Giocato con Oculus Quest 2 con Oculus Link
Se c’è un genere che in VR funziona ad oggi più di altri è il simulatore di guida o di volo, c’è poco da girarci intorno. Non dovendo lavorare attraverso metodi di locomotion alternativi, questa tipologia di produzioni riesce a restituire il più delle volte un’immersione fuori dal comune, soprattutto se accompagnati da un buon volante od un buon flight stick. Paradossalmente, è su Playstation VR che abbiamo visto i risultati più convincenti all’interno del genere, attraverso due giochi che ci davano soltanto un assaggio di quello che potrebbe essere un’esperienza completa e stratificata realizzata dai grossi colossi del videogioco. Gran Turismo Sport ed Ace combat 7 ci hanno infatti dimostrato quanta immersione possa nascondersi dietro ad un simil simulatore, ma ci presentavano soltanto una manciata di missioni pensate per la VR, senza darci la possibilità di esplorare il gameplay completo del prodotto, chiaramente a causa dei costi di sviluppo. Arriva però in nostro soccorso Project Wingman, opera prima di Sector D2, rilasciata esclusivamente su PC, che ci dà la possibilità di affrontare tutta la sua campagna in compagnia di decine di caccia bombardieri, restituendoci forse quell’Ace Combat in VR che mancava al mercato dei personal computer.
Project Wingman è una via di mezzo tra un simulatore ed un arcade game, in cui distruggere numerose flotte di aerei corazzati attraverso una ventina abbondante di mappe. La narrativa che fa da collante agli scontri ha davvero poco a che spartire con lo sforzo chiaramente più insistente della sopracitata opera di Namco Project Ace, ma in un titolo come questo serve che funzionino due cose soltanto: l’immersione dall’interno del nostro cockpit e l’esaltazione data dagli scontri.
Il titolo di Sector D2 non nasce come un titolo pensato esclusivamente per realtà virtuale, ma viene pubblicato come produzione flat, con supporto VR opzionale. Vorrei tanto dire che non si vede, ma – ahimè – mettendoci in testa il nostro caschetto per realtà virtuale capiremo fin da subito come il trattamento riservato a noi utenti VR si attesti, come sempre, ad un livello molto inferiore rispetto alla controparte flat. L’Ace Combat 7 di noi altri è stato infatti adattato in VR solamente per venire in contro a tutti quelli che soffrivano la mancanza di supporto VR su piattaforme PC dell’opera Bandai Namco, e che potevano – potenzialmente – trovare esattamente quello che cercavano con Project Wingman.
Nonostante il gioco sia infatti interamente fruibile in VR; sia nella sua campagna, che nelle sue game mode alternative, tutto il lavoro sul motore grafico, sulle finezze visive e sul supporto alle periferiche sembra figlio di una software house alle prime armi, quando dietro a Sector D2 si nasconde quell’Humble Games che è riuscita negli anni a costruire un impero nel mercato PC.
Il primo grosso problema, una volta avviato Project Wingman, è infatti relativo alla pesantezza del motore. Con un i9 9900kf, GTX 1080 ti e 32 Gb di ram, mi sono infatti trovato dentro al festival dello stuttering già durante i primi secondi di gioco, e per riuscire a mantenere i novanta frame per secondo ho dovuto impostare tutti i settaggi grafici al minimo. Ora, con la mia configurazione non pretendo certo di giocare a qualsiasi titolo ad ultra con un supersampling di 2.0, ma almeno i settaggi alti con il SS di default credevo di meritarmeli. Ed invece no, come spesso succede con le produzioni di questo tipo, Project Wingman fa una fatica mostruosa a mantenere stabili i suoi fotogrammi al secondo e, parallelamente, una qualità grafica degna. Tutto questo sarebbe giustificato se l’impatto estetico dell’opera Sector D fosse da mascella spalancata, ed invece non è così. Il sopracitato Ace Combat 7, su Playstation 4, faceva una figura molto migliore, ed a fronte di una risoluzione chiaramente bassina, dava sfoggio ad un impatto grafico veramente sontuoso, e lo faceva attraverso un hardware non esattamente all’avanguardia.
Com’è possibile che quindi Project Wingman, su un hardware che è dieci volte più potente e con un colpo d’occhio oggettivamente peggiore, non ce la faccia? Si torna al punto di partenza: il poco interesse nel restituire agli utenti VR un prodotto simulativo degno di questo nome.
Il secondo grosso problema è invece il supporto agli Hotas. Sebbene la pagina Steam del prodotto spacci un supporto completo a tutti i flight stick presenti in circolazione, il mio Thrustmaster Hotas X non mi veniva riconosciuto in game. Dopo molti tentativi ho scoperto invece che sì, era stato riconosciuto, ma il mapping dei tasti doveva esser fatto manualmente. Spiegatemi voi in quale gioco il binding di una periferica deve essere necessariamente fatto a mano. E perdi un’altra ora a mappare tutto. Finito il binding e buttati nella mischia, scopriamo poi come – effettivamente – Project Wingman sia di fatto un gioco da pad, che non si presta particolarmente bene all’utilizzo con hotas, se non attraverso una lunga e complicata calibrazione della propria periferica, che potrebbe comunque non restituire il risultato sperato.
Dunque, se non volete uscire pazzi e non avete un pc con due 3090 in sli, Project Wingman è di fatto un prodotto da giocare in VR con i suoi settaggi al minimo ed un controller tradizionale. Ne vale la pena? Dipende da voi.
Il titolo in sé non è sicuramente male: le mappe sono tante, la longevità si attesta sulla decina d’ore, il colpo d’occhio è dignitoso e gli scontri sono validi. La verità, però, è che si gioca indubbiamente meglio su uno schermo tradizionale, e questa è – purtroppo – una constatazione oggettivamente dolorosa. Dire che un simulatore di volo si giochi meglio attraverso un monitor casalingo piuttosto che in realtà virtuale sembra quasi una bestemmia, ma le problematiche legate all’adattamento VR sono così tante che, a meno di non volersi impuntare, forse la VR non è proprio il mezzo più adatto per fruire della produzione Sector D2.
È anche vero che una volta trovati i settaggi giusti ed accompagnati da un buon pad tradizionale, Project Wingman è in grado di stupire grazie ad I suoi scontri al cardiopalma ed I suoi cieli sconfinati; ma che non toccano comunque le vette di quelle tre, piccole, missioni che ci aveva offerto Playstation VR a suo tempo e che risultano ancora ineguagliate sul mercato PC.
Project Wingman è un buon titolo di scontri aerei che strizza l’occhio ad Ace Combat, ma che funziona paradossalmente meglio in flat che in realtà virtuale. La VR, come spesso accade, ha ricevuto un trattamento davvero poco carino, e lo scarso supporto agli hotas dimostra quanto poco Sector D2 ci tenesse a restituire un prodotto simulativo, concentrandosi su un prodotto flat che – forse – non serviva nemmeno al mercato contemporaneo. Se siete grandi appassionati del genere dategli una possibilità, altrimenti passate serenamente oltre.
Project Wingman è disponibile dall’1 Dicembre 2020 al Prezzo di 29,99€ su Steam, compatibile con HTC Vive, Oculus Rift, Valve Index e WMR.
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