Orch Star: la recensione

Introduzione

Un nome inusuale che cerca non senza sforzo l’assonanza con la parola “orchestra” (tale anche in lingua inglese). Orch Star è in qualche modo una scoperta, perché nel guano di produzioni indipendenti di totale irrilevanza che appestano il catalogo VR fa notevole fatica a distinguersi. Le immagini per motivi che andrò poi a spiegare non risultano particolarmente chiare o dettagliate, ne’ si capisce cosa c’entrino gli orchi con lo spazio facendo presagire il solito potpourri di asset grafici dal valore artistico nullo carattertistici del miserando standard qualitativo di cui sopra. Tutto ciò è assai triste in quanto questo potrebbe essere il caso del bambino gettato via con l’acqua sporca, Orch Star è una produzione meritevole e non priva di pregio, presentando una campagna completa già nel suo rilascio in Early Access e varie modalità di gioco.

Il gioco

Trattasi di un gioco strategico, genere che ha diversi validi elementi in realtà virtuale anche se per lo più sconosciuti o snobbati dal grande pubblico. In questo caso tuttavia Orch Star il VR lo supporta (direi esserci nato dentro) ma può essere giocato anche sul monitor, cosa di un certo interesse visto che è supportato il multiplayer per quattro giocatori anche tra piattaforme diverse. Sebbene non menzionato, Orch Star parrebbe una sorta di evoluzione del noto Lazerbait, titolo VR gratuito del 2016 dal comparto tecnico oltremodo essenziale ma dalle idee interessanti. Se vi è capitato di giocarci in passato, potreste aver pensato che con una simile struttura si sarebbe potuto costruire un buon titolo completo, idea che ritengo sia stata alla base della nascita di Orch Star.

Descriviamo il gameplay in quanto come già indicato le immagini non sono del tutto chiare. Non lo sono perché le vostre flotte saranno rappresentate da sciami di minuscole navi poco più che puntiformi, che roteeranno attorno a corpi celesti a loro volta minuti, che vi circonderanno come in una sorta di planetario in miniatura. L’azione base che rappresenterà la quasi totalità delle vostre decisioni sarà indicare un gruppo di navi o un pianeta colonizzato e trascinarle verso il pianeta di destinazione, che se già occupato da forze nemiche darà seguito a uno scontro. Il numero ed il tipo di risorse disponibili è proporzionale al numero di pianeti sotto il nostro controllo ma parimenti anche la superficie da difendere ne risente, per cui è necessario equilibrio tra l’espandersi più possibile ed il garantire fortificazioni adeguate.

Se il gameplay base è davvero semplicissimo, con il suo drag and drop di navi da una zona all’altra, Orch Star si ingegna di creare situazioni interessanti na che rendano varia la strategia. Nella campagna infatti si passa da missioni relativamente basiche atte ad acquisire i fondamenti, ad altre dove la sovrabbondante forza nemica è soverchiante senza individuare la giusta soluzione al problema. Per esempio in una dovremo occupare un sistema in cui esistono già due eserciti tra loro in pace, ed il nostro arrivo fa cadere questo delicato equilibrio rendendo noi il bersaglio di tutti, e solo dopo diversi tentativi mi sono arreso all’evidenza: era impossibile combattere tutte quelle navi. La soluzione che ora non dirò è stata più subdola e soddisfacente, e mi ha positivamente colpito in quanto sopraggiungeva dopo alcune missioni che sembravano aver esaurito tutto quello che il gioco aveva da offrire. Difficile stimare la durata della campagna, organizzata in dodici missioni, che sulla carta risulta corta in cubatura ma con una difficoltà crescente per cui direi non meno di tre ore per il suo completamento ma più probabilmente quattro o cinque.

Comfort e implementazione

Il gioco tecnicamente fa poche cose, ma quelle cose sono realizzate in modo adeguato. La schermata iniziale è sulla plancia di comando della vostra nave, circondato da orchi e con i vari menu e schermate di fronte. Al momento di entrare in battaglia assisterete ad un salto iperluce, seguito dalla visuale esterna del sistema planetario in oggetto. Uno solo il tema musicale di sottofondo che viene ripetuto in loop senza annoiare troppo. Molto bassi i requisiti: il gioco gira senza alcuna difficoltà con la configurazione base e la grafica impostata su “ultra”, è certamente da prendere in considerazione se la vostra dotazione hardware è sottodimensionata. Non essendoci alcun tipo di movimento, risulta totalmente esente da rischi di disagio da simulatore.

Conclusioni

Poco fumo ma l’arrosto stavolta ha un buon sapore: Orch Star risulta uno strategico competente, originale e non troppo corto. Tecnicamente gioca nella fascia del minimo sindacale senza mai scendere al di sotto sotto, ma è ragionevolmente dettagliato per il tipo di gameplay che propone ed ha requisiti hardware veramente abbordabili. Il prezzo è ragionevole se proporzionato ai contenuti offerti, ma ovviamente vi deve piacere la strategia e magari anche il già menzionato Lazerbait da cui Orch Star sembra trarre ispirazione. Da sottolineare il multiplayer per quattro giocatori e la possibilità di giocarci via monitor.






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Raffaele Cadeddu

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