Oggi esistono sostanzialmente due modi per reggere un visore VR alla testa: l’approccio basato su cinghie che avvolgono la testa lateralmente e superiormente, e l’approccio ad aureola, che scarica il peso soprattutto sulla fronte.
Chi ha avuto modo di provare entrambi non ha sicuramente potuto fare a meno di pensare che c’è ancora molta strada da fare per migliorare il comfort, la facilità d’uso e l’accettabilità sociale di questi dispositivi.
I progettisti di Nonobject, uno studio di design industriale, ha proposto una serie di nuovi concept che potrebbero essere utili man mano che la tecnologia VR diventa più piccola e leggera.
L’azienda ha effettivamente costruito molti dei progetti per testare la vestibilità reale. Anche se si sostiene che possono “soddisfare le specifiche Oculus” (presumibilmente i requisiti di peso e dimensioni del Rift) alcuni dei progetti sembrano poter funzionare solo con componenti più leggeri di quanto abbiamo oggi nei visori VR, oltre a non tenere conto del peso non indifferente del cavo. In ogni caso resta un interessante sguardo verso un potenziale sviluppo futuro nel design dei visori VR
Il primo design si chiama Kepi, e mira a rendere confortevole e familiare un visore VR. Essenzialmente il visore viene fuso con un berretto da baseball, il vantaggio è che così facendo diventa immediatamente comprensibile, chiunque sa come indossare un cappello da baseball.
Ciò che è particolarmente interessante di questo design è che utilizza la superficie dell’intera testa sia per l’ attrito (per mantenere stabile il visore sulla testa) sia per la distribuzione del peso, piuttosto che relegarla in aree più piccole interessate da cinghie che causano una maggiore pressione, o in aureole che lasciano segni sulla fronte. Kepi purtroppo manca di un audio integrato, essenziale per rendere un visore VR realmente indipendente.
Un altro approccio è Split, che funziona esattamente come il nome lascia supporre: suddividendo il visore al centro della visiera in modo che possa aprirsi e chiudersi a tenaglia. Questo ovviamente rappresenterebbe una sfida importante per il design dei componenti interni, ma dovrebbe essere almeno ipoteticamente possibile, dato che molti visori utilizzano oggi un unico display per occhio piuttosto che un singolo pannello su entrambi gli occhi. L’aggancio tra le due parti è magnetico.
Un aspetto importante del design Split è che una volta sganciato può essere facilmente appoggiato sul collo. Con i visori di prima generazione come Vive o Rift se avete bisogno di interagire brevemente con il mondo reale dovrete tenere in mano il visore o trovare un luogo in cui appoggiarlo. Dispositivi più recenti come i visori Windows VR hanno la funzione flip-up, che è già un bel passo avanti, ma che può essere scomoda per via del peso se usata per un periodo prolungato.
Lo studio di progettazione ha anche considerato i controller VR, dando vita a un dispositivo che assomiglia molto a una combinazione di Oculus Touch e i controller Knuckles di Valve, e utilizza un laccio in tessuto per tenere il controller fissato alle mani dell’utente in modo che si possa mollare la presa del controller durante l’uso.
L’idea è di infondere una sensazione più naturale quando si è inattivi.
Uno dei prototipi più interessanti è il kit “Stone”. Il duo di dispositivi sono concepiti come base per l’input creativo VR, con lo stilo per disegnare e scrivere in una mano, e il dispositivo a forma di pietra per scolpire, raschiare e intagliare con l’altra. La superficie della pietra può fungere da grande touchpad per regolare le dimensioni del pennello o scorrere la tavolozza dei colori.
Nonobject ha creato questi progetti sperando che l’industria si affretterà a “rubare” queste idee open-source per fare avanzare VR e AR
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