È un videogioco meraviglioso, che racconta della creazione del mondo, della grande migrazione dell’essere umano, di tante, tantissime cose. E lo fa attraverso una sensibilità da puzzle game irresistibile e unica, facendoci vivere uno dei viaggi più incredibili della nostra intera vita, in VR. Disponibile su PCVR e sul primo PSVR.
Until You Fall
Un altro roguelite, ma questa volta all’arma bianca. Il sistema di combattimento ravvicinato di Until You Fall per me è ancora oggi il non plus ultra del genere: quello che spero di vedere prima o poi dentro a un eventuale soulslike in realtà virtuale. Difficilissimo ma super soddisfacente, Until You Fall è un gioco che piacerà sicuramente agli amanti delle sfide, e soprattutto a chi ha il fiato per affrontarlo tutto di fila. Disponibile su PCVR, Quest 2 e PSVR2.
Song in the smoke
Il miglior survival del nostro linguaggio. Longevo, divertente e pieno di meccaniche uniche che funzionano soltanto in VR, Song in The Smoke è tutto quello che ho sempre cercato da un survival game in realtà virtuale, finalmente realizzato da una delle software house che meglio hanno capito il nostro linguaggio preferito. Giocateci, ma ricordatevi che è un’esperienza intensa e volutamente faticosa. Disponibile su PCVR, Quest 2 e PSVR2.
Propagation VR
Esclusiva PCVR, Propagation non è soltanto uno degli FPS -, sia single player che multiplayer – più spaventosi e divertenti di sempre, ma è anche gratuito! Se avete il braccino corto quando si parla di realtà virtuale questo non dovreste assolutamente farvelo scappare, per vivere una sorta di gioco da cabinato super-realistico e al cardiopalma come raramente vi sarà successo nella vostra vita da videogiocatori.
Lies Beneath
Dopo Organ Quarter, il gioco horror per VR con lo stile più incredibile che io abbia mai visto. Sembra quasi di stare dentro a un fumetto, mentre si gioca a Lies Beneath, ma è tutto così marcio e inquietante che questo non renderà il vostro viaggio meno spaventoso. Un po’ Resident Evil, un po’ Silent Hill, questo imperdibile per tutti gli amanti dell’horror si può giocare sia su PCVR che su Quest 2, e dovete farlo prima di subito.
RUINSMAGUS
È stata una delle mie battaglie dell’anno scorso, definire RUINSMAGUS un capolavoro. Lo è perché ha un combat system millimetrico ed eccezionale; lo è perché ha un’estetica unica e inimitabile, che vi fa vivere realmente un anime in prima persona; lo è perché riesce a inventarsi soluzioni di messa in scena che non avevo mai visto, e che riescono a trascinare il grado di immersione in un’esperienza story driven dove mai prima d’ora. Se vi piacciono i giochi d’azione e vi piace l’estetica di questo tipo non potete assolutamente non giocare RUINSMAGUS.
Finisce qui questa lunghissima lista dei cinquanta migliori giochi VR di tutti i tempi, che spero vi abbia quantomeno fatto capire che no, i videogiochi VR non sono pochi, e che è stato molto più difficile selezionarne cinquanta dal mercato VR, di quanto non lo sarebbe stato rispetto al mercato flat. La realtà virtuale è uno strumento meraviglioso, che ci ha offerto e continua a offrirci esperienze indimenticabili, sta soltanto a noi decidere se fare finta che non esistano, o se renderci conto di quante esperienze indimenticabili ci stiamo perdendo.
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