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Phantom: Covert Ops – recensione e video recensione (Quest/Rift)

Giocato su Oculus Rift S ed Oculus Quest

Alzi la mano chi non è un fan sfegatato di Metal Gear Solid. Bene, andate via.
Per tutti gli altri, probabilmente stavate aspettando questo Phantom Covert Ops con una certa insistenza, un po’ perché è l’unico titolo first party di questa stagione su Oculus Rift e Quest; ed un po’ perché le vibes che si respiravano sin dal primo trailer erano chiaramente dalle parti del capolavoro di Hideo Kojima. Dietro le linee di codice si celano oltretutto i ragazzi di nDreams, già autori di titoli piuttosto solidi quali The Assembly, Bloody Zombies e Shooty Fruity, ed era quindi lecito aspettarsi un prodotto ben al di sopra della media a cui il mercato ci ha abituati. E invece…

La narrativa che sta alla base di Phantom Covert Ops è la classica storia di spionaggio da cinema americano caciarone anni ottanta, con ben pochi elementi interessanti e che risulta di fatto un mero collante al gameplay. In questo caso, un soldato d’elite americano deve infiltrarsi con un kayak in una base russa per sventare il malvagio piano di un villain cattivissimo e salvare così gli Stati Uniti, mentre in collegamento radio una serie di comprimari trasmetteranno alcune informazioni. Non che il soggetto del primo Metal Gear Solid fosse troppo differente o particolarmente d’avanguardia, ma in quel caso i guizzi di scrittura e di messa in scena del suo autore riuscivano a fare davvero la differenza, elevando la narrativa bassa e popolare a qualcosa di più. In questo caso, invece, lo script procede drittissimo e senza troppa verve, anche a causa di una serie di personaggi anonimi molto lontani dal fascino di Solid Snake. Paradossalmente l’interprete dell’antagonista principale è proprio quel David Hayter che dava la voce all’erede di Big Boss, ma in Phantom il risultato è decisamente troppo macchiettistico, e finisce per risultare uno degli elementi meno solidi della produzione.

Ma, come ben sappiamo, un videogioco VR vive soprattutto del suo gameplay, e Phantom Covert Ops raggiunge in questo caso un traguardo ben più lodevole. Costantemente a bordo del nostro kayak, dovremo muoverci attraverso una rotazione della pagaia che ci accompagnerà per tutta l’avventura, cercando di non farci vedere dai soldati nemici e tentando di attraversare i livelli senza sparare nemmeno un colpo. Durante le nostre traversate dovremo aprire cancelli, disattivare telecamere e sistemi di sicurezza; oltre che far brillare saltuariamente qualche struttura nemica, ed evitare mine d’acqua e cecchini precisissimi. Per fare questo avremo a disposizione elementi della mappa quali erba alta e sottopassaggi – utili per nasconderci e proseguire in silenzio – ed una serie di gadget che si dividono in oggetti perlustrativi ed offensivi. Tra questi avremo infatti un cannocchiale che ci svelerà posizione dei nemici e punti di distrazione, un’arma a lungo ed a corto raggio, oltre che bombe e decoy; utilissimi per distrarre gli avversari dalle zone di passaggio della canoa. A seconda di quanto riusciremo a rimanere nell’ombra, alla fine della missione ci verrà assegnato un punteggio che andrà a sbloccare bonus ed alcuni livelli alternativi; elemento che allunga un po’ una longevità decisamente nella media.

Raccontato così, Phantom Convert Ops può sembrare un’operazione estremamente convincente, capace di dare finalmente vita ad un prodotto stealth competitivo anche in realtà virtuale, ma non tutto funziona come dovrebbe. Partiamo dal presupposto che le basi di game design sono solide, divertenti e ben rodate; ben lontane dalle meccaniche più ingenue proposte da un Espire 1: VR Operative; tuttavia Phantom presenta un paio di problematiche innegabili. La prima è legata all’intelligenza artificiale nemica, che tenderà a scoprirci soltanto qualora la torcia avversaria venga puntata su di noi. Questo vuol dire che se ci piazzeremo letteralmente di fronte al personaggio, fino a quando lo stesso non alzerà la torcia non verremo scoperti, spezzando di conseguenza un po’ sia la tensione che l’immersione generale. Il secondo problema è che le variazioni sul tema sono davvero poche, e nonostante qualche piacevole elemento aggiunto strada facendo, il titolo di nDreams potrebbe risultare monotono per chi cerca un tipo di esperienza più varia ed avvincente. Questo non vuol dire tuttavia che la campagna principale sia una brutta esperienza. Se non avrete grosse pretese sulla lunga distanza, il gameplay di Phantom Covert Ops è strategico, a tratti teso e sicuramente molto più originale delle centinaia di prodotti copia incolla che rovinano il mercato della realtà virtuale.

Dopo aver completato una campagna che si aggira intorno alle quattro ore, Phantom Covert Ops non esaurisce poi il suo appeal. Da una parte potremo rigiocare tutti i livelli della campagna in “free mode”, abilitando cheats, cambiando equipaggiamento ed attivando diversi modificatori che cambiano radicalmente l’esperienza; dall’altra avremo a disposizione una dozzina abbondante di challenges molto diverse tra loro, che riescono a proporre qualcosa di ancora diverso rispetto al gameplay tradizionale. Tra le molte missioni disponibili, che fanno chiaramente il verso – anche in questo caso – alle VR mission di MGS, le più divertenti risultano sicuramente quelle che si allontanano maggiormente dalle meccaniche della campagna, come ad esempio le corse a tempo con il kayak ed il tiro al piattello. Missioni brevi, ma squisitamente irresistibili, condite tra l’altro dalle classifiche online che mettono a confronto i giocatori di tutto il mondo.

Prima di passare all’aspetto tecnico, merita decisamente una menzione il lato comfort. Muoversi per le acque di Phantom non è decisamente una cosa per tutti, poiché il sistema di locomotion – per quanto tenti di offrire qualche opzione per i meno avvezzi – non si discosta molto dal movimento libero più duro ed indigeribile degli hardcore gamer. L’inerzia data dall’acqua e soprattutto i movimenti in retromarcia, possono dare filo da torcere a chi non riesce a sopportare altro che il teleport od un movimento lento e graduale; quindi occhio ai più deboli di stomaco.

Ho giocato a Phantom Covert Ops sia su Oculus Rift S che su Oculus Quest, grazie al cross buy su entrambe le piattaforme, e soprattutto grazie ad un inedito cross-save. Quest’ultimo ci permette di iniziare la partita sul visore PC di Oculus per passare in qualsiasi momento alla sua versione portatile e viceversa, dandoci la possibilità di giocare su tutti i visori senza perdere i progressi. Scelta apprezzatissima, che oltretutto sottolinea le discrete differenze visive tra un porting e l’altro. Su PC chiaramente l’immagine è più ricca di elementi, e presenta splendidi riflessi dell’acqua ed un lavoro sull’illuminazione da manuale; ma la versione che più stupisce rimane tuttavia quella su Oculus Quest. Anche se in questo caso spariscono riflessi, luci e definizione delle texture, il lavoro svolto da nDreams per far girare il titolo sul portatile di Oculus ha del miracoloso, e finisce di diritto nella top five dei migliori impatti grafici visti ad oggi sul caschetto standalone di Facebook. Come se non bastasse, su quest’ultimo i neri risultano molto più profondi ed immersivi grazie ai suoi pannelli e dunque, paradossalmente, l’immagine si percepisce anche più definita e leggibile. Non ho idea del perché su Rift, anche con tutti i settaggi al massimo, l’effetto sfocatura risulti più insistente rispetto alla sua controparte Quest, ma potendo scegliere – nonostante la maggiore ricchezza visiva della versione PC – vale la pena giocare la versione portatile.

Nonostante un doppiaggio un po’ altalenante e la totale assenza della lingua italiana, anche per quanto riguarda i sottotitoli, l’impatto audio di Phantom non sfigura rispetto alle altre produzioni AAA di Oculus. Se la colonna sonora non brilla per originalità, il sound design è invece fiore all’occhiello dell’intero comparto sonoro, che sarà in grado di suggerire indicazioni ed incalzare l’azione con il semplice uso di una manciata di rumori davvero azzeccati.

Phantom Covert Ops è un prodotto originale, nato chiaramente per spremere al limite le potenzialità hardware di Oculus Quest, ed adattato poi con qualche miglioria su Oculus Rift. L’atmosfera che riesce a ricreare questo titolo basato tutto sull’utilizzo del kayak è davvero eccezionale, così come funzionano davvero bene molte delle meccaniche stealth pensate per riscrivere il genere anche in VR. Purtroppo un’intelligenza artificiale un po’ deficitaria ed una monotonia che stenta a regalare guizzi e momenti memorabili non lo fanno arrivare all’eccellenza piena; ma una campagna discretamente corposa, diversi contenuti post-game ed un immaginario tutto sommato interessante lo rendono un prodotto senza dubbio meritevole, soprattutto su Quest.

Phantom Covert Ops è disponibile dal 25 Giugno 2020 in cross-buy su Oculus Store al prezzo di 29,99€, compatibile con Oculus Rift, Oculus Rift S ed Oculus Quest.






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Alessandro Redaelli

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