Path of the Warrior – recensione e video recensione (Quest/Rift)

Giocato su Oculus Quest

Essendo cresciuto principalmente con la quinta generazione di console, non ho mai avuto un rapporto particolarmente duraturo con il beat’em up a scorrimento orizzontale. Ricordo però bene il fascino che esercitavano su di me quei ragazzi più grandi che giocavano a Double Dragon, Streets of Rage e Golden Axe; tanto che continuo ancora oggi ad ammirare le capacità di alcuni temerari che frequentavano gli arcade estivi. A guardarli oggi, nonostante un gameplay ancora inattaccabile, i prodotti di punta del genere puzzano un po’ di vecchio soltanto nell’immaginario, caratterizzato dalla mascolinità tossica tipica di quegli anni e di una retorica un po’ fascista; motivo per cui non sono mai riuscito ad amarli fino in fondo. Con un inaspettato colpo di genio però, i ragazzi di Twisted Pixel Games prendono quell’immaginario, lo ridicolizzano con grande rispetto e danno vita ad un’opera che ha tutto il fascino del picchiaduro anni ottanta, ma in realtà virtuale.

Path of the Warrior non è infatti altro che un brawler a scorrimento orizzontale riproposto in realtà virtuale, con gli stessi stilemi e le stesse meccaniche di gioco, ma decostruito in chiave satirica nella forma.
Una città piena di criminali, un guerriero senza macchia e tanta voglia di menare le mani; questo il breve incipit che ci porterà ad esplorare cinque piccoli livelli pieni zeppi di avversari, da eliminare a suon di pugni chiusi ed utensili vari. Oltre alle nostre mani, avremo infatti a disposizione anche alcuni utili oggetti che troveremo sparsi per le aree, così come delle abilità speciali attivabili una volta riempita tutta la barra dell’energia. Premendo invece i tasti A ed X potremo lanciare dei letali calci volanti utili in più di un’occasione, anche se non comodissimi da utilizzare nel mezzo degli scontri più ostici.

Se il sempre divertente Drunkn Bar Fight ci dava la possibilità di menare gli avventori di un bar senza nessun accenno di progressione, qui siamo di fronte ad una struttura ludica più spiccatamente classica. A partire dall’area centrale di una specifica location, andremo ad eliminare tutti i nemici esplorando le piccole micro aree che la incrociano, per poi spostarci in un ultimo quadro – disegnato appositamente per la bossfight di fine livello. Qui Path of the Warrior regala il meglio di sé, con scontri estremamente vari e scenograficamente brillanti, che restituiscono momenti altissimi e davvero tanto divertenti.

Se c’è un difetto nell’ultimo titolo di Twisted Pixel Games è semplicemente quello di esser troppo attinente al genere di riferimento, che non brillava già di suo per varietà di situazioni. Tolte le bossfight infatti, tutto quello che dovremo fare sarà aspettare le ondate nemiche, ripulire le mappe ed aiutare dei civili nascosti nei luoghi più improbabili, per poi rincominciare da capo. Non che la formula non funzioni, ma è comprensibile come per qualcuno possa decisamente non bastare. Una difficoltà decisamente permissiva non regala poi mai un senso di sfida troppo intrigante, che rimane impostato per tutta la durata in modo da risultar piacevole ed accessibile ai più.

A risollevare la monotonia ci pensa un comparto tecnico ed artistico di primissima fascia, che propone un immaginario davvero ricco di sfumature e dettagli, capace di stupire ad ogni cambio scena con un look che pare uscito da una serie di animazione d’altri tempi. Davvero, ogni qual volta cambierà la location rimarrete incantati nella cura che la SH ha messo nel realizzare questa piccola ma preziosa opera, che non ne vuole sapere di cambiare formula fino alla fine ma che non può che stupire continuamente.
Per tentare di scongiurare la ripetitività, alla fine di ogni stage sarà possibile cimentarsi in alcuni mini giochi simpatici ma tutto sommato superflui, che aggiungono comunque un tocco di carattere ad un titolo che ha la forza di rispolverare un intero genere.

Chiaramente Oculus Quest è la piattaforma migliore su cui giocare Path of the Warrior, poiché l’assenza di cavi rende decisamente più godibile il barcamenarsi tra i numerosi nemici che infestano le aree. Oltretutto, sul fronte dell’ottimizzazione è stato fatto un lavoro a tratti miracoloso, che non fa per nulla sfigurare la versione standalone , risultando di fatto una dimostrazione di forza convincente da parte di Oculus.

I cinque livelli che compongono l’avventura principale del titolo durano – ad esser larghi – un paio d’ore, ed arriviamo quindi all’altra nota dolente del prodotto. Una longevità così esigua necessitava di qualche contenuto in più su altri fronti, come ad esempio il già annunciato multiplayer – che tuttavia non sappiamo quando sbarcherà tra gli aggiornamenti. Sta di fatto che venti euro per poco meno di due ore di gameplay possono risultare un po’ altini, e sta a voi in questo caso decidere se gioco vale la candela.

Path of the Warrior è un picchiaduro come non ne abbiamo mai visti in VR; è divertente, ha stile da vendere ed una cura per il dettaglio rara in prodotti di questo tipo. I due unici nei sono una longevità un po’ rinunciataria ed una ripetitività di fondo propria del genere, ma se riuscirete a passarci sopra o siete cresciuti con Double Dragon non potrete che innamorarvi della sua formula semplice ma efficace. Twisted Pixel Games continua a sfornare tra i migliori prodotti in realtà virtuale di questi anni, a questo giro lo fa con un prodotto meno ambizioso, ma non per questo meno interessante.

Path of the Warrior è disponibile dal 13 Dicembre 2019 al prezzo di 19,99€ su Oculus Store, compatibile con Oculus Quest, Oculus Rift ed Oculus Rift S.






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Alessandro Redaelli

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