Giocato su Playstation 4 PRO
Scrivo queste righe dopo aver finito Paper Beast ormai da qualche ora; eppure ho ancora la pelle d’oca. Nonostante il mio sconfinato amore per i videogiochi, è difficile che un’opera mi colpisca a tal punto da restituirmi la necessità di fermarmi una volta finito, prendermi del tempo per interiorizzare ciò che ho appena vissuto e ricomporre quella serie di emozioni troppo difficili da esternare a caldo. Mi è successo recentemente con Death Stranding, ed ancora prima con Journey e Firewatch. Non a caso, mi succede sempre quando dietro le fila dell’operazione si nasconde un autore vero, e non una semplice schiera di programmatori mossi dal costruire semplicemente un prodotto – per quanto bello e rifinito sia. In questo caso parliamo di Eric Chahi, già autore di capolavori quali Another World, Heart of Darkness e From Dust. Il geniale game designer francese si confronta in questo caso e per la prima volta con la realtà virtuale, proponendoci un’avventura in prima persona che è un po’ un puzzle game, un po’ video arte, un po’ viaggio spirituale. Paper Beast è tutto questo e ancora, molto, di più.
Eseguire un’operazione pressoché perfetta quando si applica una visione artistica e filosofica ad un videogioco è sempre un’impresa, tuttalpiù se parliamo di Realtà virtuale. Con mia grande sorpresa, le operazioni del mercato che applicano una filosofia autoriale al proprio prodotto si contano sulle dita di una mano, lasciando spazio prevalentemente ad FPS immediati e sperimentazioni sul fronte meramente tecnico. Se va bene che esista un mercato è giusto che esista anche l’altro, e Chahi esegue quindi una sterzata che muove di forza l’industria, accompagnandoci dolcemente all’interno di un setup tra l’odissea paleolitica, lo sci-fi post moderno e la narrativa biblica.
Paper Beast è – almeno all’apparenza – un’avventura a puzzle suddivisa in una ventina di livelli; in cui agiremo muniti di DualShock 4 o PlayStation Move, avendo sostanzialmente due azioni disponibili per tutta la durata del gioco. Una è chiaramente dedicata al nostro spostamento, relegato esclusivamente ad un teleport che risulta immediato e preciso, e che ben si sposa con il level design proposto. La seconda abilità sta invece in una strana corda che afferra tutto ciò che puntiamo e che avremo la possibilità di tirare a noi o allontanare alla pressione di un tasto. Questa è chiaramente la meccanica principale del titolo prodotto da Pixel Reef, intorno alla quale ruotano tutti i puzzle di gioco, e che viene sfruttata in modo sempre brillante e senza mai replicare le stesse formule nel tempo.
Tutti i puzzle avranno poi a che fare con elementi dello scenario, che potremo modificare a nostro piacimento attraverso “l’utilizzo” delle creature che popolano il mondo di gioco. Dovremo ad esempio sfruttare l’agitazione di un avvoltoio per eliminare grossi blocchi di sabbia che ci ostruiscono la strada, o salvare un gruppo di gazzelle attaccandole a delle grosse testuggini che resistono al vento. La catalogazione e la comprensione della fauna sta anche un po’ alla nostra immaginazione, essendo le creature stesse fatte esclusivamente di carta; e che reagiscono di conseguenza alla fisica in modo decisamente peculiare. Non che comprendere le regole che muovono il mondo di gioco sia complesso – ed anzi risulta tutto estremamente morbido ed intuitivo – ma Paper Beast è un titolo in cui bisogna pensare, e non solo sul fronte delle meccaniche di gioco.
Se i puzzle che definiscono il gameplay – tolte un paio di sezioni meno immediate – funzionano a meraviglia, il piatto forte dell’operazione non sta sicuramente nella mera risoluzione degli enigmi. Quello che vuole raccontare l’opera di Chahi è l’universalità della vita, la nascita del mondo e l’evoluzione della specie, mettendo oltretutto in parallelo natura e contemporaneità. Il tutto è eseguito attraverso una messa in scena che riporta alla mente tutta l’arte alta che nei secoli scorsi ha voluto raccontare, con la stessa grinta ma attraverso linguaggi diversi, lo stesso concetto. L’impostazione si rifà chiaramente alla pittura impressionista del diciannovesimo secolo, ma anche al cinema sperimentale ed avanguardistico di Werner Herzog e Godfrey Reggio; dando vita ad un immaginario finalmente imponente, riconoscibile e decisamente unico.
Il lavoro sull’immaginario non si ferma poi ai soli elementi visivi e sonori, già di per sé di altissimo livello, ma incorpora un lavoro sull’IA delle creature in modo formidabile. I movimenti degli animali di carta che ci fanno compagnia sono incredibilmente realistici, ed esprimono con il solo movimento degli arti la fatica e la disperazione di una lunga migrazione; che culmina tuttavia in qualcosa di realmente meraviglioso.
Tornando ad elementi più materiali: la campagna si potrà concludere in circa quattro ore, alla fine delle quali potremo continuare a sperimentare attraverso una modalità sandbox, sicuramente simpatica ma – alla lunga – un po’ gratuita. Per quanto riguarda invece i due sistemi di comando disponibili, entrambi si comportano a meraviglia, con un piccolo bonus al Dualshock 4 per quanto concerne la mobilità, ed un grosso bonus ai Playstation Move per quanto riguarda il tracking dei controller. Starà comunque a voi scegliere il setup che meglio si adatta al vostro stile di gioco, potendo tra l’altro affrontare l’opera sia seduti che in piedi.
Se vogliamo trovare a tutti i costi qualcosa che non va, c’è da dire che alcuni dei numerosi puzzle che compongono l’avventura non sono esattamente di facile lettura, spesso anche a causa di una risoluzione in game non particolarmente benevola. Su Playstation 4 PRO Paper Beast gira decisamente bene, e non presenta rallentamenti o problemi di alcun tipo, se non delle texture in bassa risoluzione ed un aliasing un po’ troppo marcato sui campi lunghi, che affievoliscono dell’uno per cento il risultato finale. Avrei anche gradito una leggera effettistica tra uno spostamento e l’altro del teleport, che risulta così un po’ secco alla vista anche se efficace nella sua funzionalità. Rimangono problematiche minuscole di fronte alla grandezza dell’operazione, ma il mio ruolo mi impone di raccontarvi anche questo.
Paper Beast è un’opera monumentale, un traguardo importante non solo per la realtà virtuale ma anche per l’arte contemporanea, e per come il videogioco viene percepito dall’élite culturale che ancora non se la sente di equipararlo alle altre forme di comunicazione. L’opera di Chahi è un viaggio che, passo dopo passo, fa sorridere, emozionare e spaventare, immergendoci in un tornado di emozioni dal quale è impossibile uscirne illesi o rimanerne indifferenti. La realtà virtuale si riconferma un linguaggio con un potere ancora inespresso, che da oggi può dimostrare qualcosa in più grazie ad un pezzo di storia del videogioco scritto a caratteri cubitali su Playstation VR. Chiunque voi siate, fatevi questo regalo al cuore e allo spirito ed iniziate il viaggio straordinario che Paper Beast ha in serbo per voi.
Paper Beast è disponibile dal 24 Marzo 2020 al prezzo di 24,99€ su Playstation Store, compatibile con Playstation VR, Dualshock 4 e Playstation Move.
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