Giocato su Meta Quest 3
Chi l’avrebbe mai detto che lucidare per ore superfici di ogni tipo attraverso un’idropulitrice elettrica si sarebbe potuto trasformare in un gameplay appassionante? FuturLab, però, ci aveva visto giusto, perché PowerWash Simulator è stato uno dei grandi fenomeni del videogioco flat degli ultimi anni, ed esce oggni – ancora una volta – sotto un’inedita veste in realtà virtuale. Cosa dite? Non siete convinti? Pensatela come volete, ma io, con Powerwash Simulator VR, mi ci sono divertito come non succedeva da un po’.
La struttura ludica del titolo di FuturLab è molto semplice: a partire da una piccola idropulitrice non accessoriata inizieremo ad affrontare livelli di difficoltà crescente, in cui la curva della difficoltà corrisponde alla quantità di elementi da pulire. Partiremo da un semplice camion, per poi passare a interi giardini, case, parchi e – addirittura – rover spaziali. L’obiettivo è sempre quello: pulire al millimetro qualunque superficie, guadagnando soldi per ogni oggetto che verrà ripulito al cento per cento, per poi acquistare tool sempre più potenti, da beccucci di varie dimensioni, fino a detergenti per superfici specifiche e prolunghe. Lo so, vi verrà facilissima la battuta: “eh, se devo pulire pulisco casa, mica mi ci metto dentro a un videogioco”, ma evidentemente non state afferrando il concetto.
L’opera di FuturLab parte da un lavoro semplice e all’apparenza noioso, e lo trasforma in una formula ludica perfetta, perché facilmente interiorizzabile, estremamente riconoscibile, e straordinariamente soddisfacente. Avete presente quei video che imperversano sui social in cui qualcuno pulisce perfettamente un oggetto o una superficie? E che hanno centinaia di migliaia di like? Ecco, la soddisfazione che traiamo dal vedere il “brutto” trasformarsi in “bello” è proprio ciò che sta alla base di PowerWash Simulator VR: ne è la sua forza in maniera quasi sublime, per quanto risce a tenerci incollati a fare qualcosa di inutile, ripetitivo, eppure inspiegabilmente piacevole.
La VR, in questo senso, aiuta profondamente rispetto alla sua versione flat, tanto che il titolo di FuturLab sembra quasi nascere nativamente per realtà virtuale. O quasi, perché l’ultima esclusiva per Meta Quest ha un paio di problemini dovuti proprio alla sua natura di porting, che non me lo hanno fatto amare tanto quanto avrei voluto. Intanto i menù sono un po’ incasinati. È vero che gli sviluppatori e le sviluppatrici hanno fatto davvero il possibile per riadattare menu e sotto menu in maniera intelligente, cercando al contempo di preservare tutte le informazioni della versione flat, e sposando l’elemento più “tattile” e fisico della realtà virtuale. È anche vero, però, che forse si poteva fare uno sforzo in più, e ripensare da zero il tablet su cui scegliamo i lavori, e il negozio dal quale acquistiamo i potenziamenti. Non sono problemi straordinari, e ci si abitua molto in fretta a giostrarci tra tutte le opzioni che PowerWash Simulator VR propone, ma fatto trenta, si poteva fare trentuno.
E poi c’è il problema più grosso di tutti, quello che – davvero – rovina un prodotto altrimenti quasi immacolato: il comparto tecnico. Essendo Powerwash Simulator VR un porting 1:1 della versione flat, con tanto dei livelli bonus, quello che ha fatto FuturLab è stato sostanzialmente portarlo su una build per Quest e cercare di farlo girare al meglio delle sue possibilità senza troppi sforzi sul lato dell’ottimizzazione. Questo equivale però a un pattume visivo senza pari, davvero: tra le cose peggiori mai viste sullo standalone. Passino gli elementi direttamente calpestabili, comunque brutti e propri di un aliasing terrificante, ma tutto quello che esce dal riquadro dentro cui lavoriamo è criminale per quanto visivamente anacronistico. Capisco che per un visore standalone è probabilmente complesso riuscire a gestire la quantità di elementi che il gioco deve costantemente ricordarsi, ma non ci credo proprio che Meta Quest 3 (visore su cui ho giocato al titolo) non riesca a fare qualcosa di meglio. Mi sembra che questo nasca più dalla pigrizia del non voler metter mano al codice e agli asset del gioco, che risulta quindi semplicemente scalato all’inverosimile, un po’ come era successo con Grid Legends.
È un peccato, perché il gioco, se ci si riesce a sintonizzare, è davvero eccellente, offre una decina di ore di longevità complessiva – addirittura anche in cooperativa online – e presenta oltretutto i sottotitoli in italiano.
PowerWash Simulator VR è un titolo diverso dal solito, soddisfacente come pochi, divertentissimo sia da soli che in compagnia. È un prodotto che sarà in grado di apprezzare soltanto chi riesce ad andare oltre alla solita idea di videogioco, ancora troppo legato a immaginari e obiettivi ormai arcaici. PowerWash Simulator VR, invece, è un gioco che funziona per il suo gameplay diretto e millimetrico, per una fruizione in realtà virtuale che migliora profondamente l’opera di partenza, e per la voglia di proporre – finalmente – qualcosa di nuovo sul mercato. Peccato per un comparto tecnico davvero terribile, che spero veda presto un aggiornamento sull’ultimo standalone di Meta, o quantomeno un porting su PC o PlayStation VR2.
PowerWash Simulator VR è disponible dal 2 novembre al prezzo di 24,99€ su Meta Quest.
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