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La Beta di DIABLO IV è MOLTO PROMETTENTE

Sono passati più di dieci anni dall’uscita di Diablo 3, e più di venti da quando le mie giornate si dividevano più o meno equamente tra scuola e sessioni di Diablo 2, ma il franchise di Blizzard non ha perso la capacità di accendere una scintilla nella mente di ogni videogiocatore e videogiocatrice sulla faccia della Terra. 

Ho passato buona parte dello scorso weekend con la beta di Diablo IV, il nuovo capitolo della serie in uscita il 6 giugno, che permetteva di giocare il prologo e il primo atto della main quest, con la possibilità di scegliere tra tre classi, Barbaro, Tagliagole e Incantatore. Nonostante qualche problema – plausibilmente legato all’accesso anticipato – e qualche dubbio più generale sull’impostazione del gioco, mi sono divertito molto.

Diablo 4 si apre con la solita cinematic full CGI che è marchio di fabbrica di casa Blizzard, la stessa che fu usata circa tre anni fa per annunciare il gioco. Veniamo poi trasportati in un paesaggio innevato, dove il nostro personaggio, nel mio caso un tagliagole, affronta una tormenta di neve, per poi raggiungere uno sperduto villaggio tra i monti. L’ambientazione stavolta strizza l’occhio all’est europa, con steppe fangose, nevi e ghiacci e accenti vagamenti slavi.

Si nota subito un approccio molto più story-driven rispetto ad altri capitoli della saga, evidenziato anche dalle numerose cut-scene in engine rese possibili dall’ambientazione completamente in 3D. È probabile che si tratti di una caratteristica specifica del primo atto, dato che l’impostazione open world del gioco incoraggerà una progressione non lineare all’interno della campagna, ma è comunque benvenuta. Certo, la narrativa pura non è tra i punti di forza di Blizzard, e molti momenti legati allo sviluppo della trama non hanno l’impatto, né il pathos che dovrebbero avere, complici anche un sound design abbastanza mediocre e la qualità MOLTO altalenante dei character model e soprattutto delle animazioni. Ma in ogni caso, pure con la sua estetica un po’ adolescenziale che a tratti sembra la copertina di un album dei Sonata Arctica che prende vita, il racconto offre una cornice più che accettabile al vero contenuto del gioco: l’azione.

I combattimenti in Diablo IV, che siano contro orde di generici non-morti, alberi antropomorfi e demoni o contro boss e mini-boss di varia natura, sono divertenti, immediati, spettacolari e incredibilmente soddisfacenti. La difficoltà è abbastanza equilibrata (perlomeno quella denominata “veterano”, l’unica per ora disponibile insieme a quella per principianti) e richiede un minimo di strategia, con una notevole varietà di abilità, attacchi, trappole e mosse tra cui scegliere. Non c’è nulla di rivoluzionario, e gli appassionati si sentiranno a casa, ma l’impressione è che sia stata posta una grande cura nel calibrare tutti gli elementi del combat-system, dalla risposta dei comandi agli effetti visivi, i feedback e ovviamente il design degli attacchi sia dei nemici che del personaggio. Nonostante il caos che spesso si va a formare sullo schermo, tutto rimane leggibile e non si perde mai il filo della battaglia. 

Un altro elemento che mi ha impressionato è la varietà e la qualità nel design degli ambienti. La direzione artistica di Diablo IV, pur senza mai stupire con scelte troppo originali, è di altissimo livello e contribuisce a creare un’atmosfera evocativa e intrigante. Se solo la trama fosse un pochino più coinvolgente, esplorare le chiese, i templi sotterranei, le sale abbandonate, le città e i castelli di Diablo IV sarebbe un piacere incomparabile. Purtroppo, per come sono gestite molte delle sequenze narrative, questi ambienti risultano un po’ privi di vita e vuoti di significato.

La Beta ovviamente non è stata un’esperienza perfetta, ma è ovvio che si tratta di problemi assolutamente risolvibili. L’open world elimina le schermate di caricamento tra le città e il resto della mappa (ma non per i dungeon), ma il gioco scatta e lagga ogni volta che si entra ed esce dalle città in cui sono presenti altri giocatori – va ricordato che siamo sempre e comunque alla mercé dei server Blizzard e che non è possibile giocare offline. I marcatori delle quest a volte sparivano, gli NPC si teletrasportavano spesso e volentieri per star dietro al mio personaggio, etc. Ma sono tutte questioni che verranno affrontate nei prossimi mesi e non c’è motivo di credere che rimarranno anche nella versione definitiva.

I veri problemi di Diablo saranno invece plausibilmente legati al suo sviluppo travagliato, che ha risentito dello scandalo Activision Blizzard e che ha visto molti membri cruciali del team venire rimossi dal progetto, primi tra tutti il game director Luis Barriga e il game designer Jesse McCree, in seguito all’emergere di prove e testimonianze riguardo all’ambiente misogino e in generale nocivo che si era creato all’interno dell’azienda.

Non è difficile notare una certa mancanza di coerenza tra le varie parti che compongono Diablo IV. In certi momenti sembra di intravedere un possibile futuro per il franchise, con scelte narrative, di messa in scena e di design mature e addirittura sofisticate, per poi tornare in altri momenti al solito fantasy goffo e serioso che nel 2023 puzza un po’ di vecchio. Nella scrittura si percepiscono molte voci diverse, così come nelle animazioni, nel design delle quest e della mappa.

Ma nonostante tutto, sono assolutamente fiducioso che all’uscita ci troveremo davanti a un Diablo IV interessante e divertente, che ha il potenziale di riportare il franchise agli antichi fasti e che può oltretutto rivelarsi un’esperienza co-op imperdibile. Nel frattempo, per alleviare l’attesa, tuffatevi nell’open-beta disponibile da domani.

La open-beta di Diablo IV inizia il 24 marzo alle 17:00 e termina il 27 marzo alle 20:00.






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Ruggero Melis

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