Innocent VR: recensione e video recensione

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A guardare le immagini tratte da Innocent VR, esordio dei cinesi NineD Digital, pare di star di fronte ad un gioco AAA; a una prima occhiata il titolo pare tecnicamente solidissimo, condito da un’art direction azzeccata e una bella varietà di ambientazioni che suggeriscono un gameplay ricco di puzzle e segreti da scoprire.

Il prologo, ambientato all’interno di una simil-base militare, ci mette nei panni di una donna che assiste ad un’improvvisa apocalisse. Nei primi minuti di giochi presenziamo dunque impotenti a palazzi che crollano e fiamme devastanti, con un una gestione dei tempi e del ritmo che ci fa sperare in un’esperienza fortemente cinematografica, condita effettivamente da una buona realizzazione tecnica.

Purtroppo, però, qualcosa inizia a non quadrare già da questa prima sezione a causa di due problemi abbastanza gravi che minano enormemente l’esperienza.
Il primo è la mala gestione degli spazi di gioco, palese fin da quando il robottino che assiste la protagonista ci chiederà di raccogliere un oggetto per poi posizionarlo dall’altro lato della stanza; poiché il sistema di locomotion di Innocent VR è il classico sistema a nodi, tutto ciò che vorremmo prendere o posizionare all’interno degli spazi indicati dovrà esser necessariamente eseguito nel perimetro fisico che avremo a disposizione. Ecco quindi che se non disponiamo di una stanza libera 4×4 sarà pressoché impossibile giocare al titolo di NindD Digital per l’impossibilità di raggiungere determinati obiettivi e posizioni.

Il secondo problema riguarda invece il lavoro di ottimizzazione. Abbiamo provato il titolo con una 1080ti su una configurazione top di gamma, ma il frame rate è stato spesso compromesso dall’eccessiva complessità di effetti e poligoni, tanto che fatichiamo a credere che si possa giocare con una gtx 970, come consigliano i requisiti minimi. Se qualche miracolato fosse tuttavia provvisto di un’enorme stanza da gioco e una Titan V, i problemi non si fermano in ogni caso qui.

Subito dopo l’introduzione veniamo buttati nel mondo di gioco, che prevede di risolvere dei semplici puzzle ambientali all’interno di un mondo ormai devastato. Nonostante la semplicità degli enigmi, che potrebbero comunque risultare piacevoli, l’esperienza è continuamente minata da bug, problemi tecnici e magagne di vario tipo che trasformano quanto di buono c’è in Innocent VR in un’esperienza a tratti snervante e priva di mordente. Ed è un peccato, perché sotto la miriade di problemi si nasconde comunque un impatto scenico dignitoso, una voglia palese di immergere il giocatore in un’esperienza dal taglio cinematografico e delle discrete invenzioni visive.

La grande beffa di Innocent VR è tuttavia la durata. Dopo averci introdotto ai rudimenti del gameplay e quando il gioco sembra stia finalmente iniziando ad ingranare, dopo una cinquantina di minuti finisce, con un “the end” improvviso in bianco su sfondo nero che lascia interdetti e profondamente delusi. Se si è molto veloci e non si perde troppo tempo nell’esplorazione, probabilmente l’esperienza durerà addirittura meno di mezz’ora, longevità ridicola anche per i bassi standard dei titoli in realtà virtuale.

Allo stato attuale, nonostante il prezzo irrisorio, Innocent VR non è un prodotto consigliato. Se NineD Digital deciderà di pulirlo, ottimizzarlo come si deve e migliorare l’ultimo atto potrebbe rivelarsi una piccola esperienza da provare a prezzo scontato, ma fino ad allora rimane un titolo con un buon potenziale sprecato a causa dalla poca cura generale, come moltissimi colleghi nell’affollato mercato del gaming VR.

Innocent VR è disponibile dal 13 Marzo 2018 su Steam.

 




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