Amata è uno studio di sviluppo giapponese che in questi anni ci ha regalato grandi soddisfazioni, e che giunge oggi su PlayStation VR2 con i due prodotti VR che l’hanno fatto nascere e crescere. Di entrambi – come sempre – trovate le recensioni sulle pagine di VR Italia (qua Last Labyrinth, mentre qua Onogoro), ma facciamo un ripassino, e vediamo soprattutto come girano sul nuovo caschetto made in Sony.
Last Labyrinth è un puzzle game che si rifà spiccatamente alle opere di Fumito Ueda, mettendoci nei panni di un personaggio misterioso in sedia a rotelle, che deve aiutare una ragazzina a scappare da una ligubre villa, piena di trappole e pericoli. Attraverso un puntatore posto sulla nostra testa, andremo quindi a indicare alla ragazza dove spostarsi e cosa toccare, accenando un sì col capo ogni qual volta ci chiederà la conferma di una specifica azione. Last Labyrinth nasceva chiaramente da un’idea di realtà virtuale lontana dal roomscale come siamo abituati oggi a intenderlo, tanto che si poteva – e si può – giocare serenamente attraverso un pad tradizionale, da seduti. Questo perché la scena ci si proporrà sempre frontale a noi, e la nostra unica azione sarà quella di indicare col volto una posizione e premere un tasto. Vien da sé che la ritrovata fruizione più “libera” di PlayStation VR2 non risulta qui una grande aggiunta, e si limita a restituirci qualche feedback dell’headset nei momenti più tesi, oltre che un comparto tecnico ancora più bello.
L’elemento migliore di Last Labyrinth è infatti sempre stato quello squisitamente artistico. L’immaginario dentro al quale vi immerge il racconto è infatti splendido, in qualche modo malato, eppure meraviglioso e immersivo, come solo le grandi opere giapponesi riescono a fare. Purtroppo il gameplay non riesce a stargli dietro, proponendoci una serie di puzzle di difficoltà crescente non sempre brillanti, e con una curva della difficoltà un po’ troppo ripida.
L’obiettivo è quello di arrivare a tutti e sette i finali disponibili, chiudendo blocchi di tre stanze uno dopo l’altro, che vanno a sbloccare percorsi e trappole alternative. Concettualmente ci sta anche; il problema è che il ritmo non è qui dei migliori, e alcuni degli ultimi rompicapo risultano davvero confusionari, rispetto a una prima metà che scorre liscia come l’olio. Ha comunque il suo fascino, il primo titolo di Amata, soprattutto grazie alla sopracitata estetica azzeccatissima, che fa la sua sporca figura attraverso il pannello 4K HDR di PSVR2. A tal proposito, la versione in esame non stona minimamente con la già ottima release PCVR, mentre risulta decisamente superiore per definizione, mole poligonale ed effettistica alla versione Meta Quest e Meta Quest 2.
Un prodotto sicuramente da provare, che però ha anche il grosso problema di costare decisamente troppo. Trentatre euro circa per un titolo che si può serenamente chiudere in un paio d’ore, e che non presenta neppure un design così rifinito, sono forse un po’ troppi. È vero che la traduzione dei testi è totalmente in italiano, e l’assenza totale di problematiche legate al motion sickness lo rende davvero adatto a tutti, ma Last Labyrinth rimane fondamentalmente un prodotto adatto prevalentemente ai grandi appassionati dal genere, o da recuperare quantomeno con un forte sconto.
Ben più riuscito sul fronte ludico, ma egualmente affascinante dal punto di vista stilistico, è invece The Tale of Onogoro, l’altro puzzle game made in Amata. Qui interpretiamo una figura celeste scesa sulla terra in aiuto di una sacerdotessa, e attraverso le nostre pistole elementali dovremo da una parte spostarla nelle zone indicate, e dall’altra risolvere dei puzzle basati su fuoco, aria e acqua. The Tale of Onogoro è un titolo divertente e appassionante, che soffre un po’ di una ripetitività di fondo a volte propria del genere, ma che stupisce attraverso una manciata di idee ludiche davvero molto buone.
Aiutano poi gli ottimi scontri con i boss, le sezioni velocissime tra scontri con i minion e puzzle solving, e il sopracitato comparto tecnico. Ad Amata gli si può dir tutto, ma non che non riescano a dar vita a mondi ricchi e a loro modo unici, e The Tale of Onogoro lo dimostra ancora una volta. Il Giappone fantasy pseudo-feudale del titolo di Amata, che si muove questa volta più dalle parti del cell shading che del realismo, è meraviglioso, e su PSVR2 riesce a risultare ancora più graffiante e profondo, soprattutto grazie al suo pannello. Non è niente che già Quest 2 non riuscisse a reggere con una certa dignità, ma a questo giro l’aliasing e le sporcature spariscono completamente, in funzione di una pulizia impeccabile, forse mai vista nemmeno nella versione PC. Aiuta anche l’integrazione dei grilletti adattivi, qui sfruttati dignitosamente per simulare lo spostamento della protagonista attraverso le nostre pistole; niente di particolarmente incredibile, ma bene che in quel di Amata ci abbiano pensato.
Purtroppo The Tale of Onogoro soffre di una mancata traduzione in italiano che non permetterà a tutti di capire nel dettaglio i segreti legati alla lore del suo affascinante mondo di gioco. Non che la sceneggiatura del titolo sia brillante, anzi, ma chi vuole giocare anche per la storia dovrà accontentarsi della traduzione dei testi soltanto in inglese. Buone notizie invece per chi soffre di motion sickness. Nonostante si possa giocare totalmente attraverso il movimento libero per i più esperti, The Tale of Onogoro offre anche un comodo teleport adatto a tutti gli stomaci, che vi permette di apprezzarlo senza alcun problema, addirittura da seduti.
In questo caso parliamo comunque di un prodotto venduto al prezzo di ben 35€, sicuramente non pochi, ma piuttosto in linea con qualità e longevità del prodotto. Forse sarebbe stato meglio nella fascia trenta, o addirittura venticinque, ma i prezzi dei prodotti che arrivano dal Giappone – si sa – sono sempre un po’ più alti del previsto.
The Tale of Onogoro e Last Labyrinth rimangono ancora oggi puzzle game di valore, qualcuno per dei motivi e qualcuno per degli altri, ma possono senza dubbio accontentare quella fascia di pubblico che cerca dalla realtà virtuale un tipo di sensibilità spiccatamente giapponese. Amata ci ha dimostrato nel tempo di essere all’altezza delle produzioni VR più valide del mercato, speriamo che continuino a proporci i loro prodotti unici e – a loro modo – indimenticabili; magari imparando anche dal mercato d’oltreoceano le fasce di prezzo più adatte a determinati prodotti e, perché no, traducendo anche nella nostra lingua i loro prossimi titoli.
The Tale of Onogoro è disponibile dal 22 febbraio 2023 al prezzo di 34,99, mentre Last Labyrinth è disponibile dal 22 marzo 2023 al prezzo di 32,99€, entrambi su PlayStation VR2.
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