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No Man’s Sky | la recensione | PSVR2, PCVR

Giocato su PSVR2

Dall’uscita di No Man’s Sky, nel 2016, di acqua sotto ai ponti ne è passata parecchia. L’opera di Hello Games è passata in una manciata d’anni da simbolo di un’industria videoludica che non riesce ad accontentare il suo pubblico, ad opera virtuosa a cui ambire, nel contesto di un gioco che cambia, cresce, si evolve. Il No Man’s Sky del 2023 non è il No Man’s Sky del 2016, e la cosa ancor più bizzarra è che il No Man’s Sky uscito su PSVR2 a febbraio non è il No Man’s Sky di questo ottobre. Sembra un ragionamento complicato, ma in realtà non lo è. Partiamo quindi dalle basi.

Per chi non lo conoscesse, il titolo d’esordio di Hello Games è sostanzialmente una mediazione tra un simulatore di esplorazione spaziale e un videogioco arcade in cui catalogare, combattere e raccogliere oggetti. La scorza è quella del simulativo, perché in No Man’s Sky il giocatore ha la possibilità – potenziale – di esplorare miliardi di miliardi di pianeti generati proceduralmente, e non è un’iperbole. A partire da un pianeta casuale, il nostro alter ego partirà alla ricerca della risposta ultima dell’essere umano, viaggiando tra stelle e galassie, dentro a un universo condiviso da milioni di giocatori che – per statistica – è quasi impossibile che si incontrino. Ci sono zone specifiche che fanno da hub per chi cerca una giocata in compagnia, o addirittura la possibilità di iniziare e continuare il viaggio invitando un amico in partita, ma l’esperienza di No Man’s Sky si rivela fin dalle prime fasi catartica e contemplativa, forse migliore, se vissuta in solitaria.

All’atto pratico, in realtà, quello che dovremo fare nell’opera di Hello Games sarà sostanzialmente raccogliere materiali in giro per questi mondi dalla flora e la fauna totalmente procedurali, combattere qualche sentinella, consegnare oggetti e aggiustarne degli altri. No Man’s Sky non cerca necessariamente l’epica di Star Wars, e neppure il realismo più raffinato di Elite Dangerous, ma cerca sempre, e con tutte le sue forze, di trascinarci con mano verso l’ignoto, attraverso un viaggio personale e meditativo alla ricerca di noi stessi.

Difficile descrivere in un altro modo No Man’s Sky, e chi voleva approfondire più nello specifico cos’è e cosa diventa col tempo avrà già avuto modo di scoprirlo, ma c’è un elemento sul quale non in molti si sono soffermati che per me è imprescindibile: la realtà virtuale. Il supporto alla VR, nel titolo di Hello Games, è arrivato abbastanza presto. Prima su PC, su cui ho giocato assiduamente fin dal lancio, nonostante un’ottimizzazione tutt’altro che eccellente; poi sul primo PSVR, che soffriva però di una risoluzione percepita davvero molto bassa. Quando è uscito su PSVR2, quindi, ero contentissimo di tornare a giocare al titolo, forse, nella sua forma migliore. Purtroppo, al lancio, sull’ultimo visore PlayStation, No Man’s Sky offriva sostanzialmente il medesimo impatto tecnico della versione per il primo PSVR, facendomi perdere interesse nel ri-esplorarlo molto in fretta.

Oggi, dopo una manciata di patch correttive, l’eye tracking foaveted rendering e qualche fix qua e là, No Man’s Sky su PSVR2 è invece un mezzo capolavoro. L’immersione restituita dal muoversi fisicamente dentro a infiniti mondi, con la risoluzione nativa di PSVR2 e la bellezza vibrante del pannello OLED HDR non ha davvero prezzo. È un titolo che si gioca meravigliosamente bene da seduti, No Man’s Sky su PSVR2, anche a causa dei suoi ritmi compassati che mettono l’accento su un’esplorazione gioiosamente fine a sé stessa, e che racchiudono un po’ l’essenza vera e propria del prodotto.

C’è qualche difettuccio qua e là, figlio di un’implementazione postuma rispetto alla prima release, come una navicella che non si riesce a guidare con grande precisione attraverso i motion controller, un popup abbastanza evidente e qualche interazione con gli oggetti più macchinosa rispetto alla sua versione flat, ma avercene, di titoli come quello di Hello Games. 

Una cosa è certa: No Man’s Sky non è un titolo per tutti, o – forse – è un titolo per tutti, ma soltanto se preso in un certo mondo, in un momento molto specifico della propria vita. Non aspettatevi Starfield, o le missioni di stampo narrativo più tradizionali: No Man’s Sky è quasi esclusivamente esplorazione, gestione delle risorse e contemplazione. Se cercate l’action puro non passate di qui, se cercate l’avventura tradizionalista da chiudere in una decina d’ore nemmeno; se invece cercate un’esperienza, totalizzante e lisergica, potreste aver trovato il vostro nuovo gioco preferito su PlayStation VR2.

No Man’s Sky è disponibile su PSVR2 dal 22 febbraio 2023 al prezzo di 49,99€






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Alessandro Redaelli

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