Introduzione

Ci sono solitamente due tipi di cosiddette esperienze in realtà virtuale, quelle che ti collocano in una serie di eventi più o meno cinematografici che quindi procedono in modo autonomo o seguendo una narrazione a tappe (citiamo Apollo 13 o Titans of Space, entrambi ottimi) ed altre che invece danno margini più o meno ampi di autonomia consentendo parziali esplorazioni (citiamo Discovering Space 2). Questi secondi sono ovviamente i più problematici da sviluppare e tendono facilmente a venire equiparati a videogiochi di simile contesto, benché le finalità siano totalmente diverse.

Il gioco

Lungo preambolo per dire che Mars 2030 rientra totalmente nella seconda categoria, e qui risiedono i suoi pregi ed i suoi problemi. La descrizione cita 40 chilometri quadrati, lo spazio esplorabile è oggettivamente molto ampio. Gli sviluppatori si sono anche ingegnati di inserire molti oggetti da reperire in altrettanti luoghi da visitare, che stimolino la ricerca e rinforzino la longevità, tutti corredati da descrizioni plausibili ed interessanti. E’ evidente come tutto questo generi curiosità, e sulla carta risulti più appetibile del solito film interattivo dove il giocatore è prevalentemente spettatore degli accadimenti, con scarsa o nulla autonomia. E’ altresì plausibile come sia ad un passo il parallelo videoludico, ci siamo già mossi a bordo di rover o a piedi in mondi alieni, sappiamo cosa aspettarci in termini di interfaccia ed interazione.

L’asino casca con un fragoroso tonfo nel momento in cui, consapevoli di poter fare tutte queste cose, ci accingiamo a farle davvero. Il rover è il peggiore di tutti, ha un sistema di ruote e di sterzata atipico che non dubito si basi su ricerche reali, ma che nell’applicazione ludica risulta del tutto incomprensibile. Si guida con un joystick virtuale, alla VTOL per capirci, cosa che produce un iniziale entusiasmo che subito precipita appena si prova a comandarlo. Ci vorranno minuti perché il vostro ego da esploratore spaziale ceda, scoprendo che muovendosi a piedi con il teletrasporto potremo puntare a distanze astronomiche, percorrendo chilometri con pochi click: chi vi scrive generalmente apprezza un teletrasporto ben fatto e che si integri nel gameplay, ma questo è ridicolo. Tra l’altro ci si può arrampicare ovunque, ed è pieno di rilievi e conche, ma non è sempre chiaro dove ci si possa teletrasportare e dove no, costringendo il giocatore ad estenuanti ricerche col puntatore alla ricerca del pixel giusto. Potrei continuare a lungo, ma credo l’antifona sia chiara, Mars 2030 ha una interfaccia che fa acqua da tutte le parti, vi invita ad esplorare ovunque ma il farlo produce frustrazione e bug.

Le numerose, e doverose critiche a questo titolo non devono però adombrarne i suoi tanti pregi. E’ pieno di cose interessanti da apprendere, tutte coerenti con quella che potrebbe essere la missione dell’uomo su Marte e gli attuali progetti della NASA. Le grotte sono fantastiche, ad esempio, e non avevo idea che si valutasse anche questa collocazione per l’insediamento umano. Il livello di dettaglio è altalenante, ma in genere tutto ciò che ha a che fare con prototipi NASA è fatto con perizia ed ottime superfici, un po’ meno il suolo anche se compensa la qualità con la quantità. Ci sono anche svariati oggetti da ritrovare, alcuni segnati nella mappa ed altri no, se resisterete al terribile sistema di controllo completare tutto richiederà ore.

Comfort e implementazione

Abbiamo già detto molto sull’interfaccia, ma non ho citato il fatto che il gioco presume che stiate perfettamente fermi (magari seduti) per cui se da un lato beneficia del tracking a 360 gradi, dall’altro ogni movimento fuori asse tende a produrre effetti bislacchi. Il comfort è altalenante, vuoi perché le prestazioni non sono certo fulminee anche se in ciò è migliorato rispetto all’uscita, vuoi perché prevede locomozione artificiale sia con il rover sia a piedi, anche se come già citato tutto può essere fatto (risparmiando tempo) via teletrasporto.

Conclusioni

Da persona con un forte interesse per le applicazioni divulgative in VR, con l’amore per lo spazio e con un discreto numero di titoli “marziani” in catalogo, non posso non apprezzare Mars 2030 per la perizia con cui descrive il futuro insediamento umano nel pianeta rosso. D’altro canto il voler fare una specie di free roaming senza curare l’interfaccia ha prodotto un pasticcio, orribile da “giocare” e con diversi problemi tecnici. Se la vostra sete di conoscenza supera il desiderio di divertimento, è un titolo da tenere in considerazione visti i tanti contenuti.






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Raffaele Cadeddu

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