Pixel Ripped 1995 – recensione e video recensione (PCVR/PSVR/Quest)

Giocato su Oculus Rift S

Trovo amaramente divertente come in un’industria dominata prevalentemente da uomini ed in cui spesso la diversità viene quasi condannata, sia stata proprio una giovane donna a raccontarci un periodo che – per i più ottusi – viene relegato prevalentemente all’universo maschile.
Il primo titolo firmato da Ana Ribeiro, Creative Director di ARVORE, rievocava infatti con dolcezza e nostalgia quei pomeriggi che nell’infanzia abbiamo passato catturati e ricurvi sul Game Boy, o qualunque altra console di fine anni ottanta. Pixel Ripped 1989 raccontava proprio questo: la nascita dell’amore per i videogiochi, vissuti attraverso gli occhi di un bambino che, viaggiando di fantasia, riusciva a muoversi agilmente tra situazioni quotidiane ed avventure videoludiche. Pixel Ripped 1989 rimane tutt’oggi un ottimo esempio di titolo VR indipendente, che riesce nell’impresa di raccontare qualcosa di nuovo con mezzi inediti, pur senza le risorse di uno studio AAA. Con Pixel Ripped 1995 – seguito diretto dell’opera sopracitata – la Ribeiro torna ad indagare lo stesso tema, accompagnandoci però attraverso l’epoca del 16bit fino ad arrivare ai 32, riuscendo oltretutto a mettere totalmente a fuoco anche quello che era sfuggito al suo predecessore.

Il nuovo capitolo di Pixel Ripped inizia un po’ come lo splendido Duck Season, con un bambino seduto davanti ad un grosso tubo catodico che sta giocando al suo gioco preferito. Già da subito la messa in scena riporta alla mente momenti che molti di noi hanno sicuramente vissuto, attraverso un blocking chiassoso ma realistico, in cui i suoni della console, i genitori al telefono e gli amici riempivano un ambiente che – con gli anni – si è fatto sempre più quieto. Con gli occhi del protagonista vivremo quindi le avventura di Dot, un’eroina che strizza l’occhio alla Samus di Metroid e che dovrà ristabilire l’ordine dei piani dimensionali, scomposti da un villain perfettamente in linea con molti prodotti dell’epoca.

Storia semplice, ma esecuzione decisamente estrosa, che ci accompagnerà attraverso un buon numero di livelli estremamente diversificati tra loro, che esplorano non solo le situazioni più divertenti del contesto, ma anche tutti i generi in voga nella prima metà degli anni novanta. Dallo shot ‘em up al metroidvania, dal picchiaduro classico allo sparatutto in prima persona: tutti generi raccontati in modo originale ed inseriti in un contesto che vive sia dell’elemento nostalgia, ma anche di uno humor decisamente azzeccato.

Capiterà ad esempio che, nel buio della nostra cameretta, dovremo cercare di completare un livello di un videogame senza svegliare nostra madre nella stanza accanto, che verrà altrimenti a spegnerci la console facendoci perdere i progressi; o ancora, capiterà di scappare di casa per sfidare il nostro acerrimo nemico in un torneo in sala giochi.
Gran parte delle situazioni in Pixel Ripped 1995 funzionano alla a meraviglia, e continuano a stupire e divertirci nonostante – di fatto – si svolgano quasi esclusivamente all’interno di un ulteriore schermo dentro al mondo di gioco. La realtà virtuale è tuttavia in questo caso fondamentale, poiché le meccaniche più vicine alla VR vengono integrate in modo sempre intelligente, presentandoci variazioni sul tema che non possono che arricchire la produzione e quello che il tutto, una volta compiuto, lascia al giocatore.

Sul fronte tecnico viene qui inoltre fatto un ulteriore passo in avanti rispetto all’impatto grafico poco convincente del precedente capitolo. Lo stile disneyano rimane invariato, ma la modellazione dei comprimari subisce un grosso salto di qualità, nonostante le animazioni rivelino ancora – ma comprensibilmente – una natura low budget dalla quale è difficile nascondersi. In generale comunque, il colpo d’occhio è più che affascinante ed adattabile a tutti i visori in commercio, ragion per cui Pixel Ripped 1995 sarà presto disponibile sia su PC, che su Playstation VR ed Oculus Quest.
Anche sul sonoro il passo in avanti è evidente, con un doppiaggio più che buono ed una colonna sonora un po’ furbetta ma innegabilmente efficace, che mischia certe vibes anni ottanta ai suoni tipici dell’epoca a sedici bit.

Parlando degli elementi meno riusciti, alcune sezioni risultano decisamente meno efficaci di altre, e soffrono in quanto a belle idee realizzate in modo un po’ meno competente delle altre. Queste stonano non perché non funzionino in modo assoluto, ma perché se paragonate ai momenti più rifiniti del pacchetto ci restituiscono – per forza di cose – un feedback innegabilmente più blando. Sono sfumature grigie in un prodotto che cerca evidentemente di dare tutto quello che può, ma sono anche chiaramente dovute ad un’impostazione produttiva che già fatica a farsi spazio nell’industria.

La durata è quella del gioco precedente, con due ore abbondanti necessarie a completare un’avventura che regala il meglio di sé quando vissuta tutta d’un fiato, come un bel film anni ottanta che oltre al suo valore intrinseco ha anche quello di riportarvi alla mente suoni, sapori e sensazioni vissute molti anni prima.
Da segnalare anche la mancanza di doppiaggio e sottotitoli in italiano, ma anche con un inglese scolastico sarà quasi impossibile perdersi un racconto semplice, ma efficace e diretto.

Pixel Ripped 1995 è un ottimo gioco, ed Ana Ribeiro è un esempio per tutte le giovani artiste che vogliono lavorare nel mondo dei videogiochi. Il titolo di ARVORE riesce a raccontare gli anni novanta come quasi nessuno è riuscito a fare in realtà virtuale, e si propone come uno di quei titoli brevi ma ricchissimi che non possono sfuggire ad ogni amante del genere. Chiaramente chi è alla ricerca del solito open world da trenta ore a sfondo fantasy, in cui può finalmente interpretare un grosso guerriero muscoloso ne stia alla larga, evidentemente Pixel Ripped 1995 non vi merita o, più semplicemente, siete voi a non meritare lui.
In questa industria si sente con sempre più insistenza il bisogno di entrare in contatto con uno spettro più ampio di identità, anche perché quando questo finalmente succede, riesce – paradossalmente – a ricordarci anche noi stessi.

Pixel Ripped 1995 è disponibile dal 23 Aprile 2020 su Steam ed Oculus Store e prossimamente su Playstation Store. Compatibile con HTC Vive, Valve Index, Oculus Rift, Oculus Quest e Playstation VR.






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Alessandro Redaelli

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